L’ESTREMO ORIENTE
Un progetto de l’Universitario con Club Alpbach Trentino, UNITiN, UDU Trento e il Centro Studi Martino Martini
Basta accendere il televisore e guardare un qualsiasi telegiornale o aprire un qualsiasi social network per rendersi conto che stiamo vivendo un’epoca in cui i grandi equilibri globali stanno cambiando: colossi come la Cina stanno diventando sempre più influenti, fronteggiando quella che sembrava la potenza egemone, gli Stati Uniti d’America. Parlare di Cina è quanto di più attuale si possa fare, basti pensare alla visita di Xi Jinping in Italia del marzo 2019 e all’imponente progetto economico ed infrastrutturale della Nuova via della seta – che nel mar Mediterraneo coinvolge anche il porto greco del Pireo – per rendersene conto.
Dal 1 al 4 di Aprile si è svolta la prima edizione del Far East Festival, ideato dall’associazione “l’Universitario” e organizzato in collaborazione con il Club Alpbach Trentino, UNITiN, UDU Trento e Centro Studi Martino Martini. Scopo principale del progetto, ispirato dalla Fiera del Levante di Bari (un ponte verso le economie e le culture orientali rispetto a noi) e al Festival dell’Economia di Trento, è stato quello di informare e rendere consapevoli studenti e cittadini circa i cambiamenti in atto nel nostro mondo, che ci riguarderanno sempre più da vicino. Non a caso nel capoluogo tridentino, terra che ha dato i natali al gesuita Martino Martini – da cui l’omonimo centro studi – personaggio fondamentale per la scoperta della cultura, della burocrazia e della geografia cinese.
Un rendiconto del Festival
Il Festival ha esordito con la Repubblica Popolare Cinese, ma si dedicherà ogni anno ad un paese diverso del cosiddetto estremo oriente. L’evento è stato composto da 7 incontri, dislocati tra le Facoltà e i palazzi cittadini, tutti riguardanti argomenti diversi. Il primo ha trattato del confronto tra il pensiero cinese e occidentale, con taglio storico, filosofico e religioso. Si è poi proseguito nei giorni seguenti con le questioni economiche, trattando tematiche come la raccolta dati da parte del social network WeChat, i contrasti commerciali con Washington e il caso Huawei. Si è poi parlato delle opportunità di esportare prodotti italiani e trentini in Cina e del potenziale turistico del Trentino. La conferenza tenutasi nel magnifico Palazzo della Filarmonica ha invece trattato delle prospettive future delle politiche di Xi Jinping, analizzando le strategie commerciali e tecnologiche, in quella che sembra essere una nuova globalizzazione con caratteristiche cinesi. L’ultima giornata si è conclusa con due incontri: il primo riguardante le analogie tra la cultura giuridica occidentale e quella orientale; il secondo riguardante il giornalismo online della rivista EUtopya, che ha una delle sue redazioni di stanza proprio a Pechino. Ogni tematica è stata trattata con una giusta criticità, analizzando, grazie agli ospiti, le opportunità che possono offrire questi cambiamenti e le legittime perplessità legate ad esse.
Francesco Desimine, presidente de l’Universitario, commenta così l’andamento dell’evento: “Il festival nel complesso è andato bene, poiché l’offerta culturale era alta e gli ospiti apportavano un forte valore aggiunto rispetto alla discussione pubblica sulla Cina – come la si può trovare sulle testate giornalistiche cartacee e online. Purtroppo l’affluenza non ci ha troppo premiati, probabilmente per colpa della pubblicità, iniziata solo la settimana precedente, e dei pochi finanziamenti ricevuti”. Infatti, quest’ultima è stata attestata a circa 250 persone complessive.