RezzaMastrella, gli ospiti del Festival Cinema Zero
di Valentina Farinon
Antonio Rezza e Flavia Mastrella, conosciuti anche semplicemente come RezzaMastrella, sono due artisti imprescindibili nel panorama italiano. Imprescindibili perché sono dei geni e perché purtroppo come sempre nel nostro paese la cultura rimane appannaggio di chi la fa e invece niente, questi due li dobbiamo conoscere tutti. In primis, noi giovani che appena sentiamo parlare di arte ci fingiamo interessati, ma la verità è che non siamo disposti a scardinare le nostre idee preconcette, a sovvertire i ricordi accumulati grazie alla televisione e alle chiacchierate con i parenti: il teatro non porta soldi, il teatro è per chi è già ricco. Mai che il teatro o il cinema sia invece per chi vuole emozionarsi veramente, mettersi in completa discussione, balia di un’idea avuta da altri mentre andavano per la loro strada parallela. Noi vi invitiamo a provarci, a venire con noi lungo le idee, aiutati proprio da RezzaMastrella, con una retrospettiva in programma dal 1 al 04 luglio al Teatro Sanbápolis, ospitata all’interno dell’edizione 2020 del Festival Cinema Zero, un festival internazionale di cinema «iper-indipendente». Che cosa voglia dire e che cosa ne esca, da una produzione a costo bassissimo e senza limiti alla sperimentazione, ve lo spieghiamo dopo.
GLI OSPITI
Antonio è performer, attore, in realtà Antonio è Antonio (non la vuole l’etichetta artistica) e Flavia è un’artista figurativa (prevalentemente si occupa di scultura): insieme si sono votati alla comunicazione involontaria, calcano i palchi come in gioventù, i centri sociali, i luoghi di aggregazione tutti. Nel 2018 hanno ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia e sono stati finalmente universalmente riconosciuti dalla critica. Finalmente, perché la loro è una storia molto lunga: prende le mosse ben 33 anni fa e ne raccogliamo numerosi frutti, come i 6 lungometraggi, 13 opere teatrali, programmi televisivi come Critico e critici (1997) e Troppolitani (1999-2000) e infiniti corti e mediometraggi. Sul fondo, ma in realtà assurto a motore propulsore, è il concetto di arte che li anima e permea la loro opera, mai uguale, mai accostabile a quella pop: anche quando fanno televisione, non fanno solo televisione. Non è televisione popolare nel senso che si configura come contenitore estremo di esperienze, sensazioni e sperimentazioni di altissimo livello, è però popolare perché affonda le radici nelle strade, nell’energia di essere al mondo. Flavia Mastrella, in un’intervista concessa a Mena Zarrelli e apparsa su «La platea» nel settembre del 2020, ha così motivato la propria direzione artistica, ponendo l’accento su quello che, a suo avviso, è importante faccia la cultura:
«La gente quando esce dai nostri spettacoli, quando vede i nostri film, si sente vivificata, compresa, sente che esiste anche un altro modo di vedere la realtà. A mio avviso, l’arte serve a stimolare un altro punto di vista rispetto a quello del potere ufficiale»
Sono affermazioni forti all’interno di una società come la nostra, uccisa da mille stimoli e vivificata da quasi niente, in cui risulta quasi anacronistico discutere di energia, fantasia, inventiva. Per questo, vi proponiamo di approfondire con noi questo particolarissimo duo, di lasciarvi incuriosire, spaventarvi o riderne, al Festival Cinema Zero, finalmente in sala.
REZZAMASTRELLA AL FESTIVAL
Già la prima sera, giovedì 1 luglio alle 20.45, inizieremo con la retrospettiva, dando spazio a cortometraggi che coprono il primo periodo della loro produzione (1991-1995), selezionati da Alberto Brodesco, per poi continuare con Milano, via Padova (2016), un film che ci parla da vicino di razzismo, prepotenza e squilibri sociali. Del paradosso del desiderio di una vita civile, ordinata sì, ma ordinata da altri, per noi. Gli artisti si muovono a Milano, in Via Padova, tra gli abitanti e gli avventori occasionali di un 21 maggio, i quali vengono intervistati. Si pongono quesiti ragionevoli e quesiti assurdi. Bisognerà aspettare sabato, alle 18.30, per la seconda parte della retrospettiva (cortometraggi girati tra il 1997 e il 2000), con a seguire Troppolitani, Valle occupato (2014), un lavoro unico, basato sull’«interazione fittizia e momentanea», generato a partire dalle strade di Roma, dall’uomo della strada, che in questa racconta e denuncia, improvvisando, la vita tutta.
A concludere, nella serata di domenica, avrà luogo la proiezione di Samp (2020), la loro opera più recente, film on the road iniziato 19 anni fa e conclusosi nel 2020, in cui un killer assume l’incarico di uccidere i tradizionalisti. Estremamente attuale, eppure senza tempo, una lotta contro chi, tra di noi, ancora intrepreta quello che vede con gli occhi di altri (un’istituzione, per esempio). Seguirà un momento di dialogo, online, tra Guido Laino e Alberto Brodesco e Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Poi, ne parleremo tutti insieme.
Per informazioni sulla programmazione e rimanere aggiornato/a sulle novità del festival, seguici su Instagram e Facebook (@festivalcinemazero) e sul sito www.festivalcinemazero.it
01-04 luglio 2021
Teatro Sanbàpolis, Trento
Ingresso gratuito