Cronache da Suoni Universitari: let’s rock&roll!
Se la sera avete il coraggio di uscire dalle vostre case e sfidare le intemperie di queste fredde giornate d’autunno per ascoltare un po’ di buona musica sicuramente mercoledì 6 ottobre non siete mancati a Suoni Universitari.
Il contest musicale si tiene tutti i mercoledì di novembre presso il Teatro SanbàPolis e vede sfidarsi quattro band o solisti che gravitano intorno all’Università di Trento. Alla fine delle serate di selezione una giuria di esperti decreterà i vincitori, i quali accederanno alla finale del 4 dicembre, ma anche il pubblico attraverso il suo insindacabile giudizio avrà la possibilità di esprimersi a riguardo e votare la sua band preferita di ogni serata, che vincerà un ulteriore premio. A contendersi la vittoria di questa prima serata c’erano Blùribes, Il Grigio, Concilio & Orlando Blunt e i Point Nemo.
I primi a calcare il palco sono stati i Blùribes che hanno portato sulla scena la loro idea di alternative rock, mescolando diversi generi dal rock all’elettronica. La band di Rovereto ci ha trasportato in una dimensione onirico-magica, dovuta al significato inestricabile dei testi, ma dall’inconfondibile sonorità rock.
Vi abbiamo visti molto carichi sul palco, com’è stato aprire questa edizione di Suoni Universitari?
Sicuramente è stata una bella esperienza, diciamo che questo è il palco più grande su cui abbiamo mai suonato, quindi è stato molto bello!
Siete contenti della vostra performance?
Sì dai, c’è sempre qualcosa di migliorabile, ma tutto sommato molto bene.
Come dice la vostra presentazione i vostri testi sono interpretabili, non c’è nulla di preciso, ma costruite e decostruite, però c’è qualcosa che vi deve ispirare quando scrivete la vostra musica. Che cos’è?
Diciamo che come ispirazioni, quando ci accorgiamo che un brano va troppo in una certa direzione cerchiamo di contrastare e andare in un’altra direzione. Così nasce il nostro stile.
Come ultima domanda volevamo chiedervi, cosa chiedereste a Il Grigio, che vi succederà?
C’entra qualcosa con Gandalf?
Dopo i Blùribes è stata la volta de Il Grigio. alias Dario Pellegrini. L’artista solista ha già partecipato alla scorsa edizione di Suoni Universitari e ha inciso due EP- Il Grigio volume I e II.
Accompagnato dall’inseparabile chitarra acustica, il suo stile vocale oscilla tra rap e cantato. Parte centrale della sua musica sono i testi critici e profondi che nascono dal vissuto personale e vengono raccontati quasi come un flusso di coscienza.
Tu sei una faccia già conosciuta a Suoni Universitari, sei arrivato in finale l’anno scorso. Com’è stato ripresentarsi quest’anno?
Figo! Particolarmente figo! C’è un sacco di gente e mi sono preso bene!
La band precedente ti ha fatto una domanda ben precisa. C’entra qualcosa Gandalf?
In verità no. Me lo chiedono un sacco… però il Signore degli anelli mi piace un sacco.
Allora da dove viene questo nome?
Dalla contraddizione bianco e nero che a me non piace molto e perciò ho deciso di stare in mezzo, nel grigio, perché sono indeciso fondamentalmente.
I tuoi testi sono una parte fondamentale della tua musica. Quando li componi c’è qualcuno a cui ti ispiri? Come scrivi?
Ci impiego un sacco a scrivere, in genere. A livello di influenze mi piacciono molto Willie Peyote, Dutch Nazari, Frah Quintale… quella scuola lì, insomma.
Cosa chiederesti a Concilio&Orlando Blunt?
Se doveste rappresentare la musica con un colore quale sarebbe?
Seguono Concilio & Orlando Blunt, che hanno portato in scena un’intrigante e ipnotica commistione di rap e altri generi che spaziano dal blues, al jazz fino ad arrivare all’elettronica. Hanno pubblicato con i Distopia l’album Fatti di Cronaca e fra poco ne pubblicheranno uno nuovo, 1916.
I vostri testi sono molto complessi, da dove arriva l’ispirazione per la scrittura?
Dalla scrittura.
C’è un autore che più degli altri vi ha aiutato?
Ce ne sono veramente tanti, ma tutti quelli che scrivono bene sono ben accetti.
Fra poco uscirà il vostro nuovo album 1916, potete dirci qualcosa?
Posso dire una parola chiave: manifesto. Come tutti i movimenti artistici anche noi abbiamo un manifesto, un manifesto di irredentismo musicale.
E perché 1916?
Perché è un periodo dell’irredentismo.
Il Grigio vi ha chiesto a quale colore assocereste la vostra musica. Che cosa rispondete?
(Concilio rivolto agli altri componenti) Spero non vi offendiate, ma per me il viola.
Avete qualche domanda per i Point Nemo?
Sì ne ho una. Perché il cantante non ha una camicia nera addosso, dato che sia io che Il Grigio ce l’abbiamo e quindi non mi pare in linea con la cosa?
A calcare il palco per ultimi ci sono i Point Nemo che hanno scatenato il pubblico con la sua musica dinamica dalle tonalità hard rock e groove. Il loro obiettivo? Abbattere il muro del suono. Grande presenza scenica di tutta la band e in particolare del cantante che si è presentato con un atipico completo a quadri e occhiali da sole tondi alla John Lennon.
Dal dietro le quinte abbiamo notato questo look particolare… da dove viene?
È una cosa da tutti i giorni.
Fra poco uscirà il vostro album. Ci anticipate qualcosa?
Sarà come stasera, solo più violento.
Sappiamo che avete avuto molte esperienze, non solo in Italia, ma anche all’estero. Com’è stato suonare a Suoni Universitari?
Suonare è sempre molto divertente, però purtroppo suoniamo molto poco, quindi a suonare ci gasiamo.
Avete detto che il vostro obiettivo è l’abbattimento del muro del suono. Direi che stasera l’avete raggiunto, siete contenti?
Sì? Andrò a controllare che vi esca il sangue dalle orecchie, allora sarò contento.
Mentre la giuria dibatte ferventemente su chi deve meritare la vittoria, si esibiscono gli Omicron Santa Fe, vincitori della precedente edizione che hanno avuto l’onore di suonare al Poplar Festival 2019.
Con la loro musica che spazia dalle tonalità calde del reggae a brani intimisti dal gusto jazz ci hanno accompagnato verso la fine della serata. Prima però vengono annunciati i vincitori. Sarà per il completo a quadri o per il loro dinamico rock, i Point Nemo si aggiudicano la serata.
IL GIUDIZIO INSINDACABILE DI ERICA
Questa prima serata mi ha lasciato davvero senza parole per la qualità e l’originalità delle band partecipanti. La vittoria dei Point Nemo è meritatissima, sia per la qualità della musica che per la presenza sul palco. Sono riusciti a farmi ritornare a quel periodo dell’adolescenza in cui ascoltavo metal cattivo e il mio sogno era andare a pogare ad un concerto di Ozzy Osburne (bei tempi!). Ottima tuttavia anche l’esibizione de Il Grigio, i cui testi malinconici un po’ alla Willie Peyote mi hanno completamente rapita.