Il comizio della Lega e l’assenza dell’argomento Università | KAFFEE
La rubrica d’opinione IL KAFFEE potrebbe ricordare Il Caffè di Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera. Il maestro la descrive come una tazzina di parole al giorno, per discutere, scherzare, sfogarsi, consolarsi. Invece no. IL KAFFEE è più di una tazzina; è più lungo del dovuto, ma serve a tenerti sveglio. Solitamente parte positivo, commenta l’argomento in questione e conclude demoralizzato; ma mai senza speranza. Come quando, dopo un pessimo caffè, si spera nel sapore del prossimo. Perché c’è sempre un KAFFEE dopo un KAFFEE. E se dici che questo è l’ultimo, stai mentendo a te stesso.
TRENTO | Sorvoliamo sullo sfortunato incontro tra studenti e forze dell’ordine, per evitare opinioni troppo forti.
Concentriamoci sul comizio della Lega per la chiusura della campagna elettorale provinciale. Presenti alcune centinaia di persone – non più degli oppositori presenti alla partenza del corteo nel centro storico; in entrambi i casi il distillato di militanti è allungato da curiosi. Entrata della Biblioteca Universitaria Centrale spostata sul retro per non creare viavai non desiderato.
Siamo al parco Fratelli Michelin delle Albere, se la zona della Biblioteca non fosse già nota. Dopo alcuni convenevoli, interviene l’assessore lombardo Galli, il quale parla sostanzialmente della «storia dell’autogoverno» dei trentini (interpretando in maniera un po’ forzata questo concetto – una sorta di versione nobile del “barbaro padano” novecentesco). Molinari – capogruppo dei deputati della Lega – parla di Fugatti, del fatto che lascerebbe «addirittura la poltrona romana» (che scalda occupandosi di Sanità al momento) per il Trentino, in caso di vittoria. Si passa dalla carissima “regolamentazione dell’immigrazione”: con quattro mesi di «cura Salvini» saremmo arrivati a zero migranti, secondo Molinari (anche se il trend in discesa antecede cronologicamente l’arrivo di Salvini al Ministero, e ancora non ha raggiunto lo zero). Ovviamente si tratta anche di occupazione dei cittadini italiani prima degli “ultimi arrivati”, che devono essere regolamentati. Anche il giovane Bisesti – segretario ventinovenne della Lega in Trentino – parla di occupazione: «ritorno del lavoratore italiano» in patria e importanza della propaganda leghista in Trentino. Il deputato calabrese Furgiuele spiega che «la Lega sta cambiando»: è evidente, in altri tempi politici sarebbe stato fischiato e cacciato in quanto calabrese (non più di una trentina di anni fa i miei genitori venivano appellati “terùn” da sconosciuti solo perché guidavano nel veronese con una 127 targata BA, figuriamoci). Si parla di macchie da pulire, metafora nella quale il Trentino non leghista sarebbe la macchia tra i verdi Friuli, Veneto e Lombardia.
Mentre il candidato Presidente Maurizio Fugatti parla di A22 (la giunta regionale ha dato il via libera alla nascita della nuova società che otterrà la concessione dell’A22 per i prossimi 30 anni) e della presenza di minoranze linguistiche nella coalizione di centrodestra, l’attenzione viene catalizzata da Matteo Salvini, che scende a salutare i fans, dopo una “comparsata” con foto sul palco.
Salvini esordisce dicendo che sarà «l’ultima volta che avranno luogo manifestazioni in centro con fumogeni e oggetti lanciati». Dopo un po’ di show (sale sul palco anche una coppia in viaggio di nozze e incassa un “auguri e figli maschi” dal Ministro) inizia a parlare dei problemi del “paese reale” e del fatto che porterà la figlia con sé al Consiglio dei Ministri di sabato 20 ottobre – incontro obbligato date le tensioni col partner pentastellato, nate dalla questione condono.
Si parla di molti bonus agli italiani giovani e anziani, ma, escusa una locandina sulla Scuola in relazione alla Famiglia (letteralmente: Scuola -Famiglia e Fugatti Presidente, nessun’altra scritta sul giallo manifesto), non si dice nulla di “bonus” all’Università. Foss’anche un discorso dedicato all’istruzione intesa in maniera generica. Non si capisce se la Lega in Trentino voglia un’Università autonoma in una Provincia Autonoma o Università della Provincia Autonoma. Peraltro la tematica universitaria non ha avuto molto spazio nel dibattito pre-elettorale, nonostante l’Università ed i suoi studenti siano attori socio-economici fondamentali in Trentino.
Per questo motivo abbiamo lasciato il nostro contatto a Maurizio Fugatti (il candidato Presidente quotato come vincitore, surfista di un’onda dai caratteri epocali: il primo governo autonomista formalmente di destra in Trentino), sperando che abbia voglia di confrontarsi con noi circa questioni finanziarie e politiche universitarie. ■
di Francesco Desimine