Alla riscoperta della natura
di Cecilia Passarella
Sostenibilità ambientale, consumo critico e autoproduzione di prodotti: tre le parole d’ordine per la fiera “Fa la cosa giusta” che si è tenuta a Trento nei giorni di venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 ottobre. Alta l’affluenza – si contavano già 4.000 visitatori alla giornata di sabato – grazie anche ai laboratori, alle attività proposte, ai seminari. Di particolare interesse i numerosi stand di prodotti artigianali e soprattutto ecosostenibili: birra aromatizzata, prodotti alimentari, cosmetici, saponi, abbigliamento. Presenti all’appello anche diverse associazioni, tra cui Amnesty International e le Associazioni Consumatori Trentine.
Ma non si è trattato solo di prodotti e consumatori. Mirare a sensibilizzare l’opinione pubblica al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità, questo è il tema affrontato nel libro di Gabriele Bertacchini, Il mondo di cristallo , una finestra aperta sul mondo attraverso la quale l’autore osserva con un occhio di riguardo la terra, l’uomo e le problematiche ambientali a questi legate. “È fondamentale notare”, dice, “che sta avvenendo un progressivo distacco tra l’uomo e la natura”, e cita a proposito un verso di Leopardi che dice che “il bambino vede tutto nel nulla, l’adulto, al contrario, vede nel tutto il nulla”. Per questo crede sia importante tentare di ritornare alla natura e al nostro legame con essa, attraverso una riscoperta della natura stessa, che può avvenire solo guardandola non più come qualcosa di scontato, ma come qualcosa che ci è stato donato e che possa ancora stupirci. “Ogni cosa della natura è, infatti, unica e necessaria, nulla è inutile, non esistono elementi naturali di cui si possa fare a meno”. Imputabile di questo progressivo allontanamento è l’ipertecnologia che ci “sottrae al contatto più puro con la natura. tutto ciò che
non è visibile e misurabile viene perso”.
Il mondo in cui viviamo sarebbe dunque un mondo “di cristallo”, dove quello che conta è il prodotto finito, la merce, e non i processi intermedi che ne permettono la fabbricazione. Ma è proprio lì che risiede il danno ambientale: nelle industrie, nei trasporti, nello sfruttamento delle materie prime. “Le pareti di questo mondo di cristallo non ci permettono di vedere quelle che sono le conseguenze delle nostre scelte, ma ci pongono davanti solo una cosa: la crescita”. Mentre quello che non è quasi mai osservato dovrebbe invece essere preso in considerazione maggiore: l’impatto. “La terra ci lancia dei segnali in merito al suo stato di salute, sta a noi coglierli: le scelte
che noi facciamo nel nostro piccolo si ripercuotono nel mondo a grandezza globale”.