Confcommercio: «La nuova mensa universitaria non s’ha da fare»
TRENTO. Sono anni che si parla di una nuova mensa, a servizio degli studenti dell’Università di Trento. Verrebbe da dire un servizio base e scontato, ma che evidentemente riesce a toccare nervi scoperti di una città, sempre in bilico fra il definirsi universitaria e le difficoltà di esserlo veramente.
Ed il caso più evidente, quale punta dell’iceberg, è proprio quello della mensa. In una nota, ripresa oggi dai quotidiani locali, Confcommercio trentino prende una netta posizione: «Il progetto è poco lungimirante e costoso: meglio puntare su una rete diffusa di locali in convenzione».
L’area in questione si trova a Trento fiere, il progetto – promosso anche dall’allora rettrice Daria De Pretis – prevede la realizzazione di una grande mensa, che risolva definitivamente i problemi di ristorazione per i dipartimenti del centro città.
Nei giorni scorsi, dapprima erano circolante insistenti le voci di possibili problemi strutturali dell’edificio che sarebbe riconvertito in mensa a partire dal 2017: tesi poi smentita ufficialmente da Patrimonio del Trentino, storica proprietaria dell’immobile. Ora appunto la presa di posizione dei pubblici esercizi e dei ristoratori del Trentino.
«Siamo contrari – spiega Marco Fontanari, vicepresidente di Confcommercio Trentino e presidente della locale Associazione ristoratori – perché non c’è evidenza della neccessità di una struttura di questo tipo per la città di Trento. Esiste già un’offerta molto varia, strutturata e diffusa, in grado di rispondere alle richieste degli studenti in modo flessibile e funzionale».
«Si pensi piuttosto – continua Fontanari – a forme di agevolazioni per il pasto in questi locali: sarebbe un modo per sostenere il tessuto economico di Trento, per connettere ancora di più l’Università con la propria città e per valorizzare ulteriormente l’offerta complessiva dell’Ateneo».