Una nuova era per i fan di Harry Potter
Il 17 novembre è stata una data importante per tutti i Potterhead, gli appassionati di Harry Potter, che da quella giornata in poi si sono precipitati al cinema per vedere il prequel di quello che è diventato un colossal già da quando era uscito il primo film della saga, Harry Potter e la pietra filosofale (2001).
Animali fantastici e dove trovarli ha riempito le sale sopratutto dei giovani appartenenti alla generazione degli anni ’90 che, armati di sciarpe e cravatte dei colori delle loro Case di appartenenza ad Hogwarts (per saperne di più visitare il sito pottermore.com), hanno ben volentieri speso più di due ore attaccati agli schermi, tornando ad immergersi nella loro infanzia fatta di magia, bacchette magiche, creature fantastiche e mondi incantati.
Il film, tratto dall’omonimo libro di J.K. Rowling (stessa autrice della saga di Harry Potter), oltre ad offrirci un ritorno alla magia e alla stregoneria, ci tele-trasporta (o materializza in questo caso) fuori dalle mura della scuola, nella New York degli anni ’20, dove la magia si mescola con il mondo dei no-mag (i non magici meglio conosciuti come babbani). Insieme ai protagonisti veniamo catapultati tra le strade e le vie della Grande Mela, ad interferire con le vite delle persone comuni tra i quali i maghi e le streghe venivano ancora accusati di essere devoti al diavolo (e i Secondi Salesiani del film sono un ottimo riferimento ai processi alle streghe di Salem).
Newt Scamandaer, il protagonista interpretato da un adorabile Eddie Redmayne, grazie al quale finalmente anche i Tassorosso possono avere un loro “eroe” (oltre a Cedric Diggory naturalmente) che con i suoi animali fantastici creerà un sacco di scompiglio; gli animali non sono creature fatte per stare rinchiuse in una gabbia, o in una valigia per quanto questa possa essere magica e spaziosa, men che meno un dispettoso Snaso. Ma Newt non si considera affatto un eroe e di certo non lo è. E’ un mago comune, semplice, persino un po’ imbranato e timido. Lo stesso attore, in un’intervista, ha detto: “Di Newt amo il suo non essere un eroe bensì un uomo ordinario che si trova più a suo agio in compagnia di animali fantastici che degli umani. Lui è sereno nella sua solitudine. Gli uomini lo hanno danneggiato, non si sente connesso con loro. Piano piano troverà degli outsider come lui”.
Quindi niente prescelto questa volta, niente anziani saggi ai quali affidarsi, niente auror potenti. Solo una manciata di maghi e streghe e un no-mag che cercano di riparare ai propri errori ma che ben presto si troveranno a dover affrontare qualcosa di molto più grande. La minaccia di Gellert Grindelwald si fa sempre più vicina, il mago oscuro tanto amato da Albus Silente, un’amicizia (o un possibile amore) distrutta per il Potere.
Che possa diventare una seconda versione (o prima, dipende dai punti di vista) di Voldemort? Sicuramente anche in questo caso dei richiami ad Adolf Hitler e al Nazismo ci sono.
Per quanto riguarda l’aspetto più tecnico non c’è nulla da ridire. Gli effetti speciali erano al loro posto, la magia anche in questo contesto ha affascinato e le creature hanno decisamente adempiuto al loro dovere: stupire il pubblico.
L’epoca storica non ha mancato della sua suggestività, con alcune criticità alla politica e società americana del tempo.
Insomma, un film apprezzabile da molti punti di vista, forse merito della sceneggiatura, scritta dalla stessa J.K. Rowling e del regista David Yates che già si è occupato della maggior parte dei film di Harry Potter.
Gli elementi per i prossimi sequel ci sono tutti e il fandom non può che esserne entusiasta.