Non ce lo possiamo permettere

Noi fuorisede e la questione affitti: cosa si sta facendo?

È un momento difficile per tutti e, come ci si aspettava, le conseguenze economiche della crisi sanitaria si sono già concretizzate. In particolare, ciò che molto preme a noi studenti universitari è la questione degli affitti, un onere economico che grava in molti casi su famiglie colpite dagli effetti dello stop produttivo del Paese: riduzione di stipendi ed entrate, cassa integrazione, disoccupazione e situazioni di precariato ed incertezza lavorativa sul breve e sul lungo termine. Quello di studiare  fuori sede è un lusso che non tutti si possono permettere e la situazione attuale non fa altro che ricordarcelo, mettendo ancora più in difficoltà gli studenti e le famiglie che li sostengono. Per tali motivi si stanno facendo avanti molte richieste per una riduzione degli affitti, richieste non motivate tanto dal mancato godimento dell’immobile (nessuno ha mai posto in questione il pagamento dell’affitto nei mesi estivi in cui i fuorisede tornano nella propria residenza e non occupano le case) ma, al contrario, giustificate dall’eccezionalità e dalla inaudita portata delle difficoltà economiche che gli studenti e le loro famiglie stanno affrontando. Tali richieste non nascono come capriccio ma come urgente necessità che si appella al semplice buonsenso. L’urgenza della questione è testimoniata anche dal fatto che la stessa istanza è stata portata avanti in primo luogo dai titolari di imprese e attività commerciali ed impugnata dalla Cgil e dalla Cisl del Trentino. Se però nell’ambito pubblico queste richieste sembrano avere maggior risonanza, ciò non succede nell’ambito privato. 

Per tale motivo l’Unione Degli Universitari ha cercato di portare l’attenzione di tutti gli organi istituzionali coinvolti sul problema affitti e tali le istanze sono state accolte ed abbracciate anche dall’intero Consiglio degli Studenti (qui la lettera del CdS). Le proposte dei rappresentanti degli studenti sono dirette in tre principali direzioni. La prima proposta di azione si situa sul piano nazionale, attraverso un dialogo con Sindacato Unitario Nazionale degli Inquilini ed Assegnatari SUNIA e altre categorie (una di queste è proprio l’Unione dei Piccoli Proprietari Immobiliari UPPI). Si è chiesto ufficialmente di attuare nuove misure che tengano in considerazione le istanze dei vari gruppi. Le situazioni individuali sono infatti variegate e disomogenee: si vuole anche pensare a coloro che sono rimasti bloccati a Trento e a coloro che hanno subito non solo perdite economiche ma anche familiari. Il vantaggio di un tavolo congiunto permette inoltre di superare le contrapposizioni tra locatari e proprietari per giungere ad un compromesso assieme. 

La seconda iniziativa è volta a dialogare con la Provincia, affinché vengano attuate delle misure simili a quelle adottate da altre regioni che hanno istituito dei fondi per gli affitti. Per esempio è questo il caso della Sicilia, che ha destinato 7 milioni di euro allo scopo di sostenere le spese degli studenti universitari fuorisede. Se sei uno studente siciliano, anche se studi all’estero o in altre regioni italiane, verifica se possiedi i requisiti di accesso alle agevolazioni indicati nel bando che scade il 15 maggio. La regione Lazio invece ha stanziato 43 milioni di euro attivando un fondo straordinario per il sostegno alla locazione. Molte altre regioni si stanno muovendo in questa direzione, come per esempio l’Abruzzo. Ci si aspetta dunque che anche la Provincia Autonoma di Trento possa muoversi in questa direzione, tenendo in considerazione la risorsa economica che gli studenti fuorisede rappresentano per il territorio trentino. UDU ha quindi dato l’avvio ad una campagna di sensibilizzazione affidata al motto #noncelopossiamopermettere (che potete trovare qui), iniziative di mailbombing al presidente della Provincia Fugatti (clicca qui per aderire), che non ha mai risposto (e men che meno menzionato la questione) ed è stata inviata una lettera aperta rivolta a tutti i gruppi membri del Consiglio provinciale, di cui si chiede il supporto. Alcuni di questi hanno già accolto le istanze degli studenti e sono già stati incontrati. Il Consiglio degli Studenti sta inoltre chiedendo un’audizione davanti alla Quinta Commissione della Provincia Autonoma, per discutere delle proposte concrete elaborate assieme al Sindacato degli Inquilini SUNAI.

La terza soluzione al problema potrebbe invece provenire direttamente dallo Stato, motivo per cui UDU si è fatta sentire a livello nazionale, riuscendo lo scorso 9 aprile a portare l’argomento all’ordine del giorno in Senato. Ancora però non sembra esserci una chiara volontà politica, tuttavia, come menzionato sopra, si è visto che laddove lo Stato non è ancora intervenuto lo hanno fatto le singole regioni. Per tale motivo il silenzio della Provincia Autonoma è ancora più assordante e si avverte una totale mancanza di interesse e tutela.

