Nuovo appalto al ribasso in Università: meno paga alle portinerie, meno servizio, stesse tasse. Cui prodest?
Lunedì 15 luglio è prevista una grande mobilitazione, che fermerà le attività nell’Università di Trento. Come mai? È cambiato l’appalto per il servizio di portierato, essendo scaduti i 3 anni dell’appalto precedente. L’Università di Trento lascia che se ne occupi la APAC – l’agenzia provinciale per appalti e contratti – in virtù del Patto di Stabilità. Le ultime volte l’appalto era stato vinto dal Consorzio Lavoro ambiente, che ha poi subappaltato il servizio alla cooperativa Mimosa.
Ne abbiamo parlato con Abdel, portineria di Giurisprudenza. I lavoratori in portineria fino ad oggi sono stati considerati “quinto livello del commercio”: oltre ad una retribuzione dignitosa, il quinto livello prevede tutte le attività “da impiegati” – pubblicare orari e avvisi, assistere la didattica e tutti coloro che visitano la Facoltà, coordinarsi con le segreterie degli studenti, prenotare aule e organizzarle in occasione di lauree o lezioni o esami, gestire le situazioni che mettono a rischio la sicurezza (non solo incendi, ma anche controllo su malintenzionati ed elementi di disturbo). In generale la portineria è qualificata per l’utilizzo di mezzi informatici e digitali; noi studenti sappiamo bene che il presidio informatico stacca verso le 16.00 e che dopo tale orario è la portineria a gestire ogni problema fino alla chiusura (che per Giurisprudenza è le 19.30, per altri Dipartimenti le 22.00). Inoltre, nonostante il servizio di orientamento abbia altri referenti, la portineria assiste famiglie che vorrebbero far iscrivere i propri figli presso l’Università di Trento, le quali spesso si presentano fuori orario di orientamento. Dato il servizio offerto e la sua qualità, non è un caso che l’UNITN svetti in tutte le classifiche nazionali e internazionali.
Stavolta però hanno vinto l’appalto la Rear Società Cooperativa di Torino e la Miorelli Service S.p.a. di Mori. Quali condizioni hanno proposto affinché la loro offerta risultasse più appetibile?
Per quello che è possibile sapere ad oggi, il nuovo contratto qualificherebbe i lavoratori di portineria come “operai del secondo livello dei multiservizi”, quindi non più “del commercio”. Questo comporta un taglio notevole dello stipendio, già di per sé non alto (anche solo 4 euro di taglio per lo stipendio da portinaio sono molti), inoltre considera tali lavoratori molto meno qualificati e utili di quello che sono. È ironico il fatto che, a conti fatti, alcuni lavoratori potrebbero essere pagati meno degli “studenti 150 ore”, i quali non hanno le stesse responsabilità e in molti casi sono formati il minimo necessario per supportare lo stesso servizio di portierato. Inoltre, nuovo contratto, nuovo inquadramento: vengono azzerati gli scatti di anzianità, grazie ai quali chi lavora da molti anni in Università era riuscito a far valere sullo stipendio la propria esperienza.
Le tasse universitarie rimangono le stesse, il servizio ne perde, come anche i lavoratori in dignità. Cui prodest?
È coinvolto dalla mobilitazione il servizio di portierato di tutte le Facoltà e delle sedi universitarie a Trento e Rovereto, tranne le sedi impossibilitate a scioperare, poiché svolgono servizi essenziali, come ad esempio Povo in occasione di esperimenti o Lettere per la presenza di un concorso pubblico; può sembrare un’informazione superflua, ma il dover fornire servizi essenziali preclude la partecipazione di 9 sedi su 11. Una mobilitazione avrebbe avuto più risonanza nel periodo in cui gli studenti hanno lezione, o comunque in una qualsiasi altra giornata in cui fosse stata possibile la partecipazione della maggioranza dei lavoratori coinvolti, ma i sindacati hanno scelto il 15 luglio – che antecede di un giorno di insediamento della Rear Società Cooperativa di Torino, assieme alla Miorelli Service S.p.a. di Mori.
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