L’associazione Acropoli, idee che diventano realtà
Tra le associazioni studentesche nate di recente tra le aule dell’Università di Trento spicca Acropoli, fondata nell’autunno del 2016 da alcuni studenti di Ingegneria Edile-Architettura di Trento con l’ambizione di promuovere le discipline che gravitano attorno all’architettura e all’ingegneria.
L’associazione ha sede al DICAM e al momento conta più di centotrenta soci. Agli albori avevamo intervistato alcuni membri dei direttivo ( https://www.luniversitario.it/2017/01/02/acropoli-e-la-sua-lotta-contro-luniversita-esaminificio/) che avevano già una visione molto chiara di quale ruolo avrebbe dovuto ricoprire Acropoli nella formazione degli studenti di ingegneria edile e architettura di Trento. Da allora hanno fatto parecchia strada e concretizzato molte delle loro idee iniziali.
Durante il primo anno di attività l’associazione ha già organizzato diverse conferenze con architetti, designer, ingegneri e artisti, italiani ed internazionali, mostrando subito la voglia di costruire una realtà solida e ambiziosa. Fin dalle origini del progetto i ragazzi di Acropoli hanno considerato fondamentale la nascita di gruppi di progettazione formati da studenti universitari, pronti a rispondere a delle commissioni specifiche o a partecipare a concorsi. Questa prerogativa è stata realizzata con successo durante quest’anno associativo e ne è un esempio il prototipo inaugurato il 22 Settembre al Bicigrill BiciBreak di Faedo. Un progetto sviluppato in seguito a una richiesta specifica mossa dal locale ad Acropoli: rendere visibile il tratto di pista ciclabile tra il Bicigrill BikeBreak e l’accesso della ciclabile in località Masetto (Faedo). La proposta, realizzata dal gruppo di progettazione, è stata questa: illuminare la pista tramite l’utilizzo di vernici fotoluminescenti che si riattivano con la luce solare, in modo tale da renderla facilmente percorribile anche dopo il tramonto senza la necessità di un impianto elettrico tradizionale di illuminazione. Questa installazione comunica messaggi diversi attraverso una segnaletica specifica, disegni e loghi, rappresentati su pali a sezione quadrata. Questi elementi sono raggruppati e disposti linearmente lungo alcuni tratti perimetrali della pista: sono ruotati di 45° gradi rispetto al verso di percorrenza in modo da rendere percepibile e visibile il messaggio grafico in entrambe le direzioni di marcia. Un’iniziativa brillante che mostra la filosofia sottesa all’attività dell’associazione: creare una rete di menti e idee che collaborino e si confrontino durante la progettazione e la realizzazione di un progetto concreto.
Qualche giorno prima dell’inaugurazione al BiciGrill di Faedo, Acropoli ha inaugurato un’altra opera, frutto di un workshop a cui hanno partecipato gli studenti di Mesiano. All’attività di progettazione e autocostruzione hanno contribuito dieci studenti italiani e internazionali. L’iniziativa è stata concepita come un’opportunità di arricchimento culturale e tecnico nell’ambito della progettazione architettonica. Il progetto, denominato Chiasma, è stato strutturato in due parti: una componente progettuale e una pratica-costruttiva, con l’intervento di figure professionali (l’arch. Gianni Filindeu, lo studio Campomarzio, l’arch. Elena Barthel) e docenti dell’Università degli Studi di Trento. Il manufatto, realizzato sulla terrazza di Mesiano, si propone come uno spazio pubblico per l’interazione sociale all’interno dell’Università attraverso la valorizzazione di tecniche costruttive in legno ed elementi caratteristici del paesaggio trentino. La realizzazione del manufatto è stata possibile grazie al sostegno del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica, della Provincia Autonoma di Trento, del TAUT e delle Politiche Giovanili Trento.
“Acropoli attraverso Chiasma ha voluto far fare esperienza agli studenti di un progetto realizzato in scala reale. L’opera costituisce un pretesto per accedere ad un ragionamento più ampio riguardo le implicazioni che un progetto di architettura può avere su sistemi più vasti, come la valorizzazione del contesto urbano e paesaggistico trentino, la promozione di interazioni sociali nello spazio pubblico, la diffusione di attività di progettazione e costruzione collaborativa.” spiega il presidente dell’associazione Giacomo Codroico. “Progettare e costruire un elemento in poco più di una settimana, senza aver mai preso in mano una avvitatore o una trinciatrice, sembrava impossibile ma ce l’abbiamo fatta. E’ stata un’ occasione straordinaria di crescita individuale e culturale. Sicuramente una delle esperienze progettuali più originali e inconsuete realizzate nella nostra esperienza universitaria, ma forse la più efficace”.