Too Good To Go: una soluzione pratica a un problema complesso
Lo spreco alimentare è uno dei temi che più di tutti è tornato alla ribalta nella sensibilità del mondo di oggi. Inscritto nel contesto del più ampio problema della sostenibilità ambientale, del cambiamento climatico e della lotta allo spreco, è una questione morale che ci si pone sin da quando siamo bambini: quante volte la mamma o la maestra, davanti a un piatto che ci rifiutavamo di finire, ci hanno richiamato la miseria e la penuria di cibo che molti altri bambini, nel mondo, dovevano (e devono tutt’oggi) affrontare?
A fronte di questo grande problema, che da morale si estende a politico e globale, l‘app di Too Good To Go è una delle risposte, sicuramente fra le più efficaci, che si è riusciti ad elaborare. Grazie a pochi semplici passaggi sul proprio telefono, chiunque può salvare del cibo invenduto e prossimo a essere buttato (ma ancora buono), comprandolo a un prezzo molto conveniente. Allo stesso tempo, gli esercizi commerciali del settore alimentare che aderiscono a Too Good To Go vendono del cibo che altrimenti avrebbero sprecato, riuscendo ad avere un ritorno sulle spese e facendo un grande favore all’ambiente. L’app ha sino a oggi raggiunto quasi 20 milioni di utenti e si sta espandendo rapidamente dall’Europa a tutto il mondo.
Dopo questa breve presentazione, vi lascio a quella molto più esaustiva che ne fa Arianna Scroppo, responsabile PR per Too Good To Go Italia. Con lei esploreremo il mondo di Too Good To Go, una realtà che in pochi anni è arrivata a decine di milioni di persone, ha fatto risparmiare tonnellate di cibo e non solo. Difficilmente si può quantificare la somma (anche se sicuramente enorme) di denaro che l’app ha fatto risparmiare a commercianti e consumatori.
Buongiorno Arianna, innanzitutto ti ringrazio per la tua disponibilità all’intervista. Inizierei da una domanda molto generale, per aprire il discorso: come è nata l’idea di Too Good To Go?
Too Good To Go è una realtà che inizia a prendere forma a Copenaghen nel 2015. L’idea venne a un gruppo di studenti che, notando quanto cibo venisse sprecato agli eventi universitari, decisero di sviluppare un progetto per salvare questo cibo ancora buono e fresco. Da qui nasce l’app Too Good To Go: una soluzione che in pochi semplici click permette, da una parte, ai commercianti alimentari di ridurre i propri sprechi mettendo in vendita le Magic Box, sacchetti di cibo invenduto ma ancora buono e, dall’altra, agli utenti di salvare prodotti freschi acquistandoli a un terzo del prezzo. In questo modo, si alleggerisce tanto l’ambiente dallo smaltire questi sprechi, quanto il portafogli dei consumatori dall’onere di un acquisto a prezzo pieno. La semplicità dell’idea ha fatto sì che questo modello potesse essere applicato fin da subito a tutti gli esercizi commerciali del settore alimentare, dalle panetterie ai supermercati.
Ora vorrei chiederti qualcosa degli step che Too Good To Go ha attraversato nella sua crescita: quali sono i Paesi che ha raggiunto per primi? Qual è la quantità di persone e di cibo salvato che ha raggiunto negli anni e a cosa pensate sia dovuto il suo successo?
