Elezioni CNSU: il punto della situazione con i candidati

I prossimi martedì e mercoledì (14 e 15 maggio) in tutti gli Atenei italiani si vota per il rinnovo delle cariche rappresentative studentesche in seno al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Quest’organo, puramente consultivo, è in realtà presidio del dialogo tra classe dirigente e studenti e consente a questi ultimi di far valere le proprie istanze, esercitando una pressione più o meno incisiva sul Governo. Per questo è fondamentale il taglio politico che ad esso vuole darsi: ne va delle battaglie che il CNSU farà per ottenere migliori standard qualitativi dello status di studente.

In questi giorni di martellante campagna elettorale non è improbabile che le direttrici politiche dei vari candidati siano sfuggite, perciò l’Universitario ha deciso di sottoporre ai candidati al CNSU che studiano presso l’Università di Trento un semplice quesito, capace di comprendere in termini generali e sommari i programmi che ciascuno di essi sostiene.

LA DOMANDA È LA SEGUENTE

La campagna di questi giorni è stata strenua, intensa e a tratti aggressiva: questo denota quanto teniate alla rappresentanza al CNSU. Riprendendo i punti essenziali del vostro schieramento, come spieghereste alla comunità studentesca l’importanza di quest’organo e la direzione che ad esso vorreste dare?

ED ECCO LE RISPOSTE

Michele Ridodanzo del Fronte della Gioventù Comunista – FGC

Il nostro programma prima di tutto dice No all’autonomia universitaria che dagli anni ’90 ha portato le università ad essere gestite come aziende, tanto che una buona università non è più un ateneo con una didattica di qualità quanto uno con i conti in ordine. Ciò si ripercuote sia sugli studenti che sui lavoratori dell’università. I primi si vedono aumentare le tasse universitarie per mantenere il pareggio di bilancio, mentre i secondi si trovano di fronte ad un maggiore sfruttamento.
Vogliamo abolire la tassazione universitaria, tassazione particolarmente ingiusta perché si rifà principalmente sugli studenti delle classi popolari, strumenti come No tax area non sono sufficienti. L’Università deve essere finanziata dalla fiscalità generale in quanto è un diritto, l’autonomia universitaria ha portato alla creazione di atenei di serie A e serie B, dal 2008 sono stati tagliati 2 miliardi di finanziamento statale; ma è stato aumentato il finanziamento alle università con i conti in ordine. Pareggio di bilancio non è sinonimo di didattica di qualità, tendenzialmente significa servizi scadenti. Le borse di studio sono troppo basse, coprono a malapena affitti e libri, qui a Trento stanno tagliando 400 posti letto, in Italia ce ne sono circa 42.000 e coprono appena un terzo delle richieste. Vogliamo dire basta allo scandalo degli idonei non assegnatari per quanto riguarda le borse di studio e vogliamo un piano di edilizia nazionale per le università, più posti letto in studentati e più posti studio, non è possibile che uno studente debba affrontare la sessione con aule studio assolutamente non sufficienti come la BUC.
Fuori le imprese dalle università, gli atenei si legano sempre di più alle imprese private, che cercano di piegare la ricerca alle proprie necessità per scaricare i costi di formazione aziendale. Anche aziende produttrici di armamenti sfruttano la ricerca universitaria con progetti talvolta legati alla NATO o come nel caso del centro di ricerca Eledia a Povo, rapporti con LEONARDO Finmeccanica, noto produttore di materiale bellico che esporta in Israele ed Arabia Saudita, noti paesi che ne fanno uso contro i civili violando i diritti umani.
Siamo inoltre per una ristrutturazione dei tirocini, affinché abbiano un’effettiva valenza formativa e non siano una formalità da sbrigare o schiavitù – come i tirocini sanitari, organizzati per riempire la carenze del Sistema Sanitario Nazionale.
Non vogliamo entrare nel CNSU per abituarci alle logiche parlamentari del compromesso, ma per usarlo come cassa di risonanza per le istanze degli studenti delle classi popolari. Il CNSU è a diretto contatto con il ministero, può influire sulle sue politiche. Ad esempio, una decina di anni fa il CNSU ha approvato una linea guida che prevede un numero minimo di appelli di 7 (+1 per i fuoricorso), linea guida su cui si basa la nostra campagna sugli appelli a Sociologia. Il nostro programma non è un programma elettorale quanto più un programma di lotta. Non corriamo per lanciare la carriera politica di qualcuno o come partito sotto mentite spoglie – a differenza di altri – ma vogliamo ridare vita al movimento studentesco, attraverso la lotta e la partecipazione attiva degli studenti, come stiamo facendo a Sociologia questi giorni con la campagna per l’aumento del numero di appelli.

 

