In una conferenza di Elsa il confine fra informazione e gogna mediatica
TRENTO. Sul finire di settembre Netflix ha pubblicato un documentario autoprodotto su Amanda Knox che sta facendo molto discutere. Non è infatti un modo per riaprire la discussione sul caso dell’omicidio di Meredith Kercher, quanto più un tentativo di riflettere su quanto l’accanimento mediatico possa persino influire sulle indagini (prima) e sul dibattimento giudiziario (poi).
E in effetti quello che la Knox dice ad un certo punto del documentario è vero. O la si continua ancora ad immaginare come la morbosa assassina, dal carattere sensuale e sfrenato, capace di castelli di bugie e implacabile dominio; o si finisce per accettare quello che alla fine di tutto anche la giustizia italiana ha decretato nell’ultimo grado di giudizio. È una ragazza innocente, finita nel tritacarne mediatico che ne ha costruito ad arte un’immagine non sua. Con le reminiscenze kafkiane di una sentenza apparentemente “già scritta”.
Ovviamente il caso specifico è controverso, ed è questo il motivo per cui il documentario di Netflix sta facendo discutere (sulla stampa, ovviamente). Perché in fondo c’è uno stretto rapporto fra giustizia ed informazione. Che si traduce poi spesso in una labile linea, che separa la deontologia del miglior lavoro giornalistico dall’accanimento mediatico.
L’argomento è sempre di stretta attualità, sia per chi ha la passione per il giornalismo, sia per chi è studente di giurisprudenza (e le due definizioni talvolta coincidono). È per questo che la sezione locale di Elsa ha organizzato una conferenza mercoledì 19 ottobre alle 17 nell’aula magna dell’oratorio del Duomo, in via Cristoforo Madruzzo 45.
Si parlerà appunto de “Il processo mediatico, la giustizia nell’era del televoto”. «Ci si chiederà – spiegano gli organizzatori – quale sia il limite tra necessità d’informazione e gogna mediatica». Interverranno Alessandro Melchionda, ordinario di diritto penale all’Università di Trento; Pasquale Profiti, sostituto procuratore al tribunale di Trento; Andrea De Bartolini presidente dell’Ordine degli avvocati trentino; Nicola Canestrini del foro di Rovereto, ex presidente della camera penale di Trento e Fabrizio Franchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige.