Chi è François Fillon | La sorpresa delle primarie del centrodestra in Francia.
di Domenico Leone
Dovevano essere un ballo di coppia le primarie del centrodestra in Francia, da anni ormai i nomi principali erano due: Nicolas Sarkozy e Alain Juppé. Come tutte le previsioni del tumultuoso 2016 però, anche questa volta siamo stati sorpresi: a vincere è stato Francois Fillon, un terzo inaspettato e di certo non favorito, liberale e, a suo dire, il miglior rappresentante dei valori della destra francese.
La carriera politica
Fillon dà inizio alla sua carriera politica nell’RPR (Raggruppamento Per la Repubblica), un partito di ispirazione gollista attivo fino al 2002: è principale collaboratore prima di Joël Le Theule e poi di Philippe Séguin (seguace del cosiddetto “gollismo sociale”; di Séguin ricordiamo gli sforzi per opporsi alla moneta unica europea contro l’allora Presidente Mitterand).
La sua storia è costellata di elezioni sfortunate: nel 1995 appoggia il candidato presidente Edouard Balladur (nel cui governo era stato ministro), ma a vincere è Jacques Chirac, con primo ministro l’Alain Juppé di cui sopra (Fillon entra a far parte anche di questo governo). Nel 1999 si candida come presidente dell’RPR, ma arriva terzo ed è escluso dal ballottaggio. Nel 2002 entra a far parte del movimento UMP (Unione per un Movimento Popolare, dal 2015 diventato I Repubblicani), ed è considerato possibile primo ministro per il rieletto Chirac, che però opta per Jean-Pierre Raffarin (nel cui governo entrerà comunque).
Nel 2007 è finalmente eletto primo ministro dal presidente Sarkozy, di cui era stato principale sostenitore. Manterrà la carica fino al 2012, con l’elezione di Francois Hollande e il cambio di mano all’Eliseo.
Nonostante quindi una ricca carriera politica nell’esecutivo e un ruolo guida nella Francia di Sarkozy, le sfortune non finiscono per Fillon: candidato nel 2012 come presidente dell’UMP, nell’estate prima dell’elezione, mentre è ospite di Luca Cordero di Montezemolo a Capri, cade in moto, si frattura una gamba ed è operato di urgenza. Il suo impegno nella campagna diminuisce e per una piccola differenza (93 voti) è battuto dall’avversario Jean-François Copé, avvenimento che scalderà gli animi mentre per qualche mese i fedeli di Fillon, seguendo il loro leader nel rifiutare un accordo con l’avversario, creano un gruppo separatista all’Assemblea nazionale.
Le primarie di novembre
Nel 2013 presenta la sua candidatura per le presidenziali del 2017, e domenica 20 novembre 2016, vince il primo turno delle primarie di molti punti percentuale: 44,2% Fillon, 28,5% Juppé e 20,6% Sarkozy (ricordiamo che le primarie francesi sono aperte a tutti, quindi tra i possibili elettori c’erano anche simpatizzanti della sinistra).
Con questo ultimo flop Sarkozy ha detto addio alla sua carriera politica, incitando i suoi sostenitori a votare per il suo ex-primo ministro. Domenica 27 novembre si è tenuto il ballottaggio fra Fillon e Juppé, e questa volta i sondaggi ci hanno preso (anche se l’esito era piuttosto scontato): Fillon ha schiacciato Juppé con il 66,5% dei voti, divenendo il candidato del centrodestra per le prossime elezioni del 23 aprile 2017.
Il progetto
Andando sul suo sito ufficiale, possiamo vedere quali sono le sue priorità e come pianifica di idearle: liberare l’economia, restaurare l’autorità dello Stato (per proteggere i francesi), e “affermare i nostri valori”.
Tralasciando i principi, le proposte principali per il campo economico sono: tagliare 100 miliardi dalla spesa pubblica in cinque anni e 500 mila funzionari pubblici. Porre fine alle settimane lavorative di 35 ore nel settore privato, lasciando le imprese indipendenti, e innalzando la soglia a 39 ore nel settore pubblico. Alzare l’età pensionabile a 65 anni.
Per la sicurezza prevede un’azione forte contro lo Stato islamico e chi collude con esso, anche tramite una speciale procura anti-terrorismo; l’espulsione immediata degli stranieri “rischiosi”; un aumento del budget per la Difesa e quote legali per l’immigrazione; creare uno strumento di controllo del culto islamico in Francia.
Per le politiche sociali invece, rileva il progetto per riservare l’adozione completa (cioè con totale distacco dai genitori biologici) alle coppie eterosessuali, limitare alle coppie eterosessuali la PMA (Procreazione medicalmente assistita) e vietare la GPA (Gestazione per altri, cosiddetta “maternità surrogata”). Per quanto riguarda l’educazione, Fillon punta a valorizzare il merito contro “l’egualitarismo voluto dalla sinistra”.
Potremmo quindi definire Fillon un liberal-conservatore: liberista in economia, scettico sull’Europa attuale ma pronto a far assumere un ruolo dominante della Francia nel suo futuro (come auspicato da Séguin e De Gaulle), conservatore nelle politiche sociali. Un vero “uomo della destra” dunque, espressione che l’elettorato francese ha preferito qualcuno con le idee chiare anche se più spinte a un leader più moderato (come sarebbe stato l’ex favorito Juppé), per combattere l’estrema destra di Marine Le Pen.
L’amicizia con la Russia
Ha fatto notizia anche il sentimento di amicizia e collaborazione di Fillon nei confronti della Russia di Vladimir Putin: il neoeletto candidato sarebbe a favore dell’eliminazione delle sanzioni economiche imposte dall’UE alla Russia (per l’attuale crisi ucraina) e del mantenimento del regime di Bashar al-Assad in Siria (ampiamente osteggiato dalla Francia di Hollande).
L’elezione di Fillon significherebbe avere un altro Paese occidentale che si ritiene amico della Russia di Putin; dopo l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, di Rumen Radev in Bulgaria e di Igor Dodon in Moldavia (che hanno rispettivamente battuto gli avversari filo-europei), il clima politico è sempre più favorevole a rapporti di aperta collaborazione fra l’Occidente e la Federazione russa.
Il favorito e i suoi avversari
Fillon ne ha fatta di strada, e nonostante le partite perse, quella che potrebbe essere la più importante di tutte lo vede come protagonista indiscusso: da sfavorito e non considerato, a plausibile nuovo Presidente. I suoi avversari saranno Marine Le Pen dall’estrema destra del Front National e chiunque sarà il candidato socialista eletto alle primarie della gauche (22 e 29 gennaio).
In queste ultime ben nove sono i candidati ufficiali, tra i quali spicca il nome dell’ex primo ministro Manuel Valls (oberato dal peso di dover difendere un governo Hollande aspramente criticato), con avversari generalmente rappresentanti la corrente di sinistra del Partito, come Arnaud Montebourg, un “patriota economico” come lui stesso si è definito, anti-Valls e anti-austerità, favorevole al nucleare e alla reintroduzione della leva obbligatoria.
di Domenico Leone
studente di Giurisprudenza.