L’applicazione è stata lanciata nel 2016 sotto la guida dell’attuale CEO Mette Lykke. I primi paesi esteri in cui è stata introdotta nello stesso anno sono stati Norvegia, Germania, Svizzera, Inghilterra e Francia. In poco più di un anno l’app ha già raggiunto il milione di iscritti e il milione di Magic Box salvate. Dal 2018 l’attività si espande nella gran parte dei Paesi europei: Olanda, Belgio, Spagna, Italia, Polonia, Portogallo, Austria e Svezia. A inizio del 2020 siamo a 28 milioni di pasti salvati, per un totale di 18 milioni di utenti. La buona riuscita del progetto è sicuramente dovuta non solo alla semplicità, ma anche alla “scalabilità” dell’applicazione, che può essere utilizzata da qualsiasi esercizio commerciale nel settore alimentare. Riesce facile immaginare come Too Good To Go, utilizzando sempre uno stesso meccanismo, non abbia trovato troppe difficoltà a estendersi in una scala sempre maggiore, da Copenaghen a tutta Europa. Anche una maggiore sensibilità sul tema della sostenibilità ambientale e dell’utilizzo delle risorse naturali ci ha dato una mano a crescere: qualcosa nella coscienza del mondo occidentale sta cambiando, e noi ci siamo inseriti in questo spazio per fornire una soluzione e, al contempo, continuare a sensibilizzare sul tema.
È importante sottolineare che proprio nel 2016, anno del lancio della nostra app, è stato stimato che ogni anno in Europa vengono sprecate 88 milioni di tonnellate di cibo lungo tutta la filiera agroalimentare (fonte: EU Fusions, 2016). Quello dello spreco alimentare è un problema che va affrontato a 360 gradi.
Insomma, il vostro progetto coniuga in modo inscindibile l’obiettivo etico e la soluzione pratica. Ti chiederei di illustrarmi la situazione in Italia al momento dell’approdo dell’app su territorio nazionale. Avete trovato un terreno fertile per la sensibilizzazione sul tema e la promozione del progetto oppure avete incontrato resistenze o indifferenza da parte di commercianti e consumatori? Come pensate si possano sensibilizzare gli italiani alla lotta allo spreco alimentare?
Too Good To Go arriva in Italia nel marzo 2019. Inizialmente abbiamo riscontrato qualche scetticismo, soprattutto da parte dei commercianti, non abituati all’utilizzo di app a fini lavorativi per la loro attività e un po’ più restii ad implementare nuovi modelli di vendita. Tuttavia, anche grazie alla semplicità della soluzione, si sono resi conto che l’app avrebbe potuto portare risultati non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale. Per quanto riguarda i consumatori, invece, sin dai primi momenti abbiamo coinvolto soprattutto gli utenti più attenti e attivi su temi ambientali; inoltre, è anche grazie a una certa curiosità nei confronti di un’app così nuova e così semplice che abbiamo raggiunto rapidamente il grande pubblico.
Nel presentare l’applicazione, noi sottolineiamo sempre che, sprecando il cibo, vengono sprecate anche le risorse che sono state impiegate per produrlo: risorse naturali, economiche e lavorative. Per questa ragione, la nostra attività aziendale si muove oltre i confini dell’app. Quello che Too Good To Go si propone di portare avanti è un vero e proprio Movimento (concedimi la “M” maiuscola) contro lo spreco alimentare, al fine di sensibilizzare e informare tutti sulle implicazioni che lo spreco alimentare comporta e fornire gli strumenti per contrastarlo. Per questo motivo è fondamentale per noi educare e formare gli individui nel contrasto allo spreco, che sia tramite testimonianze nelle scuole, nelle università o nelle aziende, ma anche tramite i nostri canali social e iniziative dedicate, come quella del Patto contro lo Spreco Alimentare.
Quali sono i metodi che utilizzate per la promozione della vostra app in Italia? Quali ritenete che siano i più efficaci?
L’applicazione, soprattutto nel primo periodo di attività, si è diffusa molto tramite il passaparola degli utenti. Questo ci rende fieri del fatto che la nostra idea ha trovato un terreno fertile nella mente delle persone, al di là della pubblicità che abbiamo fatto per estendere la nostra realtà. Inoltre, non manchiamo certo sul web: oltre che sul nostro sito, siamo presenti su Instagram, Facebook e YouTube, e utilizziamo questi canali soprattutto per sensibilizzare ed educare i consumatori sul tema dello spreco alimentare, le sue implicazioni e le buone pratiche per evitarlo.
