25 aprile 2020
Foto: Mauro Biani
“Il ricordo più bello sarebbe quando le campane hanno suonato del 25 aprile, però eravamo senza casa, senza pane, senza soldi, senza tutto. E’ stata una festa, però una festa limitata”. “Ma migliaia a Bologna sono stati licenziati, e siamo restati a terra tutte e due”.
(Testimonianze di Maria Airaudo e Germana Masi)
Togliendo alcune parole in queste frasi ho pensato che potremo essere noi tra una cinquantina di anni. Realizzare questo è stato scioccante. Non è mia intenzione paragonare i due eventi, sarebbe impossibile, ma c’è una cosa che li accomuna: il dopo. Dopo delle specifiche date il mondo cambia. Tutto quello che conoscevamo prima d’un tratto non c’è più e ci si ritrova a dover ricostruire una realtà perduta.
Una cosa che accomuna noi alla generazione del 25 aprile è la libertà. Come due generazioni fa, siamo qui a lottare contro un nemico che minaccia la nostra libertà. Da due mesi a questa parte la sola cosa che vogliamo è tornare alle nostre vite, poter uscire tranquillamente per strada senza la paura di poter essere contagiati, essere liberi di poter riabbracciare parenti e amici. Ahimè, ora come ora quel giorno sembra lontano.
Però oggi più che mai possiamo capire l’importanza che questo giorno, settantacinque anni fa, ha avuto per tante persone. Possiamo capire la loro gioia, possiamo percepire il suono di quelle campane che decretavano la fine di quell’ incubo. Possiamo capire la loro ammarezza per tutte le vite perse, ma al contempo la gioia nel sapere che non c’è ne sarebbero state più. Possiamo capire perché è stata una festa limitata. Possiamo immaginare cosa ci aspetta dopo, la fatica che faremo a rialzarci sarà ingente. Possiamo capire che dopo quel giorno nulla sarà più come prima.
Alle generazioni future verrà insegnato a vivere in un modo completamente nuovo. Ci saranno nuove regole da rispettare, come ad esempio rispettare lo spazio tra le persone per garantirne la sicurezza e al contempo verrà ricordata la libertà. Questo perché vorremo che una cosa del genere non si ripeta più, ma tutto ciò sarà possibile solo se verrà insegnato loro. È a questo che serve la memoria comune: a far si che gli avvenimenti brutti della storia non si ripetano.
Oggi si, più degli altri anni dovremmo capire l’importanza del 25 aprile. Più che mai dovremmo capire perché quel giorno è stato tanto atteso e più che mai dovremmo essere solidali con la loro volontà di non ripetere ciò che è stato.
Buona festa della liberazione!