Cameriere, c’è del femminismo nel mio cinecomic!
Captain Marvel (2019)
Regia: Anna Boden, Ryan Fleck
Sceneggiatura: Anna Boden, Ryan Fleck, Geneva Robertson-Dworet
Cast: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Jude Law, Annette Bening
Durata: 2 ore e 3 minuti
Genere: Azione, Avventura, Fantascienza
Secondo alcuni questo avrebbe dovuto essere un disastroso flop commerciale per i Marvel Studios, con perdite dell’ordine delle centinaia di milioni di dollari. Basta cercare “Captain Marvel fail” su YouTube per trovare tutta una lunga serie di video che, prima dell’uscita del film, avevano pronosticato il suo fragoroso quanto inevitabile fallimento. Il film è uscito ed è da giorni in vetta a tutte le classifiche mondiali, con numeri strepitosi in costante aggiornamento. Per giunta non si può certo dire che abbia invertito una tendenza: è da un decennio ormai che i film Marvel disintegrano i botteghini, quindi perché mai qualcuno avrebbe dovuto pensare che questa sarebbe stata l’eccezione alla regola?
Perché una parte della fanbase aveva rumorosamente annunciato il boicottaggio del film mesi prima della sua uscita in seguito ad alcune dichiarazioni della protagonista Brie Larson a favore di una maggiore diversità nel mondo del cinema, dichiarazioni che erano state giudicate discriminatorie nei confronti degli uomini e dei bianchi.
Personalmente credo che le parole dell’attrice siano state solo la scintilla che ha acceso una miccia già pronta a bruciare da tempo. Sono in molti infatti a credere che sia in atto una tendenza alla politicizzazione di film, serie tv e quant’altro, volta a renderli più “SJW friendly”, per così dire. Ora, nonostante questa parte della fanbase col senno di poi si sia dimostrata non troppo rilevante e la miccia crepitante non abbia fatto scoppiare nessuna cartoonesca bomba, ci tengo comunque a sottolineare quanto sia stupido accusare un film Disney/Marvel di essere politicizzato quando l‘agenda politica di simili società è caratterizzata esclusivamente da un impegno costante e instancabile nell’arraffare quanti più baiocchi possibili. Detto questo cercherò di parlare del film astenendomi da ulteriori considerazioni politiche.
Siamo nel 1995. Vers (Brie Larson) vive sul pianeta Hala ed è un membro della Starforce, una squadra di guerrieri alieni d’élite al comando di Yon-Rogg (Jude Law). Nel corso di una missione militare spaziale, Vers finisce accidentalmente sul pianeta Terra dove incontra l’agente dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury (Samuel L. Jackson) e si rende protagonista di tutta una serie di fumettistiche avventure.
Non posso dire che il film mi abbia entusiasmato, è piuttosto grigio e in fondo anche abbastanza scontato. Ma c’è una macchia di colore sgargiante che risalta tra questo grigiore: la protagonista. Brie Larson, prima protagonista femminile di un film dell’universo cinematografico Marvel, è sicuramente il miglior motivo per andare a vedere Captain Marvel. È una delle migliori attrici della sua generazione e, nonostante abbia già vinto l’Oscar nel 2016 per Room, credo che abbia ancora delle grandi potenzialità inespresse. La vedremo, ad esempio, nel prossimo film di Charlie Kaufman (l’autore di Synecdoche, New York) e lì spero che reciterà in un ruolo in grado di renderle nuovamente giustizia, dato che in Captain Marvel non si può dire che la sceneggiatura sia all’altezza dell’interprete. Brie Larson non si lascia imbrigliare dai limiti di questo film, ma riesce a dar vita ad un’eroina forte, carismatica, gagliarda. Il film poggia quasi totalmente sulle sue spalle e lei ne sostiene il peso senza sforzo: è una meraviglia vederla lottare a mani nude, volare alla velocità del suono e sprigionare tutti i suoi poteri. La prima supereroina protagonista di un film Marvel si impone come uno dei personaggi migliori di tutto l’universo MCU.
Io però ho un problema con i film del MCU: mi sembrano tutti molto, troppo simili. Purtroppo questo non fa eccezione: tolta la performance strepitosa di Brie Larson, mi è sembrato il solito film Marvel. Sono certo che un fan è in grado di notare quei dettagli che rendono unici i singoli cinecomics ma uno spettatore medio come me vede solo una serie infinita di film che si susseguono uno identico all’altro.
Quell’insieme di regole e linee guida che vengono imposte ai registi dei vari film Marvel per dare uniformità stilistica al franchise secondo me finiscono col comportare un appiattimento stilistico verso il basso. A parte poche eccezioni come Thor: Ragnarok e Guardiani della Galassia, questi film sembrano scritti tutti dello stesso sceneggiatore e diretti dallo stesso regista, questo perché le linee guida di cui sopra a mio parere limitano (alcuni direbbero soffocano) le libertà artistiche degli autori. Captain Marvel è diretto da Anna Boden e Ryan Fleck, due registi di film indipendenti che qui non fanno sentire assolutamente la loro voce: la regia è innocua, manca di mordente. È semplicemente un altro film Marvel come ne abbiamo già visti a decine.
Se siete dei fan del MCU vi posso rassicurare: in Captain Marvel troverete tutto quello che avete apprezzato negli altri cinecomics. Se invece appartenete alla schiera degli scettici non sarà certo questo film a farvi cambiare idea.