Turbini e saette: intervista a Fulminacci

Foto Edoardo Meneghini – per gentile concessione di Poplar Festival

di Valentina Chelodi con la collaborazione di Erica Turchet

Classe ’97, Fulminacci è la rivelazione dell’anno nel panorama della musica indipendente italiana. Ha lasciato tutti di stucco, vincendo il Premio Tenco con il suo primo album La vita veramente… e per non farsi mancare nulla è salito in mezzo ai monti del Trentino, esibendosi nel corso della seconda serata di Poplar.

Ciao, il tuo nome d’arte, Fulminacci, deriva da…

È una crasi [sic] tra Filippo e Utinacci, il mio nome e cognome.

Tu sei giovanissimo, anche se hai già un sacco di successo. Hai vinto il Premio Luigi Tenco!

Sì, è stata una bella botta…

Appunto, è arrivato questo successo così all’improvviso…

Dall’esterno, se fossi uno spettatore, vedrei che succedono delle cose molto importanti, ma dall’interno, vi assicuro che me la sto vivendo con serenità, e questo dipende dalla mia etichetta e dalle persone con cui lavoro, che mi permettono di stare sereno e progredire senza ansie.

Non senti quindi una pressione addosso?

Devo dire di no. Mi aspettavo una maggiore pressione, ma è anche vero che sto imparando tutti i giorni e forse scoprirò che la pressione è data non da quello che mi aspettavo la desse.

Ascoltando la tua canzone La vita veramente ci è venuto da pensare a quelle volte in cui ci dicono “Ah, vedrai come sarà veramente la vita”, come se ci volessero imporre la loro visione. Secondo te, invece, com’è la vita veramente?

Secondo me quello che dico nella canzone è più un auspicio che una constatazione. Io invito chi ascolta la canzone – e me stesso, in primis – a vivere la vita veramente, cioè a non pensarla, a non riflettere su quello che stai facendo nel momento in cui lo fai, ma a godertelo e addirittura a scordarti il tempo quando stai parlando con una persona.

Se fai questo riesci a vivere bene, contento. Basta che non ti commenti da solo mentre fai le tue azioni, semplicemente devi scordare quello che stai facendo nel momento in cui lo fai.

Verissimo! E invece il futuro come te lo vedi? Stai pensando a collaborazioni, nuovi dischi?

Collaborazioni non tanto, anche se spero arrivino, perché mi diverte tantissimo la complicità e la fusione tra artisti che non c’entrano niente gli uni con gli altri. Scrivo quando posso, anche se quest’estate c’è stato il tour che mi ha tenuto impegnato. Ho anche imparato a fare un tour, cosa non banale, però è divertente e dà soddisfazione. Ho capito che in realtà quel che faccio sono tre lavori diversi: scrittura, live e studio. Sono tutti e tre mondi diversi, utili allo stesso modo e appena posso scrivo.

Valentina, Fulminacci e il poster del nostro numero cartaceo dedicato a Poplar!

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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