Da Stonewall a Facebook: la storia del Pride, una storia di Orgoglio

Perché l’Universitario ha modificato la sua foto profilo con una bandiera arcobaleno? E perché la stessa bandierina è diventata una delle reactions di Facebook?

A cura di Davide Giovanni Steccanella

La risposta si trova nel significato che il mese di giugno ha a partire dal 1969. La mattina del 28 giugno 1969, la polizia di Manhattan compì uno dei loro ripetuti raid (non puniti dal sistema legislativo, a quel tempo fortemente anti-omosessuale) in un locale gay, lo Stonewall Inn.

Qualcosa, però, andò storto e una folla si radunò fuori dal locale e attorno ai poliziotti che attendevano i furgoni per scortare le persone fermate nel locale alla centrale di polizia.

La folla cantava, dileggiava i poliziotti e, al punto di massima tensione, scoppiò il tumulto spontaneo in strada: volarono bottiglie, pugni, cassonetti vennero rovesciati e avvolti dalle fiamme fino a quando non arrivò la TPF (Tactical Patrol Force) di New York a porre fine il tutto.

Nel pomeriggio, la strada si riempì di graffiti e di manifestanti che, per la prima volta, urlavano al mondo di essere gay e lesbiche e di voler cambiare le cose. Quella notte fu un’altra notte di ribellione e tumulto.

I moti di Stonewall apparvero su tutti i giornali e, di lì a poco, nacque il Fronte di Liberazione Omosessuale – grazie a quei moti accelerò il processo lento di integrazione che molti altri movimenti e gruppi omofili stavano cercando di fare da anni.

Venne fondato un giornale, il “Gay”, e poi l’Alleanza degli Attivisti Gay ed esattamente l’anno successivo al raid dei poliziotti si tennero delle marce di rivendicazione dell’orgoglio di essere omosessuali a Los Angeles e Chicago. Vennero chiamate Gay Pride Marches.

Nel 1971 se ne tennero altre, sempre a giugno, a Boston, Dallas, Milwaukee, a Londra, Parigi, Stoccolma, Berlino Ovest e a New York il corteo si allungò per oltre 50 isolati. Non era mai capitato che così tante persone manifestassero alla luce del sole senza vergognarsi di essere quello che erano, fieri del proprio orientamento sessuale e lontani da una società che voleva accettarli solo se rinchiudevano quella parte di loro nelle mura silenziosa di una casa.

L’organizzatrice della marcia a New York del 1971 si chiamava Brenda Howard e fu sua anche l’idea di introdurre una settimana di eventi intorno al Giorno del Pride (ovvero l’anniversario del raid allo Stonewall Inn) ed è questo il nucleo originario di tutte le marce che, nel mese di giugno, si organizzano in Italia e nel mondo.

Giugno, da quel momento, è considerato il mese del Pride. Si celebra, come una grande festa ma anche una grande commemorazione, l’essere accettati per quello che si è. Senza nessuna discriminazione di genere e orientamento sessuale, liberi di vivere la propria vita al sole, senza aver paura di esprimersi, di essere chi si vuole e amare chi si vuole.

Da Stonewall a oggi molte cose sono cambiate in meglio ma il cammino della completa accettazione è ancora lungo e tortuoso: pensiamo a tutta la disinformazione e all’ostilità che c’è verso quella che erroneamente viene definita Teoria del Gender, pensiamo allo scandalo che durante le presidenziali americane aveva generato una ragazza MtF (Male to Female, ovvero sta attraversando la procedura di rassegnazione del sesso) non operata trovata nel bagno delle donne, o pensiamo semplicemente a tutti i suicidi di ragazzi e ragazze che non si sentono accettati o sono vittima di bullismo.

Durante tutto l’anno, il mese di giugno è una finestra che ci ricorda che dobbiamo combattere e lottare per tutti gli altri mesi, anche nel nostro piccolo, per finalmente arrivare al giorno in cui non sarà più necessario fare coming out e l’omo-bi-transfobia sarà solo un brutto ricordo.

Ogni volta che mettete “mi piace” alla pagina LGBTQ@Facebook per avere la rainbow reaction state commemorando con un piccolo gesto questi quasi 50 anni di lotte per uscire davvero dal famoso armadio*.

[* “uscire dall’armadio” è la traslitterazione del modo di dire inglese “coming out of the closet”, riferito al processo di rivelazione a familiari e amici del proprio orientamento sessuale da parte delle persone LGBTQ]

Davide Giovanni Steccanella, oltre ad essere l’autore dell’articolo, è anche il responsabile della sezione Grafica de l’Universitario

nota: la posizione dello Stonewall Inn a Manhattan (NY) nella cartina.

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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