Elisa Zeni, un’artista tra i banchi universitari

Occhi limpidi, un sorriso un po’ timido, la grazia di chi ama perdersi nel proprio lavoro. Ecco come, qualche giorno fa, si è presentata Elisa Zeni, laureata in Beni Culturali qui a Trento ed ora artista a tempo pieno.

L’incontro, organizzato da Alumni Unitn, in un nuovo format dal titolo AlumnArt, è durato non più di una cinquantina di minuti, ma ha offerto l’occasione di parlare del percorso artistico di Elisa, approfondire alcune delle sue opere e anticipare qualcuno dei suoi progetti futuri.

Partendo dal preludio della propria passione, Elisa racconta di aver frequentato il liceo artistico, l’Istituto d’arte Vittoria. Lì apprende le prime tecniche pittoriche e del disegno e scopre quelle figure che la ispireranno sempre: i rinascimentali, gli impressionisti in particolare per la loro capacità di abbandonarsi totalmente alla natura, ed ancora il Novecento con Cézanne e i suoi effetti di luce, Klimt e la sua prospettiva ravvicinata. Successivamente svolge un tirocinio presso una ditta di restauro in un clima «di antica bottega d’arte» con insegnanti disponibili a mostrarle nuovi approcci ai materiali e ai processi creativi. Questa esperienza si interrompe un anno per lasciar spazio a un corso di restauro a Venezia che le dà le competenze per lavorare successivamente su alcune opere notevoli, come degli affreschi Baschenis. Esperienza affascinante, ma che mitiga quella parte creativa che «nel restauro è limitata a scelte sulle tecniche e non a interventi personali che rischierebbero di portare a un restauro invasivo o alla creazione di un falso».

È in questo momento che Elisa scopre che a Trento si sta attivando un corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali e sceglie di iscriversi ottenendone il diploma e soprattutto integrando le proprie conoscenze artistiche nel campo storico. Comincia intanto a percepire che, parallelamente alla soddisfazione di lavorare su opere antiche per la loro salvaguardia e conservazione, cresce anche il bisogno di potersi esprimere nella propria pittura. Anche durante gli studi, infatti, Elisa non smette mai di allenare la mano con schizzi e disegni, ma è solo quando subentra in Italia la crisi economica che si trova a fare una scelta destinata a cambiare la sua carriera artistica. Le viene infatti proposto di cominciare a lavorare come autonoma aprendo partita IVA il che la sprona a creare un proprio studio dove ha modo di gestirsi in libertà e tentare nuovi approcci.

Ma quando giunge la vera consapevolezza che la strada intrapresa è effettivamente quella giusta per la sua carriera e per la sua vita? Elisa ci racconta che, se il primo motore è la passione, ciò che la sostiene nel percorso intrapreso è il grande appoggio della famiglia, la spronano poi la disponibilità di un locale dove allestire il proprio studio e successivamente i riscontri positivi di artisti e curatori, in particolare di quelli con fama di critici severi. Nei loro giudizi Elisa trova le conferme che le servono per continuare il proprio percorso anche per quanto riguarda la propria educazione.

In tutto ciò, infatti, non piccolo ruolo ha la duplice formazione storico-pratica dell’artista. La conoscenza approfondita della storia dell’arte le permette di mantenere sempre una direzione sicura nella propria carriera. Particolare rilevanza poi hanno gli anni di collaborazione con la ditta di restauro con cui ha modo di approfondire antiche tecniche il che l’aiuta a sviluppare una maggior sicurezza nella scelta e nell’utilizzo di vari materiali.

Elisa si addentra anche nel raccontare alcuni tra i quadri che più ha amato realizzare. Tra questi Cima Roma spicca tanto per il ricordo cui è legato quanto per l’effetto visivo che lo caratterizza. Il dipinto rappresenta un momento inaspettato: l’artista, ritrovatasi in quota mentre percorreva una ferrata della zona del Brenta, ha visto un vortice di nuvole salire velocemente abbracciando la cima quasi come delle onde che andassero ad infrangersi su degli scogli. Un’esperienza che ancora ricorda carica di emozioni e dalla quale è sbocciata la serie dei Voli Radenti nei quali le montagne si nascondono dietro a «nuvole impalpabili quasi come pensieri sfuggenti». Non per niente Cima Roma è uno dei lavori che maggiormente, Elisa ha potuto constatare, travolge chi lo osserva, sia per le dimensioni (misura un metro per un metro) sia per il movimento della nube.

Elisa Zeni – Cima Roma

Altra opera è Apnea che, come il titolo suggerisce, racconta un momento brevissimo in cui tutto cala nel silenzio e ci si trova completamente immersi nell’acqua in una sorta di rituale di purificazione. Guardando in su verso la superficie quello che poi appare anche se in maniera distorta è «la rivelazione, la manifestazione di un mondo, di una situazione, di un essere».

Elisa Zeni – Apnea

Così è evidente quanto il rapporto con l’ambiente, e l’esperienza contemplativa ed empatica che ne deriva, sia fondamentale per l’artista. Ma la sua produzione non rimane limitata alla sfera naturale, si apre anche al ritratto, passando da un confronto intimo, personale, introspettivo a un soggetto esterno, dinamico. Per Elisa il genere si rivela estremamente affascinante ma nello stesso tempo esigente perché richiede che vengano colte somiglianze ed emozioni. Tanto è vero che un primo tentativo è realizzato sotto la spinta e l’appoggio di un amico fotografo e si sviluppa in un autoritratto cui seguono una serie di commissioni. A proposito di questo Elisa racconta un aneddoto: realizzando il ritratto di una signora, una settimana dopo la consegna del lavoro finito, riceve una telefonata che le domanda di poter modificare il lavoro dato che il cane abbaia continuamente al quadro, probabilmente perché uno sguardo un po’ severo gli impedisce di riconoscere la propria padrona. Ed ecco la sfida: riuscire a cogliere corrispondenze e dettagli che portano a riconoscersi o a riconoscere la persona che si è scelto di rappresentare.

Elisa racconta infine dei suoi progetti futuri che spaziano da corsi di disegno per bambini, volti a trasmettere loro l’importanza, la bellezza del disegno, ma anche a credere nelle proprie abilità a discapito di giudizi e stereotipi sempre più imperanti nella nostra società. Poi una mostra in autunno con il gruppo La Cerchia e la realizzazione di un murale per la biblioteca di Mezzocorona.

Conclude offrendo a tutti i giovani che vogliano “vivere d’arte” un consiglio:

«Buttarsi! Nonostante le difficoltà che ci sono tuttora, perché esperienze positive ce ne sono tante e poi ci sono anche le ricadute. Però quando c’è la passione… muove tutto. E bisogna cogliere tutte le piccole occasioni che ti permettono di fare quello che nella vita vorresti fare, seguire il cuore insomma».

Elisa Zeni

Per saperne di più sull’artista, scoprire i suoi progetti e laboratori o visionare il suo portfolio: http://www.elisazeni.com/studio/

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