Faces of Trento, per raccontare la città con foto e parole
TRENTO. Con il prossimo numero cartaceo de l’Universitario – in uscita a marzo – racconteremo le diverse percezioni che si hanno di Trento.
Si parla della città come polo universitario di eccellenza, candidata a capitale della Cultura, dove le possibilità nell’ambito delle biotecnologie, della ricerca informatica e dell’innovazione sono notevoli. Poi c’è però anche la Trento del cosiddetto degrado, dei comitati per combatterlo, dello spaccio in alcune vie del centro storico. E la nostra Trento, quella degli universitari, della vita notturna pressoché inesistente, della didattica di qualità, del 5 sempre strapieno, del pasto lesto. Tante percezioni di Trento che era impossibile raccontare nella loro totalità. Eppure abbiamo provato a darne qualche spunto, con l’idea che anche le microstorie possano poi portare a riflessioni più ampie.
Fra chi scrive per il nostro giornale c’è anche Martina Gaioni, studentessa al terzo anno di Giurisprudenza. Lei e alcuni amici stanno portando avanti da qualche mese un progetto che va proprio nella stessa direzione in cui vorrebbe andare il nostro giornale: capire e raccontare Trento e i suoi abitanti.
«Inizialmente – spiega Martina – “Faces of Trento” voleva raccontare le storie di chi vive la città con una foto, un breve pensiero o uno spunto che le persone mi davano parlando con loro. Siamo partiti a Ottobre cercando di definire i confini del nostro progetto, non avendo ben chiaro come avrebbe potuto evolversi. Ora abbiamo trovato un metodo e sappiamo cosa vogliamo raccontare: le persone e le percezioni di chi vive a Trento».
Non è stato facile individuare soggetti che avessero voglia di esporsi e raccontare qualcosa di sé. «C’è chi capisce il senso della cosa, altri no. Dipende dal tipo di persona. Speriamo di trovare un numero sempre maggiore di persone che abbiano voglia di condividere qualcosa con noi e partecipare al progetto con entusiasmo. Ma molti non vogliono farsi fotografare, non sapendo cosa sia Faces of Trento». Nel team ci sono anche tre fotografi: Mirco Zancanella, Nicolas Hellner e Marco Sinigoi.
Loro curano la parte fotografica, mentre Martina cerca di cogliere chi siano le persone fotografate, quali aspetti della loro personalità siano più interessanti e veri. Tramite la fotografia e la parola, “Faces of Trento” prova a raccontare gli abitanti di Trento. «La difficoltà maggiore che abbiamo riscontrato è approcciarsi alle persone e fargli capire lo scopo del progetto. Per pubblicizzare l’iniziativa abbiamo avuto il sostegno di Ape, associazione che organizza eventi universitari. Mirco e Nicolas hanno più volte fatto da fotografi alle loro feste. Poi ulteriore aspetto su cui stiamo lavorando è gestire in modo sincronico il lavoro di quattro persone e capire come coordinare il mio lavoro di redazione con il loro di produzione e post produzione».
Non ci sono particolari ambizioni, c’è solo molta voglia di raccontare e poter dare sfogo così alle reciproche passioni. Per Martina scrivere, per i ragazzi fotografare. «Lavoro con persone con cui mi trovo bene e penso che sia un progetto con molte potenzialità. Vedremo nei prossimi mesi gli sviluppi e dove ci porterà questa iniziativa».
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