La settimana di LiberaIdee e la giornata della memoria di giovedì 21 a Padova

di Matilde BorzoneAlessandro Giglioni

 

LiberaIdee rappresenta un progetto di ricerca sociale partecipata con cui l’associazione Libera si interroga su un aspetto cruciale del proprio operato: la consapevolezza della popolazione rispetto al fenomeno mafioso, sempre più legato a quello della corruzione.

Il progetto si è concretizzato nella somministrazione di oltre 10000 questionari con domande volte a cogliere la percezione che la cittadinanza ha della criminalità organizzata, delle modalità in cui questa opera, dei possibili strumenti di contrasto e degli effetti sul tessuto economico, sociale e culturale.

La ricerca ha evidenziato la diffusa incapacità di mettere a fuoco il crimine organizzato di stampo mafioso nelle sue più attuali manifestazioni e nel suo continuo adattarsi ai cambiamenti della società. Se a tutto ciò si aggiunge una difficoltà nell’individuazione dei mezzi di resistenza che si ha a disposizione, emerge come sia diventato ancora più complesso saper leggere criticamente la propria terra.

Questa considerazione è testimoniata dai dati sulla percezione della mafia come fenomeno globale. In Trentino-Alto Adige il 75,9% della popolazione ritiene infatti la mafia un problema di dimensione mondiale (con percentuali simili sia a livello di Nord-Est che a livello nazionale), ma quando viene chiesto agli intervistati di rispondere in riferimento alla propria regione, il 58,9% pensa sia marginale e solo l’ 8,7% la considera pericolosa. 

Analogamente, il 47,3% degli intervistati nel Nord-Est Italia non vede le mafie come un pericolo che interessa il proprio territorio.

Ciò che ne deriva è la rappresentazione di una mafia che è sì globale, ma non a casa propria, rimanendo lontana e astratta. Soprattutto vuol dire che la mafia non è sentita come un fenomeno propriamente nazionale.

E quindi esistono due posti della realtà. Un confortante, virtuoso “qui” e un semifantastico, corrotto “là”. “Qui”, c’è una terra materna che con i propri anticorpi rende i suoi cittadini immuni alla criminalità. “Là”, c’è una terra ostile che genera miseria, vuoti istituzionali e sociali utili per un fertile radicamento delle mafie.

Però la vera scoperta è che “ qui” e “là” sono lo stesso luogo, lo stesso tempo.

Ma LiberaIdee diventa anche altro, per rendere i dati della ricerca spunto di riflessione e di slancio per un esame approfondito. È un viaggio, entro e oltre confine, che conta più di 200 tappe, il cui scopo non è la sterile divulgazione dei risultati, ma la realizzazione, nei vari eventi in cui si declina, di feconde occasioni di confronto e dialogo con la cittadinanza. Piazze, scuole e università chiamate a diventare sedi di un processo di responsabilizzazione e di sviluppo di analisi critica della realtà circostante. 

Nella settimana dall’1 al 7 marzo LiberaIdee è approdata in Trentino-Alto Adige, coinvolgendo associazioni della dimensione universitaria e non, assieme a cooperative e ordini professionali, nell’organizzazione di laboratori, conferenze, momenti di aggregazione e discussione sulle tematiche affrontate dalla ricerca.

Abbiamo iniziato l’1 marzo, in Sala Conferenze presso il Dipartimento di Economia, in cui è stato presentato il rapporto relativo al Trentino-Alto Adige.

Sabato 2 si sono tenuti a Trento due laboratori: il primo alla libreria “la seggiolina blu”, il secondo al Muse. In entrambi si è cercato di portare buoni esempi di riutilizzo sociale dei beni confiscati, anche facendo riflettere i piccoli uomini e le piccole donne di domani sull’importanza e il rispetto dell’ambiente.

La sera ci siamo spostati a Rovereto per “Tomatology”: presentazione della graphic novel di Sara Filippi Plotegher, preceduta da un aperitivo realizzato con prodotti della Consorzio Libera Terra.

Siamo ripartiti lunedì 4 con una conferenza a Pergine Valsugana, sullo sfruttamento del lavoro e ambientale presente nella fiorente industria trentina del porfido, e il giorno successivo ci siamo divisi tra Trento, dove abbiamo parlato di corruzione, e Bolzano, dove abbiamo raccontato di beni confiscati e delle buone pratiche di riutilizzo.

Il 6 abbiamo cercato di capire insieme al Centro Astalli l’impatto della legge sicurezza sui beni confiscati e sull’immigrazione.  

Giovedì 7 al Liceo A. Rosmini alcune classi hanno presentato il loro progetto di alternanza scuola-lavoro, in cui sono stati coinvolti delle volontarie e dei volontari di Libera Trentino attraverso un percorso di formazione e informazione sulle mafie, in preparazione del viaggio che gli studenti hanno intrapreso a Palermo per conoscere la realtà dell’associazione “Addiopizzo”.

L’evento conclusivo s’è tenuto ad Arco, dove si è parlato di memoria e della sua importanza per costruire un comune patrimonio narrativo che delinei la Grande Storia attraverso le tante storie.

Queste sono solo alcune delle attività che Libera svolge durante l’anno. Il 21 marzo a Padova – e contemporaneamente in moltissime città italiane – è stata organizzata una delle giornate più importanti, perché si ricordano le vittime innocenti di tutte le mafie, si fa atto di memoria, ci si prepara all’impegno.

Fatevi coraggio: perché essere cittadini attivi è faticoso, vuol dire essere attenti alla cosa pubblica, nel senso più ampio di vita collettiva che si esplica nelle relazioni tra i soggetti che popolano i nostri territori e i nostri contesti. Vuol dire rendersi consapevoli dei fenomeni che si compiono attorno a noi, perché solo così la caligine si dissolve e l’altro da sé ci si presenta e si definisce come parte del mondo che viviamo, aiutandoci a conoscerci e riconoscerci senza cortocircuiti di intelligibilità. 

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