Il ruolo di Emergency

Da qualche mese a questa parte avrete forse potuto notare un certo numero di interventi del Dottor Gino Strada in televisione. Si tratta sicuramente di un grande personaggio pubblico, rispettato da molti per il suo lavoro e la sua serietà, che di rado però era stato invitato nelle trasmissioni con tale frequenza. I motivi sono fondamentalmente due: una sua netta presa di posizione in merito alle recenti vicende politiche, e la ricorrenza dei 25 anni da quando, insieme alla moglie Teresa, ha fondato EMERGENCY. Tralasciando volentieri il primo tema, di cui si è scritto fin troppo, preferisco concentrarmi qui nell’esporre alcuni dei risultati che questa associazione ha saputo raggiungere finora. EMERGENCY è nata per fornire servizi medico-chirurgici gratuiti e di qualità nei paesi afflitti dalla povertà e dalla guerra, e in questi anni ha curato senza discriminazioni oltre 10 milioni di persone in 18 paesi tra cui, dal 2006, anche l’Italia. L’associazione lavora anche per la diffusione di una cultura di pace, di rispetto dei diritti umani e si pone come obiettivo ultimo quello di non aver più bisogno di esistere. 

Senza attaccarmi a facili slogan, direi che sono questi i motivi principali per cui Gino Strada e le storie dalla sua associazione dovrebbero essere ogni sera in televisione. Una di queste storie è venuta a raccontarla l’Ing. Claudio Cozzini, laureato a Trento in Ingegneria Edile e Architettura, durante un incontro organizzato dal gruppo universitario di EMERGENCY alla Fondazione Caritro. E la sua storia è bellissima.

Claudio arriva direttamente dall’Uganda e lì ritornerà tra pochi giorni. In Uganda non c’è la guerra, ma EMERGENCY sta lavorando alla costruzione di un ospedale che si inserisce nell’ambito di un progetto più vasto, chiamato ANME (African Network of Medical Excellence). L’idea è nata dopo aver aperto un centro di eccellenza cardio-chirurgica in Sudan nel 2007: EMERGENCY e il ministero della sanità Sudanese hanno riunito le autorità di 11 paesi Africani per discutere come garantire alle loro popolazioni il diritto ad una medicina gratuita e di alto livello. Questo incontro ha portato alla nascita di un manifesto per una medicina basata sui diritti umani, l’eguaglianza, la qualità, e la responsabilità sociale dei governi, nonché all’impegno reciproco alla cooperazione tra stati per creare una rete di ospedali in grado di fornire cure paragonabile ai migliori centri europei. Sul modello dell’ospedale Sudanese – che in 12 anni di attività ha effettuato più di 8000 interventi chirurgici e 70.000 visite specialistiche in modo totalmente gratuito per pazienti provenienti da 28 stati, e che oggi continua a rimanere attivo nonostante le difficile situazione del paese- nel 2017 è cominciata la costruzione del secondo ospedale della rete, quello di eccellenza pediatrica di Entebbe, di cui Claudio è attualmente capo cantiere. Nell’articolo “Il lavoro per Emergency di un laureato a Trento” abbiamo riportato la sua testimonianza e il contenuto di una piccola intervista che mi ha concesso.

L’importanza del lavoro di EMERGENCY in questi 25 anni è inestimabile. Non so se riusciranno nella loro missione di non aver più bisogno di esistere, ma sicuramente, finché ci sarà bisogno, continueranno a lavorare con la tenacia e la serietà che li ha sempre contraddisti. Sicuramente continueranno a ripudiare la guerra e la sua inutilità, a denunciare come siano sempre i civili a pagare il prezzo più alto, soprattutto i bambini. Laddove la guerra vuole distruzione e morte indiscriminata, indiscriminatamente loro continueranno a costruire ospedali e salvare vite. Forse non tutti possiamo partire come Claudio, ma nel piccolo è comunque possibile diventare volontari locali e aiutare l’associazione nell’ideare eventi finalizzati a raccogliere i fondi che vengono impiegati in questi progetti. Per chiunque fosse interessato o volesse saperne di più potete visitare: www.emergency.it o la pagina Facebook: Gruppo EmergencyTrento.

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