Vandali imbrattano la facciata di sociologia
TRENTO. Questa mattina chiunque sia passato per via Verdi non ha potuto sicuramente non notare l’imbrattamento della facciata della facoltà di sociologia. Oltre agli schizzi di vernice rossa, due grandi scritte nere contornano il lato sinistro del palazzo. Un riferimento ingiurioso al docente Paul Viotti, a cui segue la scritta: “Fuori la guerra dall’università”
È già il secondo episodio in pochi giorni di vandalizzazione del palazzo che ospita le facoltà di sociologia e studi internazionali. L’atto non ha, al momento, alcuna rivendicazione anche se il contenuto delle scritte non lascia molto spazio alle ipotesi. Ma chi è Paul Viotti ? Paul Richard Viotti è un professore associato dell’università di Denver invitato dall’università di Trento per tenere un seminario in lingua inglese presso la facoltà di sociologia intitolato “U.S. Foreign Policy”.
Politica estera statunitense quindi, un tema già scottante per i bellicosi animi pacifisti di alcuni studenti universitari. Se leggiamo poi il curriculum vitae comprendiamo quale possa essere l’oggetto del contendere. Il professor Viotti ha prestato servizio per 30 anni presso l’aereonautica militare statunitense, dove ha iniziato il proprio percorso accademico partendo come assistente del professore di scienze politiche e concludendo come professore associato, congedandosi nel 1992 col grado di Colonnello. Dal 1992 lavora all’università di Denver (qui altre informazioni: http://www.du.edu/korbel/faculty/viotti.html)
Chi scrive frequenta giurisprudenza, non sociologia, e non sa quindi cosa il professore possa avere detto o non detto in aula. Ma una cosa è certa: se non si è d’accordo con un’opinione espressa la si può confutare in aula oppure si può fare a meno di frequentare il seminario. Vandalizzare gli spazi pubblici è un atteggiamento inutile, irrispettoso e antidemocratico. Se poi questa assurda e infantile forma di “protesta” nei confronti del professore e dell’Università è legata alla semplice esperienza lavorativa e professionale del prof. Viotti allora il fatto assume un aspetto ancora più grave. Si danneggia un bene pubblico per manifestare esternamente all’università la propria volontà di impedire a un professore di tenere le proprie lezioni in virtù del suo passato lavorativo, del suo status di ex militare. Un vero e proprio etichettamento operato da chi crede di essere nel giusto e che determinate categorie di persone non possano e non debbano avere il diritto di parola. Si vandalizza l’università, bene comune di tutti gli studenti universitari e di tutta la cittadinanza, nella presunzione di poter decidere chi possa tenere lezioni e chi invece debba restare in silenzio.
Università deriva dal latino universitas, complesso di tutte le cose. Perché in un’Università si studia e si ricerca su tutti gli ambiti del sapere. Lo spirito universitario dovrebbe essere quindi quello dell’accoglienza e dell’apertura verso la conoscenza, anche se contraria alla nostra opinione. Nell’università deve prevalere il confronto fra le posizioni secondo il metodo dialettico, non l’ostracizzazione di ciò che non ci aggrada. Chi crede di poter imporre la propria opinione imbrattando i muri o, come è successo in altre città d’Italia, impedendo lo svolgimento delle lezioni, è mosso dallo spirito nero dell’antidemocrazia. Nero come le scritte sulla facciata di sociologia.
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