La Peste: un vecchio romanzo su una tragedia contemporanea
Il romanzo La peste di Albert Camus è stato al centro dell’attenzione del mondo letterario in questi mesi, molti critici e book reviewer nei loro profili Instagram hanno consigliato caldamente la lettura del libro per via del momento storico e sociale che stiamo vivendo tutt’ora: la pandemia Covid-19.
Cos’ha la trama del romanzo di così simile all’attuale pandemia? Come possiamo configurare i personaggi? Come possiamo definire l’intera storia del libro?
La peste è la protagonista nel romanzo di Camus. La descrizione degli eventi nel libro è fornita da uno dei personaggi principali del romanzo il quale combatte direttamente contro la peste. Egli descrive anche con le sue emozioni ed opinioni, oltre che con l’oggettività professionale, l’andamento della peste e delle sue conseguenze, che affliggono la vita e la routine di tutti i personaggi. Nel romanzo di Camus nessun personaggio è classificato come buono o cattivo, protagonista o antagonista, ma ciascuno agisce in base alla propria volontà e alla propria coscienza e sta a noi lettori giudicare se l’azione, la scelta compiuta o anche solo le parole enunciate da quel personaggio possono aver migliorato o peggiorato l’emergenza sanitaria: se condividiamo o disapproviamo i loro pensieri, se hanno mancato ai loro doveri di cittadini e ai ruoli che ricoprono oppure hanno rispettato i limiti e le restrizioni imposte dalle istituzioni politiche.
All’interno del romanzo, Camus sostiene una sua tesi: la sofferenza umana è una sensazione casuale ed imprevedibile. Dunque non è parte di un disegno progettato o predestinato, non ha alcuna morale determinata, non ha un senso logico o razionale, tutti gli esseri sono affetti da essa, anche se ciascuno reagisce in modo diverso così come anche le conseguenze che comporta.
Ambientato nell’Algeria degli anni Quaranta (quando questa era ancora un dipartimento coloniale francese) a Orano, il romanzo inizia con la descrizione della città e dei suoi abitanti da parte del dottor Rieux un medico francese che esercita la sua professione in uno studio nel centro di Orano. Questi conducono vite sregolate o monotone. Nei giorni successivi alla partenza della moglie, il dottore si accorge che i ratti stanno morendo in circostanze misteriose in qualunque angolo della città. Nessuno sembra preoccuparsi delle misteriose circostanze della morte dei roditori, anzi gli abitanti si rallegrano quando la città ripulisce le vie e le strade dai loro cadaveri, a parte il dottore Rieux che presagisce l’avvenire di un’epidemia basandosi anche sugli studi della trasmissione delle pestilenze. Il suo presagio si rivela corretto. Il panico e il caos dilagano nella città impreparata a gestire e a contenere un’epidemia, ma anche a riorganizzare la vita dei cittadini cercando di mantenere il più possibile la normalità della routine della città. La prima cosa che la prefettura decide di attuare è la chiusura dei confini dell’Algeria, il blocco dei mezzi e l’isolamento per chiunque abbia contratto i sintomi della peste. Rieux e Richard, i medici che seguono l’andamento e lo studio dell’epidemia, vengono aiutati da Jean Tourreau, il figlio del pubblico ministero, che segna sul suo taccuino l’andamento della malattia. Alla lotta dei medici, si intrecciano i tentativi di fuga di Raymond Rambert per raggiungere la sua amata in Francia, le prediche e i sermoni di padre Paneloux, il quale ritiene che la peste sia un castigo divino mandato da Dio per lo stile di vita degli oriani e le strategie di arricchimento di Cottard sulle merci di prima necessità.
Già all’inizio del romanzo troviamo una somiglianza con l’attuale pandemia. Il dottore Rieux e l’oculista Li Wenliang hanno entrambi scoperto l’avvenire di una misteriosa malattia e hanno provato ad avvertire la popolazione, ma i loro avvertimenti sono stati ignoranti per ragioni diverse. Nel caso di Rieux il problema è l’ignoranza e la non curanza da parte delle istituzioni locali che non approfondiscono la misteriosa morte dei ratti in città, ma scelgono già dall’inizio di eliminare i loro cadaveri dalle strade senza capire le cause della morte e sulle possibili conseguenze di questo avvenimento.
