Sangue latino. L’Argentina sotto shock per la violenza e la morte della sedicenne Lucìa Pérez
È passata poco più di una settimana dalla terribile morte di Lucìa Pérez, una sedicenne argentina di Mar del Plata. La ragazza sarebbe stata tratta in inganno dal suo “fidanzato” (Matìas Farìas, 23 anni), che l’avrebbe portata a Playa Serena, una località a circa venti minuti a sud della città. Qui, insieme a Pablo Offidani (41 anni), Matìas avrebbe costretto Lucìa a fare un uso massiccio di droga.
La giovane ragazza (nella foto a destra) avrebbe presto perso conoscenza a causa delle sostanze utilizzate e i due ragazzi avrebbero iniziato ad abusarne sessualmente. Una volta resisi conto delle condizioni ormai disperate della sedicenne, i due uomini si sarebbero fatti aiutare da un terzo complice (identificato in un senza dimora, tutt’ora in fuga), per lavare il corpo della ragazza e rivestirlo, prima di portarlo al centro sanitario di Playa Serena. A questo punto la ragazza è arrivata nelle mani del direttore del centro sanitario, Pablo De la Colina, che ha tentato di rianimarla per quaranta minuti, purtroppo senza riuscirci. Lucìa infatti era già morta prima di arrivare in ospedale, a causa di gravi ferite interne provocate da un palo, con il quale i due assassini avrebbero torturato e impalato la giovane.
Questo omicidio shock, insieme alle quasi mille ragazze scomparse ogni anno e ai 235 casi di femminicidio (nel solo 2015), hanno scosso l’Argentina intera. Purtroppo appena tre giorni dopo l’assassinio di Lucìa, in Brasile, per la precisione ad Abaetetuba (nello stato di Pará), una ragazza di 15 anni è stata violentata da circa venti uomini in un carcere maschile. La giovane era stata incarcerata in un carcere maschile per un sospetto furto di un telefonino ed è stata costretta ad avere relazioni sessuali con venti uomini, in cambio di cibo. Non è la prima volta che accade una cosa simile in Brasile, tanto che qualche mese prima un’altra donna di 23 anni era stata rinchiusa in una struttura di detenzione con altri 70 uomini. In questo caso è stato solo il pronto intervento della governatrice Ana Julia Carepa a salvare la ventenne da probabili violenze.
Il caso di Lucìa Pérez è stato vissuto come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tanto che associazioni come “Ni Una Menos” hanno dato vita ad uno sciopero femminile nella giornata di mercoledì 19 ottobre, per opporsi ai femminicidi e ai rapimenti che ogni anno coinvolgono migliaia di donne. Questa iniziativa ha presto varcato le frontiere del Paese, fino a coinvolgere anche le popolazioni di Cile, Messico e Spagna, per un totale di 58 città sparse per il mondo.