“Bookcrossing” a Giurisprudenza: una sfida persa o non ancora colta?
TRENTO. A Novembre dello scorso anno Nicola Lugaresi, professore associato di diritto amministrativo presso la nostra facoltà di Giurisprudenza, ha lanciato una sfida agli studenti.
Personalità eclettica, da alcuni anni tiene corsi su temi molto attuali quali diritto di internet e diritto dell’ambiente, entrambi molto partecipati dagli studenti della Facoltà di Giurisprudenza. Avvezzo ad avere un approccio molto trasversale e aperto, ha intessuto nel corso degli anni diverse collaborazioni con università straniere, soprattutto americane.
La sfida proposta da questo professore consisteva nel lasciare un proprio libro in una piccola teca posta nei corridori di Giurisprudenza. Non una cosa a caso, qualcosa che avesse un senso, qualunque esso fosse. Questa iniziativa, più comunemente conosciuta come “bookcrossing”, è stata appoggiata da diversi professori e colleghi di Lugaresi. Purtroppo non ha avuto altrettanta fortuna tra gli studenti della Facoltà. Venuti a conoscenza dell’iniziativa, ci siamo messi in contatto col professore per capire da dove sia nata l’idea e quale sarà il futuro di questa interessante iniziativa. Rinuncerà o rinnoverà questa sfida agli studenti di Giurisprudenza?
Da dove nasce l’idea di un simile progetto e perché si è voluto tentare questo esperimento nel nostro Ateneo?
L’idea in sé mi è venuta a Bordeaux, vedendo una “teca” in un parco e un’altra lungo una strada. C’erano molti libri. Avevo già visto iniziative simili in altri luoghi, e le avevo sempre trovate iniziative interessanti, con un valore che va al di là dei libri che si possono mettere a disposizione. Ma provarci in facoltà è stata un’idea che mi è venuta in quel momento. Il Preside, che ringrazio per la sensibilità, ha poi appoggiato l’iniziativa. Al Consiglio di Facoltà e con mail l’ho esposta, chiedendo ai docenti un libro, a fondo parzialmente perduto. Gli studenti avrebbero poi dovuto, come in tutte queste esperienze, metterne uno, quando ne prendevano un altro. Sei, sette docenti hanno accolto il mio invito, e fortunatamente ne hanno messi generalmente più di uno. Partimmo con una ventina di libri, tutti, secondo me, interessanti. Si vedeva che i colleghi ci avevano pensato. I libri che venivano messi dovevano avere un “senso”. Un libro che si è apprezzato, e che si ha piacere che anche altri leggano. Non lo svuotamento di una cantina. C’era anche un Harmony. Non dirò neanche sotto tortura chi lo ha messo.
A Trento gli studenti hanno a disposizione fornitissime biblioteche come la “Biblioteca Civica” in via Roma e la Biblioteca Universitaria (CIAL), per non parlare di altre Biblioteche come la Biblioteca di Lettere in Santa Chiara. Che opportunità aggiunge il bookcrossing?
Non è una questione di disponibilità di libri. In parte è un modo per “ingentilire” la facoltà. In parte è un modo per creare un diverso legame tra docenti, studenti e personale, in relazione a qualcosa di bello, leggere. Un modo anche per abbattere qualche barriera, e non ridurre l’università a voti e crediti.
Nell’ideare il progetto ci si è ispirati ad altre “realtà virtuose”? Se si, perché a Trento il progetto non è decollato?
Nessuna ispirazione particolare. Perchè non è ancora, voglio essere ottimista, decollato? Ci possono essere varie ragioni, ed alcune non sono particolarmente entusiasmanti. Vivete la facoltà, potete darvi una risposta anche voi. Sinceramente speravo in qualcosa di diverso, ma non mi sono ancora arreso. Sto stirando la bandiera bianca, ma potrei farmici la federa per un cuscino.
Che fine faranno adesso i libri prima adibiti al prestito?
A dire il vero non ne erano rimasti molti, e i libri migliori vanno via per primi. Adesso cerchiamo di farli tornare tutti all’ovile, poi decideremo se continuare, magari rilanciando. Oppure li ridaremo a chi li ha messi, se sono pochi e vogliamo chiudere. Oppure li daremo a biblioteche o iniziative analoghe. Vorrei però esprimere un’ultima nota. Per me è stata comunque un’esperienza positiva: i colleghi che, con cura, hanno messo libri, lo staff , a loro il ringraziamento più grande, che mi ha aiutato e supportato, e ha anche messo libri, studenti ed ex-studenti che mi hanno scritto, facendomi sapere i loro pensieri.