Come nasce un’idea “geniale”: l’importanza di coltivare il talento
Geni si nasce o si diventa? Questo il titolo dell’intervento di Massimo De Donno, esperto di apprendimento strategico, per Tedx Trento 2020, avvenuto sabato 14 novembre.
Sintetico ma denso di contenuti, De Donno ha iniziato il proprio discorso raccontando un aneddoto che vede protagonista un celebre personaggio storico: Thomas Edison. L’inventore della lampadina è l’esempio di uno dei tanti geni rifiutati dalla scuola, che non è stata in grado di comprendere e valorizzare un’intelligenza come la sua: alternativa, ma non per questo scadente. Fortunatamente Edison non trascurò il proprio talento, soprattutto grazie alla madre, che si occupò personalmente della sua educazione.
Come lui, anche altri scienziati e luminari sono famosi per non aver avuto una carriera scolastica brillante: uno di loro è Albert Einstein. Proprio dal suo caso si sviluppa quella che potremmo definire un’eterna diatriba, quella tra innatisti e comportamentisti.
Fra i primi troviamo Thomas Harvey, patologo statunitense che si occupò di analizzare il corpo e in particolare il cervello di uno dei più grandi geni della storia dell’uomo. Cosa pensava di trovare Harvey nel cervello di Einstein? La conformazione della genialità. I risultati? Non scoprì nulla che potesse differenziare il cervello dello scienziato da quello di un altro comunissimo individuo. Diverso fu lo studio compiuto da Marion Diamond, neurologa e psichiatra che esaminò il lobo parietale di Einstein. Grazie ai suoi studi e ai progressi delle neuroscienze, De Donno racconta al proprio pubblico virtuale che oggi è possibile affermare che la genialità e il talento non sono altro che il risultato di abilità, esercizio e formazione di alto livello. Breaking news! Geni non si nasce…si diventa!
Ma se geni si può diventare, come si fa? Ci sono delle regole da seguire? De Donno non parla di vere e proprie norme, ma dà alcuni consigli per sviluppare la propria intelligenza. Il primo riguarda l’atteggiamento mentale, che sostiene debba essere sempre connesso alla convinzione di poter sviluppare e migliorare le proprie potenzialità.
A fare la differenza sono anche i fondamentali “dell’apprendimento”. Con questa espressione s’intende la capacità di esprimersi e spiegare concetti, anche semplici, grazie alla padronanza di un buon lessico. Può sembrare banale, ma non lo è. Se volete mettervi alla prova, scrivete la definizione di “numero”. Questo è stato l’esempio del relatore, che sottolinea come l’apprendimento attraverso la parola e quello attraverso l’esperienza siano tanto differenti, quanto incomparabili. Da ultimo, ma non meno importante, è fondamentale dotarsi di un metodo di apprendimento personalizzato. Ovunque si possono trovare mappe concettuali o sostenitori di tecniche di memorizzazione che forniscono una buona cassetta degli attrezzi, ma quello che manca a questi metodi è la soggettività. Proprio perché l’intelligenza non è una sola, è giusto adattare i metodi per incrementarla, tenendo conto dell’unicità di ognuno.
La conclusione dell’intervento di Massimo De Donno è che intelligenza, talento o genialità non sono importanti per imparare una lingua straniera, per laurearsi nei tempi prestabiliti o memorizzare un intero libro in poco tempo; sono indispensabili per saper ordinare le mille notizie che ci bombardano ogni giorno, per comprendere quello che accade nel mondo e saper distinguere una notizia attendibile da una fake news.
Sarebbe utile che la scuola si mettesse in gioco per fornire agli studenti tutte quelle skills utili per affrontare il mondo come dei veri e propri “geni”, andando oltre programmi obsoleti e metodi di studio che ignorano le nuove tecnologie, che abbiamo scoperto essere indispensabili durante questa pandemia. Oggi ci è richiesto di mettere la nostra intelligenza al servizio della società e servono gli strumenti per farlo. Chi altro dovrebbe occuparsene se non la scuola, addetta a istruire ed educare i cittadini di domani?
E poi, perché no, qualcuno potrebbe anche inventare un nuovo sistema di illuminazione o elaborare una teoria della relatività “alternativa”.