Perché un giornale degli Universitari di Trento
Pubblichiamo per intero l’editoriale del nostro direttore, pubblicato sul “numero zero” dell’edizione cartacea de “L’Universitario”.
Per riempire un vuoto
di Daniele Erler
direttore@luniversitario.it
Quello che avete fra le mani è il “numero zero” del periodico scritto dagli e per gli studenti universitari di Trento. È un’uscita ancora per certi versi sperimentale, con l’idea di perfezionare le prossime edizioni. Anche sulla base dei commenti, critiche e apprezzamenti che riceveremo dai lettori all’indirizzo redazione@luniversitario.it. Dietro le quinte c’è comunque già un lavoro ben avviato, basato su una serie d’ingredienti. E condito dall’entusiasmo coinvolgente di chi ha deciso di mettersi in gioco.
Basterebbe questo per riassumere quattro mesi di lavoro. Dall’idea di riempire quello che era avvertito come un vuoto nell’Università di Trento, passando poi per le riunioni pubbliche, con il primissimo nucleo storico del giornale. Sino alla scelta del nome – semplicemente “l’Universitario” –, la pubblicità in Facebook, la curiosità sempre maggiore, la scrittura dei primi pezzi, l’impaginazione e la stampa.
Tutto costruito fra le mura delle nostre Università. A metà febbraio gli studenti hanno costituito un’associazione, che in sostanza ha il ruolo di editore. I veri proprietari del giornale sono i soci de “L’Universitario”, tutti studenti o neolaureati a Trento. La redazione è composta da tre responsabili, che si occupano di altrettante aree tematiche: attualità, ricerca e divulgazione, cultura e tempo libero. I contenuti sono definiti sulla base di riunioni pubbliche tematiche. La redazione è composta quindi anche dal sottoscritto – con ruolo di direttore responsabile –, da un vicedirettore e dalla responsabile dell’area grafica e delle fotografie. Oltre al periodico cartaceo (con la previsione di un’uscita mensile), è attivo il giornale online all’indirizzo www.luniversitario.it.
Questo “numero zero” è in sostanza il primo prodotto di un percorso solo agli inizi, ma che già si è posto obiettivi volutamente ambiziosi. D’altronde è proprio nelle Università che si dovrebbe coltivare l’ambizione; è fra queste aule che i sogni sono abituati a nascere ed alimentarsi. Anche con la scelta in controtendenza di aprire un giornale.
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