Immagino che, vista la larga scala della vostra battaglia, abbiate anche dei numeri sui risultati da voi raggiunti: vorrei chiederti, se non ti risulta troppo macchinoso riportarli, alcuni dati sullo spreco alimentare in generale, e su quello che Too Good To Go è riuscito ad evitare in questi anni in Italia.
Secondo la FAO, circa un terzo del cibo che viene prodotto a livello globale viene gettato. È una quantità che corrisponde a 1.3 miliardi di tonnellate di cibo, perfettamente commestibile, che viene scartato lungo tutta la filiera agroalimentare. Lo spreco alimentare ha anche grosse implicazioni a livello ambientale: si stima che la sua produzione, il suo trasporto e infine il suo triste smaltimento siano responsabili dell’8% delle emissioni di gas serra a livello globale; se lo spreco alimentare avesse una bandiera nazionale sarebbe il terzo Paese del mondo per emissioni dopo Cina e Stati Uniti (FAO, 2015).
Ad oggi in Italia sono state salvate più di 2.7 milioni di Magic Box (ossia circa 2.700 tonnellate di cibo), che corrispondono al risparmio di 6.750 tonnellate di CO2 nell’atmosfera: per dare un’idea delle proporzioni, questo risparmio equivale alle emissioni di oltre 19.000 voli Roma-Londra. In Too Good To Go abbiamo infatti calcolato che, salvando 1 Magic Box, cioè circa 1 Kg di cibo, si risparmia l’emissione di ben 2.5 Kg di Co2 nell’atmosfera.
Ora veniamo a una domanda che mi sta molto a cuore: che cosa può fare un ragazzo qualsiasi (ma anche un adulto) che, avendo a cuore il tema della lotta allo spreco di cibo, vuole incentivare sul proprio territorio l’utilizzo della vostra app?
La nostra mission è ispirare e rendere tutti partecipi della lotta contro lo spreco alimentare. Per questo motivo siamo entusiasti di coinvolgere nuovi Waste Warriors nella nostra attività. In particolare, abbiamo un intero team dedicato a includere sempre più esercizi commerciali nel progetto di Too Good To Go, su tutto il territorio italiano. Ad oggi hanno aderito oltre 10.000 store. E il numero è in costante crescita! Quello che possiamo consigliare alle persone sensibili al tema è di parlare di Too Good To Go ai vostri negozianti di fiducia, che potranno contattarci per ricevere le informazioni necessarie, ed eventualmente registrarsi sull’app. Inoltre, vi consigliamo di tenere d’occhio la pagina careers del nostro sito: siamo sempre alla ricerca di nuovi Waste Warriors.
Oltre a utilizzare Too Good To Go, comunque, ognuno nel suo piccolo può ridurre lo spreco alimentare e avere un grande impatto per risolvere il problema. Per conoscere di più su quali siano le buone pratiche che come consumatori possiamo adottare per ridurre gli sprechi, potete passare QUI e sui nostri canali Instagram, Facebook, YouTube.
Pensate che la ristorazione subirà un’evoluzione in questi anni, anche in virtù dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo? Che ruolo potrebbe avere Too Good To Go in quest’evoluzione?
Sicuramente quest’anno abbiamo assistito a una forte spinta per quanto riguarda il mondo della tecnologia applicata al cibo. Durante il 2020, infatti, in molti hanno fatto affidamento alle nuove tecnologie per affrontare la crisi portata dal Covid; applicazioni come la nostra sono un caso lampante. In questo periodo di incertezza, soprattutto per il settore della ristorazione, Too Good To Go in particolare è stato percepito come uno strumento che ha permesso di far fronte a una forte fluttuazione della domanda, evitando gli sprechi e permettendo ai commercianti di ottenere un piccolo ricavo dalla produzione di cibo che, in altro modo, sarebbe andato sprecato.