“Unitrentosucks” e l’intrattenimento universitario a Trento
di Francesco Cordioli
Se state facendo zapping su Instagram e venite catturati dalla foto di un decolté piuttosto generoso con un’incisione a pennarello nero indelebile che recita “UNITN”, eredità del periodo d’oro in cui su Spotted la competizione tra il genere femminile ha intrattenuto migliaia di studenti annoiati, non fatevi confondere dal nome della pagina: unitrentosucks. Non è né la versione locale di un sito per adulti, né vuole significare che UNITN fa davvero schifo. Anzi. Sembra che Unitrentosucks abbia ormai monopolizzato l’intrattenimento per universitari.
“La comicità dei meme, a me non fa proprio ridere. Tutto il tipo di comicità che c’era sui social non era abbastanza savage per me”.
Mak, goriziano, terzo anno di Ingegneria Industriale, è il volto della pagina. Con la passione di fare video da quando ha 12 anni, la notte del 5 dicembre 2018 decide di lanciare l’account Instagram con l’idea di creare un tipo di intrattenimento più moderno, che coinvolga anche gli studenti nella creazione dei contenuti: una specie di Spotted 2.0, più dinamico e interattivo, sulla piattaforma social che è ormai la più utilizzata dagli universitari. Per ora il formato è semplice ma efficace: video-selfie di Mack in cui racconta qualche storia (per chi non li avesse visti, ci sono alcune perle di epicità), o video di altri studenti che vengono ri-postati. Ma c’è di più. La pagina vuole anche essere il punto di riferimento per gli eventi e le serate a Trento. L’idea di fondo è quella che, stanco della gente “presa male” per lo studio o che continua a lamentarsi che “a Trento non c’è niente e fa tutto schifo”, la pagina vuole essere una soluzione innovativa che catturi il meglio della vita universitaria e renda gli studenti consapevoli di quanto gli anni passati a Trento possano essere belli e appaganti sotto tutti i punti di vista. Ed è proprio qua che la storia di Mack si unisce ad un’altra storia: quella di “Goosebumps”. Letteralmente, “pelle d’oca”. E la scelta del titolo non è casuale.
La storia del progetto “Goosebumps”
“Goosebumps” è un’associazione composta da 6 ragazzi, tutti del secondo anno a cavallo tra giurisprudenza e economia. Il progetto nasce all’inizio dell’anno accademico, ed è tutto tranne che improvvisato o banale. Basta fare un salto sulla loro pagina Instagram per imbattersi in post dal contenuto grafico ricercato e dalle descrizioni profonde. Tra tutte spicca l’allegoria del Drago, che siede sul tetto del Duomo e rappresenta la creazione-distruzione dell’innovazione che arriva in città. “Trento è una smart city, una città innovativa, e riesce ad essere innovativa su tutto, tranne che sul dare spazio e opportunità ai suoi 20 mila studenti, un quinto della popolazione”. Così parla Giuseppe, membro dell’associazione. “Quando ho detto che avevo deciso di andare a studiare a Trento, la gente mi diceva ma cosa vai a fare là, quella città è morta. Io mi arrabbiavo, proprio perché è morta, bisogna fare qualcosa”. Così, a Gennaio 2019 parte la joint venture con la pagina unitrentosucks, e l’associazione è pronta per decollare. Lo scopo è innanzitutto quello di dare spazio a una cultura musicale, l’hip-hop, che nel 2018 è stato il genere musicale più ascoltato nel mondo. I ragazzi di Goosebumps hanno cominciato con l’organizzazione di due aperitivi alle Albere, presso il panificio Cirilli, che hanno subito riscosso grande partecipazione e soddisfazione da parte degli studenti, grazie a due semplici ingredienti: alcol a prezzi onesti e dj set di qualità. Il prossimo evento si svolgerà mercoledì 13 marzo in Cantinota, in collaborazione con Unitherapy. Dietro questi eventi si nasconde l’ambizione di realizzare quello che sarà il “big Evento” con la “E” maiuscola, che dovrà svolgersi ad Aprile e sancirà l’apertura definitiva della città all’innovazione musicale e alla cultura Goosebumps. Ma al di là degli eventi, quello che i ragazzi ci tengono a comunicare è che a partire dall’innovazione musicale il loro sogno è di stimolare altri studenti a mettersi in gioco, a innovare, a sviluppare un’idea e rivoluzionare la città per renderla finalmente adatta alla sua popolazione studentesca: “noi siamo all’università, il posto che forma le persone di domani. Ma domani, se non sei in grado di portare avanti un’idea, non vai da nessuna parte”.
Ed è in questo punto della storia che si inserisce l’ultimo personaggio mancante: Lenoir. Letteralmente, “il nero”, anche se lui è mulatto, mezzo valdostano mezzo ivoriano. Ex-studente triennale di sociologia ora iscritto al primo anno di magistrale in Management, Lenoir è un rapper che a Gennaio ha lanciato il suo profilo Spotify: nei suoi testi è possibile ritrovare sia riferimenti biografici intimi e personali, che citazioni vive e colorate della vita universitaria nei luoghi di Trento. In particolare, Lenoir ha una lunga carriera nella vita del divertimento universitario trentino: “io in questi anni a Trento ho fatto solo belle cose, mi sono divertito tantissimo in questa città, e nei miei testi provo a catturare alcune delle immagini più belle e positive così che anche gli altri possano riviverle”. Quest’anno sarà il suo ultimo anno a Trento e il suo sogno è quello di riuscire ad esprimere musicalmente un messaggio positivo che arrivi anche ai posteri, che sintetizzi il bello della città e dei modi in cui può essere vissuta. Proprio per il messaggio, per il fatto di fare musica e portare avanti un progetto innovativo, Lenoir ha stretto buoni rapporti con Goosebumps e unitrentosucks, e insieme i tre cercano di fare rete e sostenersi a vicenda per portare definitivamente il cambiamento e rivoluzionare l’immagine di Trento, sia all’esterno che agli occhi dei suoi stessi studenti. Senza dubbio, il clima politico non è dei più favorevoli. Infatti, come afferma Giuseppe, “noi possiamo anche fare gli aperitivi, dare spazio ai rapper emergenti e tutto. Ma se poi l’amministrazione non crede in noi, non investe e non ci dà spazi, la cosa non si può sviluppare”. Il messaggio è abbastanza chiaro. Se verrà recepito, non si può sapere. Certo è che a Trento la musica sta già cambiando, con o senza l’amministrazione.