Nel frattempo, in assenza di adeguate misure normative, cosa è possibile fare? Le possibili strade da intraprendere si limitano a due. La prima, la più praticabile, è cercare un accordo con i proprietari di casa riguardo ad una riduzione del canone di locazione, che tuttavia dipende dalla loro solidarietà e buonsenso. Nel secondo caso, invece, si può valutare la rescissione del contratto. Tale possibilità può però essere ostacolata dagli stessi vincoli contrattuali, come per esempio durata e modalità di rinnovo del contratto, caparre, penali e altre condizioni. Vi invitiamo a leggere i vostri contratti e verificare in quali situazioni è possibile sciogliere il contratto. Solitamente per scindere il contratto i proprietari richiedono un preavviso, che può variare dai 3 ai 6 mesi e per cui possono vigere particolari condizioni. Per esempio, nel caso del mio contratto di locazione, l’opzione di scindere il contratto è possibile solo con un preavviso di 3 mesi dalla data di rinnovo, mentre lo scioglimento con 6 mesi di anticipo è limitata solamente ai casi di gravi motivazioni, in cui l’emergenza Coronavirus non è contemplata (a questo punto viene da chiedersi quanto devono essere gravi tali ragioni e se devo augurarmi la morte per poter sciogliere il contratto). 

Le prospettive di sviluppo future non appaiono certo rosee, tanto che il rettore Paolo Collini ha anticipato, in occasione dell’intervista nell’ambito del festival Trentino 2060 tenutasi in diretta streaming su Facebook (potete recuperare il video sulla pagina di Trentino 2060 o in alternativa qui), la possibilità che anche nel semestre autunnale le lezioni continuino con le modalità di didattica online e in una situazione ancora di anormalità. Nonostante fare previsioni di lunga data risulti ancora difficile, questo scenario sembra realista e verosimile. In una situazione in cui verrà favorita la didattica online ed in cui la vita a Trento prevedibilmente non sarà ancora quella che tutti noi conosciamo, viene da chiedersi se effettivamente gli studenti a settembre sceglieranno di tornare in città e di rinnovare o siglare nuovi contratti di affitto o se preferiranno seguire le lezioni a distanza (e chi può, magari, sceglierà di fare il pendolare). Nell’intervista che Paolo Collini ha concesso a UNITiN (qui il link), il rettore dichiara che non si aspetta l’introduzione gli interventi pubblici discussi sopra poiché si tratta di investimenti immobiliari che non sono prioritari, al contrario di interventi sul lavoro e sul reddito. Si auspica invece che per il prossimo semestre sia possibile trovare delle soluzioni contrattuali più flessibili, in grado di giungere ad un compromesso tra le istanze di proprietari ed affittuari. Vista la probabile alta disponibilità di immobili vuoti, i prezzi dei canoni di locazione potrebbero abbassarsi e si potrà, per esempio, avere delle condizioni contrattuali più vantaggiose che tengano conto della necessità di scindere il contratto anticipatamente in caso di nuovi lockdown.

Tuttavia, la prospettiva adottata dal rettore si concentra sull’economia locale. Egli richiama il fatto che molti proprietari spesso usano i proventi degli immobili in affitto come integrazione al proprio reddito, ricordando che vi è anche da considerare che spesso tali persone hanno anche attività colpite dalla crisi economica attuale. Vogliamo però fare una precisazione. La maggior parte delle persone che scelgono Trento per la propria carriera universitaria sono fuorisede. L’anno scorso si stimava fossero 10.500 e la cifra sembrava in aumento, mentre la cifra degli studenti trentini iscritti all’Ateneo è in calo dal 2017. Ciò naturalmente aveva causato un aumento della richiesta di posti letto ed un boom dei canoni di affitto, il mercato era arrivato a superare i 2 milioni di euro mensili. Fortunatamente non è sempre così, ma ricordiamo che anche a Trento si combatte un grave fenomeno di affitti in nero (personalmente mi è stato proposto più volte uno sconto sul canone di locazione mensile se non pretendevo la registrazione del contratto) e nel novembre 2019 la Guardia di Finanza aveva accertato un’evasione fiscale di più di 2,1 milioni di euro. Questi fatti fanno ragionare sull’occasione di arricchimento e di lucro che gli studenti rappresentano per la città. È dunque necessario che gli studenti vengano tutelati nella situazione attuale, dove tutto è rimesso alla sensibilità e solidarietà individuale dei singoli proprietari, ma anche per quanto riguarda eventuali abusi e ritorsioni futuri, dove si verifica un alto rischio di situazioni di illegalità. Gli studenti non dovrebbero essere considerati ospiti di passaggio (molto spesso anche indesiderati) ma abitanti che apportano un valore aggiunto (non solo economico, ma soprattutto culturale) al territorio. La comunità studentesca non è da contrapporsi ad un’economia locale da tutelare, ma da riconoscere come parte integrante di una rete di equilibri interconnessi. Ci auspichiamo che in questo periodo di sfida si riesca a cogliere questo nostro potenziale non solo a parole ma anche mediante i fatti.

Fonti:

https://linktr.ee/udutrento

https://www.ildolomiti.it/ricerca-e-universita/2019/studenti-fuori-sede-a-trento-e-boom-degli-affitti-per-una-singola-si-superano-anche-i-400-euro-al-mese-sempre-meno-gli-appartamenti-a-disposizione

http://www.trentotoday.it/cronaca/studenti-trentini-iscritti-fuori-sede-dati.html

https://www.ildolomiti.it/ricerca-e-universita/2019/studenti-fuori-sede-a-trento-e-boom-degli-affitti-per-una-singola-si-superano-anche-i-400-euro-al-mese-sempre-meno-gli-appartamenti-a-disposizione

https://www.ansa.it/trentino/notizie/2019/11/15/affitti-in-nero-gdf-trento-accerta-evasione-da-21-milioni_ab60aea3-216f-4728-8fb3-921c11688703.html

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