L’Erede è tra noi, uno sguardo a Voldemort: Origins of the Heir
Ebbene sì, è finalmente disponibile online il fanfilm non ufficiale ambientato nel magico mondo che abbiamo imparato ad amare attraverso la saga di Harry Potter: Voldemort: Origins of the Heir. Si tratta di uno splendido medio metraggio della durata di circa cinquanta minuti in cui si fa luce su uno dei numerosissimi punti sui quali la vera madre di Harry Potter, la scrittrice britannica J. K. Rowling, ha lasciato carta bianca all’immaginazione del lettore o, come in questo caso, dei registi. Il tema è quello dei quattro mitici fondatori della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, iniziatori delle celeberrime quattro case in cui ogni apprendista mago o strega viene smistato dalla sentenza del cappello parlante.
Per la verità la storia non tratta direttamente dei quattro eroi ecisti della saga potteriana, ovvero Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde e Godric Grifondoro, bensì dei loro quattro diretti discendenti, giovani studenti tra i quali spicca Tom Riddle (un impeccabile Stefano Rossi), futuro Lord Voldemort e di come proprio Colui – che – non – deve – essere – nominato sia venuto in possesso di alcuni degli Horcrux che abbiamo conosciuto nella saga di Harry Potter.
Il medio metraggio segue il leitmotiv del racconto nel racconto: la strega britannica Grisha McLaggen (Maddalena Orcali/Aurora Moroni), discendente di Grifondoro, sottoposta al veritaserum, pozione che obbliga chi la assume a dire solo la verità, si immerge nella narrazione delle vicende che l’hanno portata a ritrovarsi nella difficile situazione in la trova lo spettatore e dalla quale sembra impossibile uscire. Mi sia concesso di esprimere tutto l’apprezzamento possibile per il modo in cui è stato rappresentato l’effetto del veritaserum sulla psiche di chi lo assume, un dettaglio che anche ai registi della saga ufficiale non sembra essere mai interessato.
Il racconto prende così inizio e lo spettatore, con un velo di nostalgia negli occhi, si immerge volentieri nei cari ambienti del buon vecchio mondo potteriano, che, a giudizio di chi scrive, reggono pienamente il confronto con i luoghi e le atmosfere a cui il pubblico è stato abituato dalla saga cinematografica omonima a marchio Warner Bros.
Una punta di orgoglio sta nel fatto che l’intera ideazione del progetto è ad opera di un regista italiano, Gianmaria Pezzato. Tra i numerosi commenti che sono stati caricati sotto il video, disponibile su YouTube, non mancano esternazioni di entusiasmo per il film, dalla regia alla produzione esecutiva, dagli effetti speciali alla recitazione, tutto per così dire Made in Italy e tutto a regola d’arte. Si aggiunga inoltre che non solo l’idea è nata (ed è stata interamente realizzata) in Italia, ma proprio a Trento, ci piace pensare in qualche locale poco illuminato e dal forte tanfo di zuppa di piselli, tra una battuta e l’altra, magari davanti a un po’ di rigenerante succo di zucca.
Gli stessi attori sono degli habitué della città di Trento (chi per lavoro, chi per motivi di studio o chi, più semplicemente, perché ci è cresciuto) e persino le bellissime riprese esterne sono state realizzate sui monti trentini; insomma, è proprio il caso di dirlo: l’erede è tra noi, nel senso letterale dell’espressione.
Il medio metraggio regala la giusta dose di emozioni allo spettatore, tramite duelli degni di un vero e proprio film della Warner Bros e attraverso colpi di scena che non ci si aspetterebbe così ben riusciti in una produzione di appena cinquanta minuti.
La recitazione è spesso in italiano, doppiata poi in inglese da attori anglofoni; e qui forse l’unica pecca: il doppiaggio è infatti a tratti impreciso e il labiale a volte stordisce un po’ rispetto al parlato. È comunque apprezzabile la scelta di mantenere la lingua inglese, probabilmente dovuta alla volontà di essere più vicini al mondo molto britannico di Hogwarts e al desiderio di raggiungere un pubblico internazionale, dando l’opportunità a tutti di godere di questo piccolo gioiellino per appassionati di Harry Potter.
Trovo che, con qualche ritocco e sistemazione, Voldemort: Origins of the Heir potrebbe essere incluso ufficialmente tra i film della saga di Harry Potter. Se non si arriverà a tanto, ci si augura comunque che questo spin-off non ufficiale possa essere l’inizio di una collaborazione tra chi ha realizzato e dato il proprio contributo a questo progetto e la Warner Bros, affinché se ne possa creare un vero e proprio lungometraggio in cui possa essere sviluppata la storia che ci è stata così bene presentata da Pezzato e che, devo ammetterlo, mi ha personalmente molto incuriosito.
Questo progetto farà indubbiamente parlare di sé: otto milioni di visualizzazioni in tre giorni rappresentano un record, un dato mediatico che non potrà passare sotto silenzio.
Rimane nel complesso un ottimo lavoro, soprattutto considerato il budget non certo da colossal e il tema trattato che, per quanto occupi un ruolo delicato all’interno della saga potteriana, è stato maneggiato con maestria e consapevolezza, senza che ne andasse della storia originale; si tratta anzi, a mio avviso, di un degno approfondimento.
Guardando il film, assistendo ai discorsi e ai duelli tra il tassorosso Lazarus Smith (Andrea Bonfanti), il corvonero Wiglaf Sigurdsson (Andrea Baglio/Andrea Deanesi), Grisha e Tom Riddle viene voglia, una volta di più, di tornare con la fantasia a quella lettera che nessuno di noi ha mai ricevuto e a quei luoghi ai quali tutti gli appassionati della serie sognano ancora di appartenere.
SPOILER QUESTION:
Che l’Igor che compare alla fine del medio metraggio non sia un giovanissimo Karkaroff alle prese con le sue prime esperienze in Russia? Anche instillando questi piccoli dubbi, il lavoro risulta riuscito appieno!