Guccini, il ritorno: esce l’Ostaria delle Dame
di Alessia Colle
Appare come qualcosa di molto simile a un miraggio, per chi non ne è stato informato, un nuovo album di Guccini nel 2017. Ho pensato che si trattasse di un errore o dell’ennesimo tiro mancino di Spotify per me che non mi decido ad attivare l’opzione Premium, invece no: Francesco Guccini è, di fatto, tornato alla sua Ostaria delle Dame dopo più di trent’anni, ma non a cantare, bensì a presentare questo sorprendente lavoro. Non è nuovo, è molto di più: è un ritrovamento.
Ostaria delle Dame è infatti il titolo dell’album di Guccini uscito il 3 novembre 2017 per Universal Music, su cui sono stati riversati i nastri magnetici di tre esibizioni, una dell’82, una dell’84 e una dell’85. Si tratta, più precisamente, di una raccolta che comprende sei cd, ma acquistabile anche in una selezione di due. In questi, la voce di Guccini viene accompagnata dal chitarrista e amico Juan ‘Flaco’ Biondini.
Significativo è già il titolo: l’ Ostaria delle Dame, viene raccontato nel booklet che accompagna il cofanetto, è un locale aperto dallo stesso Guccini nel 1970 insieme a padre Michele Casali a Bologna; dopo appena tre anni il cantautore lascia l’attività, ma in questi tre anni il locale fa in tempo a diventare luogo privilegiato di associazione, di creazione poetica, di passaggio per personaggi del calibro di Lucio Dalla, Paolo Conte, Roberto Vecchioni. Un luogo in cui, prima di tutto, si beve vino e si gioca a carte.
I motivi per ascoltare questo lavoro nuovo e vecchio, nonostante la qualità dell’audio non sia ottimale, sono molteplici, ma ne citerò soltanto alcuni: in primo luogo la qualità stessa dell’audio, la quale agli amanti dei
bei tempi antichi ricorderà le musicassette fatte ascoltare dai genitori prima del trionfale avvento del
compact-disk; poi, l’invito dello stesso Guccini al suo pubblico a mettersi d’accordo sulla «accoglienza
travolgente» da riservare a Canzone per un’amica , un’accoglienza tipica dei palazzetti dello sport ma non
sentita dal cantautore quella sera all’Ostaria; infine, la dissertazione sul valore del nickel, moneta da cinque
centesimi del dollaro, se sia una «mancia vorticosa» oppure «da straccione», premessa ad Autogrill,
brano in cui, alla fine, Guccini racconta di lasciare, appunto, una mancia di quel valore.
Altra ragione per prendere in considerazione l’ Ostaria delle Dame è che tanto gli appassionati quanto i profani sentiranno qualcosa di nuovo e di inedito: oltre al fatto che degli intro sono preposti ad ogni brano, significativo è che a pezzi notissimi e, per così dire, classici, ne vengano affiancati altri meno conosciuti ma, allo stesso modo, degni di essere ascoltati.