La notte dopo il voto e la Terza Repubblica
[Nella foto di copertina un’attivista francese delle Femen che, dopo aver aspettato Silvio Berlusconi nel suo seggio milanese, sale sul tavolo, si toglie la maglietta e mostra la scritta “BERLUSCONI SEI SCADUTO” – abbastanza emblematica, se si guarda al risultato ottenuto dalle forza politiche della cd. Seconda Repubblica]
La notte tra il 4 e il 5 marzo 2018 è una tempesta – prevista – dopo una calma surreale: le previsioni vedono tranquillamente in testa i Cinque Stelle e la coalizione che mette assieme le forze di destra, ma calato il sole e iniziati gli exit poll gli scenari parlamentari (quindi anche di Governo) prendono una direzione particolare.
In televisione (tutti calamitati dal TGLa7 diretto da Enrico Mentana) e sui social network si delinea un matrimonio d’interesse tra il Movimento, definito pilastro della prossima legislatura, e una forza destrorsa in particolare, la Lega di Matteo Salvini – una Lega, sulla carta, non più interessata a rappresentare solo il nord, e che per la prima volta supera Forza Italia del Cavaliere; ovviamente gli esponenti politici di quest’ultima smentiscono il matrimonio e sottolineano la vittoria della coalizione di destra.
Durante la diretta notturna a Radio Radicale arrivano indiscrezioni che parlano delle dimissioni di Matteo Renzi, dato che il suo Partito Democratico non sembra raggiungere il 20% dei voti (dimissioni poi confermate durante la giornata del 5 marzo). La forza che dovrebbe fare da principale opposizione sembra quindi più logora che mai, per non parlare delle altre liste minori.
Insomma, una tempesta, auspicata, ma pursempre una tempesta. Giudizi di valore a parte, non si sa proprio cosa aspettarsi questa notte e da questa legislatura, che Luigi Di Maio – candidato premier del Movimento – non esita a definire l’inizio della Terza Repubblica.