Nel caso attuale, l’oculista cinese sarebbe stato zittito dalle autorità statali come è stato dimostrato da varie testate ed indagine giornalistiche, le quali hanno sostenuto che il primo caso di Covid sarebbe partito da Wuhan già nei mesi di dicembre o di novembre anziché alla fine di gennaio o agli inizi di febbraio, come hanno riportato i media cinesi. C’è molto da interrogarsi a proposito della responsabilità della Cina e sulle sue dichiarazioni rivolte agli altri Stati.
Molte testate giornalistiche internazionali hanno riportato come la Cina stia gestendo attualmente la pandemia, ma anche come lo stesso Stato sia stato responsabile delle misteriose scomparse di giornalisti o di privati cittadini che hanno riportato, tramite video o commenti sulle piattaforme social approvate dal Partito, la reale gestione o le possibili falle del sistema nel controllo della situazione.
Il personaggio di Padre Paneloux rappresenta nella nostra tragedia contemporanea le figure ecclesiastiche che hanno affermato che la causa dell’avvenire del Covid- 19 fosse dovuto ai comportamenti o atteggiamenti dell’uomo, giudicati peccaminosi da quest’ultimi. Nel corso della prima ondata, abbiamo notato dichiarazioni di diverse figure religiose che sostenevano che il Covid fosse una punizione divina, come quella del patriarca ortodosso Filaret secondo cui il virus era una punizione inviata da Dio a causa dei matrimoni tra omossessuali.
Un altro aspetto che bisogna analizzare è l’approccio della fede nei confronti della sofferenza la quale, rimanendo vicina all’idea di Camus, è una forza illogica ed immorale. La fede di Padre Paneloux si è indebolita ed è messa alla prova quando è testimone della morte di uno dei suoi fedeli mentre lo assisteva durante la convalescenza in ospedale. In quel momento il prete diventa consapevole della natura di questa forza la quale va oltre la percezione della dottrina cattolica, la quale concepisce la sofferenza come un momento di passaggio o di crescita spirituale, invece che un peso. Alla fine, Padre Paneloux, non smetterà di credere in Dio in quanto suo principio, ma sarà cosciente del fatto che non vi è alcuna regola morale della manifestazione o della distribuzione della sofferenza, perché colpisce talvolta prima coloro che non hanno mai peccato o che hanno avuto una natura generosa anziché coloro che causano danni all’uomo e alla società stessa.
Il romanzo di Camus mette in luce il peggioramento di varie disparità economiche e sociali. E ha posto anche la questione sui valori su cui si deve basare una società: la salute o l’economia?
Il Covid- 19 ha dimostrato come le classi abbienti e le multinazionali stiano diventando sempre più ricche e al contempo istituti come l’Oxfam e Caritas Italia hanno registrato la preoccupazione per l’aumento di divari socio-economici, già preesenti in certe società. L’istituto italiano ha segnalato, tramite un’indagine effettuata da giugno fino a settembre, che i soggetti classificati come poveri secondo l’associazione, oltre a quelli assoluti, sono i piccoli ed autonomi imprenditori, i nuclei familiari, dove uno o entrambi i genitori svolgevano dei lavori a intermittenza e i giovani.
Nel romanzo, l’amministrazione e il prefetto si impegnano a preservare la salute dei cittadini, sin da subito chiudono i confini e limitano la circolazione. Nella realtà, questo dilemma ha comportato molti interrogativi tra i governi mondiali. Il personaggio del giudice Othon rappresenta tutti gli approcci delle istituzioni governative nella gestione della pandemia. Alcuni non hanno agito immediatamente, dal momento che all’inizio percepivano la minaccia come qualcosa di lontano, altri hanno deciso di preservare la salute e hanno praticato sin dalla presenza dei primi casi un lockdown totale nei mesi primaverili. Alcuni invece hanno messo in discussione le indicazioni di limitazione dei contagi, come l’obbligo della mascherina.
Se analizziamo questo dibatto dal punto di vista dei valori, negli Stati Uniti ed in alcuni stati europei non è stato imposto tale obbligo perché rappresentava una violazione della libertà personale; invece in molti paesi asiatici il mancato rispetto delle regole anti-covid o l’esplicito rifiuto di sottostare a queste norme viene visto come un danno al benessere collettivo. In alcuni casi la decisione di imporre questo obbligo ha significato una maggiore polarizzazione nel sistema partitico. Negli Stati Uniti la decisione di aderire a queste regole è stata associata all’appartenenza al partito democratico o repubblicano.