Eva Specchi di Link

ll Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, in quanto più alto organo di rappresentanza degli studenti e delle studentesse, è uno strumento diretto tramite il quale è possibile interfacciarsi e confrontarsi col Ministero. Riteniamo che, pur essendo un organo meramente consultivo, vi sia la possibilità di ripoliticizzarlo e di riportare al suo interno tutto ciò che riguarda non solo i bisogni e le esigenze della componente studentesca, ma anche quanto concerne il rapporto tra l’università e il territorio (la cosiddetta Terza Missione).
Crediamo che il CNSU possa, e debba, riuscire a fare pressioni forti e chiare all’interno del Ministero al fine di dirigerne le politiche per ottenere un’università pubblica che sia effettivamente gratuita, accessibile e aperta a tutte e tutti.
Crediamo inoltre che ogni persona debba trovare il proprio spazio nell’Università e, per questo, debba trovare una propria voce di rappresentanza negli organi: l’università che vogliamo è laica, transfemminista, solidale, accogliente, gratuita, pluralista, sostenibile e antifascista. Proprio per questo, ambiamo a costruire un modello di rappresentanza, in CNSU, che possa dar voce a tutte le istanze sociali, provenienti anche da altre realtà e movimenti sociali, con i quali spesso collaboriamo, come NUDM o, più recentemente il FFF. Per dare sempre più voce a tali istanze, e a quelle della componente studentesca tutta, vogliamo rendere vincolanti per il Ministero i pareri del CNSU e implementarne la consultazione: vogliamo infatti superare alcune problematicità dell’organo, con l’obiettivo di renderlo realmente rappresentativo di tutta la componente studentesca e di tutte le università nei vari collegi (e proprio per questo ho deciso di appoggiare la lista candidandomi a Trento).
Riteniamo che il CNSU possa essere il megafono con il quale possiamo interfacciarci con chi rappresenta il Paese e far capire che, come studentesse e studenti, vogliamo cambiare l’università e non sottostare alla crisi che ha colpito la stessa nell’ultimo ventennio.
I temi che vogliamo portare avanti sono quelli su cui lavoriamo da anni, tra cui diritto all’abitare, didattica, genere, ambiente, liberazione dei saperi, accessibilità, diritto allo studio e tasse. Per farlo, continueremo a organizzare assemblee pubbliche e a raccogliere istanze e desideri, oltre ogni vuota retorica e campagna elettorale. Ribadisco che per noi fare rappresentanza è inclusione ed è combattere quotidianamente per raggiungere la piena realizzazione di un’università inclusiva, aperta e indipendente.

Sofia Giunta di UDU

Tale organo rappresenta tutto ciò a cui gli studenti si dovrebbero interessare e rispetto al quale dovrebbero rimanere costantemente informati, in termini di partecipazione attiva studentesca: è l’organo grazie al quale è possibile cambiare davvero le condizioni dell’Università italiana, purtroppo sottofinanziata e spesso messa in secondo piano. Quello di cui ci dimentichiamo troppo spesso, è che nonostante la nostra Università a Trento goda di servizi e spazi di tutto rispetto, ancora molto c’è da fare, su cui lavorare anche in maniera estesa. Un esempio per tutti può essere quello della figura dello studente lavoratore o genitore, per il quale – a livello italiano, generalizzato – non esistono agevolazioni di sistema. Un’altra proposta, estremamente rilevante e che come UDU abbiamo sempre portato all’interno dell’organo, é quella di spingere per un innalzamento, a norma di legge, della no tax area da ISEE 23000 a 28000. Molto ci sarebbe da dire anche rispetto alla possibilità di votare in maniera agevolata da fuori sede, o del possibile adeguamento dei piani di sostenibilità e di sensibilizzazione al valore della diversità che le università dovrebbero essere incentivate a proporre. È sicuramente necessario raccogliere ciò che di buono l’organo é riuscito a fare in passato e, forti dell’esperienza dei consiglieri dello scorso mandato, continuare a costruire l’università del futuro, aperta, inclusiva, l’università per tutti.

Simone Segna di Azione in Ateneo

La battaglia per il CNSU ci è molto cara poiché vorremmo affermare a livello Nazionale la nostra idea di un’Università basata sui temi del numero programmato, del merito e dell’occupazione.
Noi crediamo nel modello Trento, un sistema d’eccellenza che si basa prima di tutto sul criterio del numero programmato, il quale tutela la qualità del servizio. È inutile parlare di didattica innovativa e di tante altre tematiche se ciò che manca sono le strutture. L’alta qualità dell’insegnamento e della nostra formazione è un diritto a cui non vogliamo rinunciare, per le tasse che paghiamo all’Università e per il nostro futuro. Il numero programmato va tutelato ed esteso, affinché agli studenti possa esser offerto un servizio all’altezza delle loro esigenze e aspettative.
I nostri avversari vanno dicendo che l’Università sia di tutti. Noi crediamo sia di chi la merita, perché vorremmo che la meritocrazia fosse il valore centrale di tutto il sistema universitario. L’Università è di chi si impegna e studia sodo, da qui la necessità di molte più borse di studio per gli studenti meritevoli.
C’è poi quello che per noi è un tema centrale: la spendibilità del titolo di studio sul mercato del lavoro. Non è accettabile che i giovani passino anni della loro vita a prepararsi con impegno, per poi entrare in mondo lavorativo in cui si è sottopagati e sottostimati. L’Università dovrebbe darci gli strumenti per realizzarci nella vita, rendendo concreti i nostri sogni. Perciò, cercheremo di incentivare forti collaborazioni tra Imprese e Università. Quest’ultima inoltre dovrà tutelarci, assicurandoci buoni stipendi e trattamenti dignitosi. C’è in gioco il nostro futuro e quello del nostro Paese.
Questi sono i tre punti centrali del nostro programma, che con valore portiamo avanti nella campagna elettorale per il CNSU. Il nostro obbiettivo è risvegliare le coscienze dei ragazzi e delle ragazze di buonsenso del nostro Ateneo e d’Italia. Con loro vogliamo portare avanti un progetto concreto ed efficace. La nostra è una battaglia di Buonsenso contro la cecità di chi si fa guidare dalla sterile e surreale ideologia.

Sperando di avervi rischiarato le idee, vi invitiamo caldamente a votare il 14 e il 15 Maggio.

 

interviste a cura di Lorena Bisignano, supporto tecnico di Francesco Desimine

lorena bisignano

Studentessa di giurisprudenza.

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