Trento e (anti)mafia? Vi spieghiamo il perché.

Dagli “scandali” nell’ambiente universitario all’imprenditoria lo spettro della mafia si aggira anche in Trentino. Ne parliamo con Riccardo Salviato, referente del presidio universitario trentino di Libera.

Dal recente “scandalo” dell’appalto dell’università ad un’impresa fortemente sospettata di avere collegamenti con la camorra, alle infiltrazioni ‘ndranghetiste in un’impresa di estrazione di porfidi con sede legale a Trento. Il Trentino non è un territorio normalmente associato alla mafia: dobbiamo sorprenderci?

Non dovremmo, perché è l’opinione pubblica che, sbagliando, pensa che non sia un territorio adatto alla proliferazione delle mafie: la presenza non è opprimente come in altre regioni, ma è comunque tangibile. Tu citi due esempi dalla recente cronaca: le possibili infiltrazioni ‘ndranghetiste che hanno portato al crac della Marmirolo Porfidi, e l’appalto da parte dell’Università di Trento ad un’impresa sospettata di contatto con la camorra. Questi due episodi testimoniano che la presenza qui non è avvertita dalla comunità ma è tangibile perché a dispetto di quanti si possa pensare il Trentino è portatore di grandi interessi economici e di capitali, per cui è interesse della criminalità organizzata inserirsi in questo contesto. C’è anche da sottolineare che le attività giudiziarie sono in corso, quindi non è opportuno lanciare accuse; inoltre, per esempio, l’università di Trento non aveva discrezionalità nella scelta dell’impresa: è un problema del ministero.
Questi episodi rimangono comunque un campanello d’allarme per il Trentino, che si sente immune, ma non è così distante da certe realtà.
Ecco il perché del presidio: approfondire le tematiche della criminalità organizzata, per sensibilizzare il palcoscenico universitario ma anche territoriale. L’inizio non è stato semplice: quando si parla di mafia inizialmente non si associa subito al Trentino la tematica che noi portiamo avanti (la ragione sociale della nostra associazione): la lotta alla mafia, l’educazione, l’informazione e la memoria. Sarebbe ipocrita e stupido pensare, dato che le organizzazioni criminali di cui noi parliamo intrattengono affari con mezzo mondo, che il Trentino sia immune, quando il Nordest è una zona dove l’economia è forte. La mafia va dove ci sono disponibilità economiche e interessi: per cui è importante tenere alta la guardia (soprattutto per le possibilità della Provincia autonoma). È importante fare attività preventiva per le istituzioni e per i professionisti del futuro, per tutte le facoltà, perché la criminalità organizzata si infiltra in tantissimi settori dell’economia: tutti i colleghi universitari si troveranno ad operare in ambienti “a rischio”. La formazione quindi deve essere sia professionale sia come cittadini. È importante saper riconoscere quello che è un fenomeno molto presente in Italia e non solo.

Cos’é Libera? E come si svolge il lavoro di un presidio universitario come il vostro in relazione alle attività dell’associazione?

Libera è informazione, educazione, memoria sulle tematiche dell’antimafia. È un’associazione di associazioni (sono più di 1500). Nel 1996 con la legge 109/96 propone con una raccolta firme il riutilizzo sociale dei beni confiscati: così nasce e si inserisce nel panorama associazionistico italiano. Su questi territori si svolgono i campi estivi di Estate Liberi, settimane di formazione e lavoro proprio sui terreni confiscati, aperti a tutti. Da 25 anni porta avanti la giornata del 21 marzo (inserita nel calendario repubblicano), porta l’informazione nelle scuole e nelle università: qui si inserisce un presidio universitario come il nostro. Per Libera il terminale ultimo territoriale sono i presidi (ognuno intitolato ad una vittima): le sue attività sono coordinate con gli altri presidi territoriali e si inseriscono in un contesto nazionale: una delle prospettive più importanti è creare accordi tra università e Libera (come si sta cercando di fare anche qui a Trento) per rendere più organico l’intervento del presidio nell’università e per portare le tematiche di Libera nel contesto della ricerca universitaria. Inoltre si sta cercando di creare una rete tra tutti i presidi universitari per creare un terreno di lavoro tra ragazzi che condividono questo impegno nell’antimafia sociale, e vogliono riportarlo nei loro territori. Libera tuttora investe sulla formazione dei giovani con i progetti delle politiche giovanili, che riuniscono i ragazzi dei territori di tutta Italia.

