Non è un bel periodo per Torre Maura, quartiere di Roma protagonista di violente proteste da parte dell’estrema destra, tra cui Casa Pound e Forza Nuova, contro l’arrivo di un gruppo di persone di etnia rom. Destinati ad essere ospitati nella struttura di via dei Codirossoni, un’ex casa di riabilitazione, hanno fatto infuriare la gente del posto dando via ad una vera e propria caccia alle streghe. In un comizio di Casa Pound si è fatto largo tra la folla Simone, quindici anni, che nulla voleva se non avere un confronto con loro. Simone è residente a Torre Maura ed in tre minuti è riuscito a zittire chi, come dice lui, è contro le minoranze. Le cinque cose che Simone mi ha insegnato sono:

1. Prendersela con le minoranze, ultimamente, è diventato solo un pretesto per farsi sentire. Voler essere ascoltati non è sbagliato di per sé, ma non giustifica il bruciare l’auto degli operatori o il calpestare i panini destinati alle famiglie di etnia rom.
2. Settanta persone con un’etnia diversa non cambiano la vita.
3. Il problema non è il rom che mi svaligia casa, ma il fatto che qualcuno mi svaligia casa. Che sia straniero o italiano ad entrare in una proprietà privata, a rubare rimane un ladro teoricamente.
4. Bisogna pensare con la propria testa, e non pensare a ciò che ti dicono di pensare.
5. Nessuno deve essere lasciato indietro, né italiani, né rom, né africani, né qualsiasi tipo di persona. Per finire questo è un fondamentale diritto umano.

Siamo abituati a complicare le cose, a rendere tutto più difficile di quanto è in realtà. Poi arriva un ragazzino e ci riporta con i piedi per terra, dicendoci che la via dell’odio non è la soluzione. Seguire un partito politico non deve annullarci come individui dotati di buonsenso. E infine la cosa più importante che ci ha insegnato è che non è colpa di una minoranza etnica se in un determinato quartiere mancano le istituzioni.

Gresa Fazliu

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