Marco Pannella: 86 anni e una vita di battaglie

TRENTO. Compie oggi 86 anni Marco Pannella, storico leader e condottiero del Partito Radicale e di tante battaglie per i diritti civili. Una figura complicata, ingombrante, difficile, ma sicuramente mai banale, perché che si condividessero o meno le sue idee e le sue lotte non si può negare l’importanza storica di questo personaggio per il nostro paese.

Racchiudere Pannella in semplici definizioni ed etichette è estremamente difficile, e per questa sua ambiguità, il cercare consensi e appoggi sia a sinistra sia a destra, è stato spesso attaccato durante i suoi anni di attività politica; per sua stessa definizione è liberale, libertario, non-violento, antiproibizionista, antimilitarista e anticlericale, soprattutto anti. Anti non perché fosse solamente un oppositore, perché l’attività del Partito Radicale è stata soprattutto di proposte concrete per migliorare la vita dei cittadini, renderli più liberi di scegliere, anti perché il vecchio leader si è sempre contrapposto alle vecchie ideologie, alle logiche di partito, alle logiche conservatrici degli interessi dei più forti, alle logiche di esclusione.

Ed infatti in un’intervista a metà anni ’70 lo stesso Pannella disse: «Io non credo nelle ideologie, non credevo nelle ideologie codificate e affidate ai volumi rilegati e alle biblioteche e agli archivi. Non credo nelle ideologie chiuse, da scartare e usare come un pacco che si ritira nell’ufficio postale. L’ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola, e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare».


E la logica contestatrice è nell’anima del partito, che nasce nel 1955 a seguito della fuoriuscita delle correnti di sinistra del Partito Liberale Italiano, del cui facevano parte lo stesso Pannella ed altri importanti personaggi come Eugenio Scalfari. La convinzione alla nascita di questo nuovo soggetto politico è essenzialmente l’instaurazione di uno Stato liberale e laico, dove tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza discriminazioni politiche e religiose. Sebbene questo nuovo progetto attiri inizialmente importanti intellettuali, dopo pochi anni iniziano i primi dissidi interni, da cui però emerge la componente più radicale, che trova in Pannella la sua energica figura di riferimento.

L’aspetto di sinistra radicale non tarda a farsi sentire, visto che il primo grande tema di scontro e rivendicazioni del partito è l’anticlericalismo radicale. Il Partito Radicale criticava in Parlamento proprio la legislazione e l’organizzazione economica dello Stato Pontificio, i suoi organismi bancari e la mole incalcolabile di beni immobili, i privilegi negati ad altre confessioni religiose, rivendicando un processo di secolarizzazione che mettesse fine a tante violazioni delle libertà personali dell’individuo.

Lo scontro con le cariche ecclesiastiche restò per tante battaglie dei radicali, che vedevano in questa istituzione il motivo dell’arretratezza culturale dell’Italia nei confronti di altri paesi occidentali. Ed infatti negli anni ’70 prese vigore una campagna di promozione dei diritti umani e civili a 360 gradi, quasi sempre tramite l’iniziativa referendaria, strumento di lotta e di partecipazione alla vita politica del paese da parte dei cittadini. Referendum furono proposti e vinti su tantissimi temi, e laddove persi o bocciati dalla Corte Costituzionale stimolavano il dialogo democratico e lo sviluppo del paese. Dall’introduzione del divorzio all’aborto, dall’obiezione di coscienza alla liberalizzazione delle droghe leggere, dall’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti al cambiamento del sistema elettorale, Pannella e il Partito Radicale si resero protagonisti quindi nelle lotte culturali più importanti del paese. Altre poi furono battaglie più trasversali come quelle per la non violenza, l’antimilitarismo, la denuncia della politica dell’ammucchiata, il femminismo e le libertà sessuali.


Ma la grande forza di Pannella non si ferma alle idee controcorrente, ma anche alla loro pubblicizzazione attraverso grandi campagne, sit-in, proteste e scioperi della fame, della sete o di entrambi, di cui il più lungo va dal 20 aprile al 19 luglio 2011 condotto con lo scopo di proporre un’amnistia contro le condizioni dei detenuti nelle carceri italiane. Altri ricordi di chi ha vissuto quegli anni di battaglie sono i suoi discorsi fiume ai microfoni di Radio Radicale, il fumarsi spinelli come segno di disobbedienza civile durante le manifestazioni o un’irruzione storica imbavagliato negli studi del tg1 che costrinse l’interruzione del programma.

Ma la sua forza di figura carismatica è stata anche più volte criticata per la tendenza del leader ad accentrare tutte le manifestazioni e le campagne su di sé, con la conseguenza di non veder eredi che siano in grado di continuare le sue grandi battaglie. Ciò che di certo non gli si può rimproverare sono la coerenza e la passione nelle sue battaglie, portate sempre avanti con gesti concreti, ad esempio dimettendosi sempre entro la metà dei suoi mandati di parlamentare per evitare di percepire vitalizi e trattamenti pensionistici privilegiati a cui sempre si oppose. È chiaro quindi che la sua efficacia e storia vadano cercati fuori dalle cariche che ha ricoperto, anche se è stato parlamentare per cinque legislature e parlamentare europeo per altrettante.

Purtroppo l’aggravarsi delle sue condizioni di salute lo costringono chiuso nella sua casa in Via della Panetteria, a Roma, dove negli ultimi mesi abbiamo visto sfilare tanti personaggi politici andati ad incontrarlo (da Renzi a Berlusconi, da Napolitano a Bertinotti, a conferma della stima trasversale di cui gode). Amante della popolarità e degli eccessi, nel giorno che seppe di avere un tumore nel 2004, commentò con la sua solita combattività e spavalderia dicendo che si sarebbe curato fumando una sessantina di sigari al giorno. Una combattività che ha sempre distinto Pannella e i Radicali, e che Pier Paolo Pasolini ha efficacemente commentato: «Cari Pannella, cari amici radicali […] voi non dovete fare altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare».


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Luca Peluzzi

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