Lo Stato Sociale e Luca Genovese presentano Andrea: “Le città sono di chi le possiede o di chi le vive?”
di Alberto Francesconi
“Le città sono di chi le possiede o di chi le vive?”
È questo l’interrogativo bruciante con cui ieri si è dovuta confrontare la platea dell’aula Kessler, al dipartimento di Sociologia. L’occasione è stata la presentazione di “Andrea”, graphic novel de Lo Stato Sociale con illustrazioni di Luca Genovese, alla quale hanno preso parte lo stesso fumettista insieme ad Alberto “Bebo” Guidetti, membro della band nonché scrittore del libro, e a due membri di Acropoli, associazione di studenti universitari di Architettura e Ingegneria Edile. La graphic novel ha come protagonista Andrea, gestore di un bar nella periferia di Bologna, sopraffatto dalla decisione del comune di abbattere quello stesso bar che rappresenta il fulcro della sua esistenza. La tematica attorno a cui ruota la storia di Andrea è quella del profondo conflitto sociale che troppo spesso nasce in occasione della riqualificazione delle periferie (argomento che a Trento viene affrontato da varie associazioni, tra cui Acropoli).
Bebo, così ha voluto essere chiamato lo scrittore, in un clima di assoluta libertà e confidenza tra pubblico e relatori ha subito sottolineato che il libro non ha alcun “intento di evangelizzazione”: nel trattare un tema delicato come quello delle periferie, frequentemente bistrattate e malviste dall’opinione pubblica, gli autori hanno voluto mostrare la vita normale di un uomo debole, vittima della gabbia che egli stesso ha contribuito a costruirsi attorno. Andrea è un personaggio straordinariamente ordinario, un uomo fragile e frustrato, con cui è facile empatizzare ma in cui è difficile immedesimarsi; è un “individualista antipatico e depresso”, per usare le parole di Bebo.
L’illustratore Luca Genovese ha spiegato di aver avuto carta bianca su tutto il comparto grafico dell’opera, in cui un azzurro grigiastro fa da unico sprazzo di colore in un mondo in bianco e nero, dai contorni sporchi e dalle atmosfere opprimenti. Cruciale è poi il ruolo della natura, realtà in cui il nostro protagonista si rifugia alla disperata ricerca di un paesaggio pacifico, tanto esteriore quanto interiore. I membri di Acropoli hanno poi avuto modo di parlare di un tema particolarmente caro all’associazione, quello del coinvolgimento attivo della cittadinanza nelle decisioni urbanistiche più rilevanti: secondo Giorgia “il cambiamento urbano deve essere partecipato, deve avvenire poco a poco e i cittadini devono poterlo vivere pienamente”.
Il filo conduttore dell’intera presentazione è stato quindi il concetto di confronto e compromesso: così come Andrea realizza di non poter vivere passivamente le rivoluzioni urbanistiche e sociali che all’improvviso lo circondano, ciascun cittadino deve sentirsi responsabilizzato, deve cercare di prendere parte al cambiamento che le nostre città (e in particolar modo le periferie) si trovano sempre più a dover fronteggiare.
Particolarmente ricca è stata anche la parentesi finale di domande dal pubblico, grazie alla quale si sono toccate tematiche tra le più disparate, dall’eclettismo artistico de Lo Stato Sociale all’importanza di un approccio critico alle problematiche affrontate, passando per la questione (architettonica ma non solo) del quartiere trentino delle Albere.