Com’è nato il vostro presidio?

Molto semplicemente: un gruppo di ragazzi si è trovato al bar con la volontà di approfondire le tematiche che Libera porta avanti. Vengono fuori le idee e decidono di creare questo gruppo: nel settembre 2015 inizia un percorso, che durerà circa un anno, di formazione del gruppo stesso, e che si conclude con la fondazione del presidio nel giugno 2016. Poiché la nostra attività principale è quella di informare è importante che il gruppo abbia la percezione anche tecnica dei temi e delle modalità in cui Libera si riconosce (per quanto la tematica dell’antimafia sia sconfinata). Durante lo scorso anno per esempio abbiamo partecipato ad un processo e scritto il Patto di presidio durante un ritiro in baita. Diventiamo ufficialmente presidio il 1 giugno 2016, con un evento di costituzione in università il 28 giugno. Abbiamo deciso di intitolare il nostro presidio a Celestino Fava, un ragazzo calabrese ucciso dalla ‘ndrangheta. Una delle attività di Libera è la memoria: Celestino non è una vittima nota, era un ragazzo come noi, aveva 20 anni e stava per cominciare l’università; abbiamo colto la possibilità di onorare una vittima che avesse delle analogie con noi e una famiglia a cui dare sostegno (hanno partecipato all’evento del 28 giugno, e a novembre noi abbiamo partecipato alla commemorazione per il ventennale della sua morte, in Calabria). Il presidio entra nel vivo il settembre 2016: da lì comincia una serie di attività per inserirsi nel territorio e nel contesto universitario (attività di promozione di Libera Terra, autoformazioni, e l’organizzazione di una serie di eventi il 21 marzo, giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia). Siamo diventati una rete, ma soprattutto un gruppo di amici, legati da questo modo nuovo di condividere l’esperienza universitaria.

Come si può partecipare alle vostre attività?

Per contattare il presidio c’è la pagina “Presidio Universitario Libera “Celestino Fava” – Trento”. La mail è pres.unitrento@libera.it. Ci riuniamo periodicamente sia per l’organizzazione di eventi che per la formazione: per partecipare è sufficiente contattare la pagina o mandare una mail, e vi diremo luogo e data della prossima riunione.

Per concludere: i prossimi eventi in programma?

Gli eventi più prossimi sono il ciclo di conferenze sulle mafie in Europa: l’onorevole Davide Mattiello terrà un incontro il 5 maggio e Federica Curtol di Eurojust il 9. Il 25 maggio organizzeremo invece un evento sul doping con Donati (allenatore di Alex Schwarzer) in collaborazione con il CUS. Ci apriamo a qualsiasi tipo di contatto con associazioni universitarie e territoriali che vogliano collaborare con noi: siamo disponibili per progetti e partnership. Insieme all’Universitario vogliamo portare avanti una rubrica informativa sulle tematiche dell’antimafia, sulle nostre attività e sui principali eventi di cronaca che riguardano la presenza di criminalità organizzata sul territorio: spero che da queste pagine nasca in tanti l’interesse per un percorso di impegno e partecipazione come studenti e cittadini!

Abbiamo sentito forte la necessità di trovare un gruppo con cui intraprendere un percorso comune nel quale identificarci.
Riteniamo fondamentale che questo presidio sia uno strumento: luogo aperto a tutti nella filosofia che la diversità è arricchimento per ognuno di noi. Manteniamo un costante sguardo sulla realtà che ci circonda con la volontà di includere e ascoltare prospettive diverse.
Ci impegniamo ad assumere con costanza uno spirito critico verso le idee nostre e degli altri, senza mai avere paura di cambiare.”

Patto di presidio, Trento / Croce D’Aune (BL), 30 aprile 2016

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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