Il romanzo ha messo in luce il problema della solitudine e di come possiamo continuare a vivere le nostre relazioni o il nostro desiderio di socialità. Nel romanzo di Camus questo dilemma è stato rappresentato dai tentativi di fuga di Rambert da Orano per raggiungere la sua amata a Parigi. Per alcune persone la solitudine ha portato a vari disturbi o malattie psicologiche come la depressione o l’ansia cronica. Alcuni governi hanno deciso di istituire delle figure per tenere in compagnia le persone come il kuffelcontact in Belgio o la Bubble family, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Secondo un’indagine del Guardian, a causa del Covid si è assistito ad un aumento degli acquisti in fidanzati in affitto, servizio già molto popolare in paesi come il Giappone e Cina e di robot da compagnia, per colmare la solitudine sia come sensazione che come paura.
Il romanzo ha infine sottolineato l’importanza delle professioni sanitarie, incarnate dai personaggi di Rieux, Richard e Tarrou, all’interno della società. Medici ed infermieri hanno cercato di tenere in vita il maggior numero di pazienti possibili con turni di lavoro massacranti, pesanti ed estenuanti. Il dottor Rieux e Richard stanno in piedi fino alle tre del mattino a visitare uno ad uno i pazienti in ospedale e a curarli prendendo come riferimento gli appunti di Tarrou sulla malattia per applicare la cura più efficace.
Sono stati costretti a prendere delle decisioni ardue come assegnare i dispostivi per la respirazione ai pazienti, cercare di assistere tutti coloro che entrano nell’ospedale sebbene non ci fossero più a disposizione dei posti letto. All’inizio della pandemia, venivano lodati per i loro sforzi e per l’impegno a salvaguardare la vita delle persone rischiando la propria e venivano elargite promesse da parte della politica, come l’aumento degli stipendi. Ora, vengono etichettati, da alcuni gruppi, come terroristi e alcune di queste promesse non sono state applicate su tutto il territorio nazionale.
Camus descrive e narra le emozioni, i pensieri e i gesti della folla cittadina quando si approccia all’epidemia: prima serena perché la città è riuscita a eliminare il problema “superficiale” e in seguito preoccupata ed arrabbiata della non risposta del pubblico ministero e del giudice, coscienti di ciò che accadeva, ma anche della confusione di dover seguire queste improvvise ed improvvisate regole.
Perché Camus ha deciso di scrivere il libro su l’avvenire di una malattia letale?
Camus scrisse ad un suo collega, lo scrittore André Malraux, che voleva capire cosa significasse la pestilenza per l’umanità. Egli sosteneva che essa fosse afflitta da una silenziosa e letale epidemia che in qualunque momento potesse distruggere le nostre vite quotidiane considerate solide. Essa era intesa non per forza come il flagello di una malattia, ma un momento in cui l’uomo fosse suscettibile di una morte improvvisa, che può essere quella di un caro parente o di un amico, la costrizione di scendere a compromessi con se stessi o la perdita di un’ideale puro, oppure un evento che rendesse immediatamente la vita di un individuo insignificante.
Durante uno dei turni in ospedale il dottor Rieux dice:
“Questa intera vicenda non riguarda l’eroismo, ma la decenza. Può sembrare un’idea ridicola, ma l’unico modo per combattere questa peste è solo con la decenza”
L’unica cosa che si può fare è svolgere al meglio il proprio lavoro e compiere il proprio dovere, bisogna dunque essere anche in grado di fare delle scelte che salvaguardino la salute dei cittadini e cerchino di mantenere il più possibile la situazione di normalità. Questo passaggio implica anche la responsabilità individuale e collettiva dell’uso delle parole e della diffusione di messaggi che in queste circostanze perché possono portare a delle conseguenze che potrebbero peggiorare la situazione in corso, perché l’uomo è affetto dalla casualità degli eventi e dalle azioni dei suoi simili.
Alla conclusione del libro il dottore Rieux sostiene:
“In mezzo ai flagelli s’impara che negli uomini ci sono più cose da ammirare che da disprezzare“
Questa frase conclusiva del romanzo lancia un appello, il quale ci incoraggia a nutrire la speranza nonostante le avversità e ad apprezzare coloro che ci sostengono o sono disposti a farci soffrire meno la solitudine o la malattia. Un appello che descrive nobili sentimenti, che purtroppo sono sempre più rari, dato che si sta assistendo sempre più ad atteggiamenti aggressivi nei confronti del personale medico, nonchè effimeri perché forse tendiamo a concentrarci sempre più su noi stessi o su coloro che fanno parte del nostro gruppo di appartenenza.
E’ un comportamento difficile da tenere. L’appello del dottore Rieux è l’incipit per una nuova solidarietà e un maggiore rispetto nelle professioni sanitarie.