TEDX TALK SALON TRENTO: RICCHEZZA E POVERTA’
Alle 18:00 di giovedì 10 febbraio all’interno della Sala Filarmonica di Trento si è tenuto il TEDx Talk Salon organizzato dal team di volontari di TEDx Trento, una conferenza finanziata dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento.
Prima di illustrarvi l’argomento e le tematiche che i singoli relatori hanno portato alla luce, è meglio introdurre cos’è TED e le modalità di organizzazione di questi eventi. TED (Technology Entertainment Design) è un’organizzazione mondiale no profit e apartitica dedicata alla diffusione accessibile di idee sotto forma di discorsi brevi. Questa organizzazione nasce nel 1984 come una conferenza dedicata in principio ai temi della tecnologia, dell’intrattenimento e del design. Dal 1990, TED organizza dei convegni annuali sui temi e sulle sfide dei tempi attuali in tutto il mondo, dal Nord America all’Africa. Vengono contatti come relatori accademici, ricercatori, scrittori, personaggi di alto calibro ed attivisti. Successivamente sono nate le associazioni TEDx, le quali organizzano questi eventi in modo separato ed autonomo da TED, ma che comunque perseguono lo stesso fine e le medesime modalità logistiche. Queste conferenze, infatti, devono ruotare su un tema attuale e devono essere multi-disciplinari; tendenzialmente durano una giornata, ma questo potrebbe variare a seconda del format adottato. Non vi è un numero limite di relatori, però i loro discorsi non devono durare più di 15 o di 30 minuti.
Il tema della conferenza del TEDx Talk Salon è stato Ricchezza e Povertà. Il focus principale è stato l’analisi delle disuguaglianze economiche tra gli individui, un fenomeno ampio, traversale e che ha dei profondi impatti sulla società, sotto vari punti di vista. Ci sono stati quattro relatori: Philipp Woelk, Gloria Riva, Massimiliano Vatiero e Penelope Nunzia (quest’ultima ha dovuto fare il suo intervento a distanza a causa del risultato di positività al Covid). I moderatori della conferenza sono stati Michela e Steven.
Philipp Woelk (che è stato un volontario di Tedx Trento nel 2013) ha parlato di come ricreare un rapporto di confidenza e collaborazione tra finanza e società. Nel suo intervento ricorda come la politica e la finanza stiano perdendo sempre più fiducia da parte delle persone. Questa perdita stabile è dimostrata da un rapporto pubblicato da L’Espresso degli atteggiamenti di speranza dei cittadini, i quali percepiscono negativamente le banche, il Parlamento e i partiti. Le strutture della finanza, sebbene non siano democraticamente legittimate, necessitano comunque di una licenza sociale per poter operare all’interno della società. Inoltre, Woelk ha sollevato il tema del greenwashing, che mina la fiducia pubblica nei confronti delle istituzioni sociali quando viene smascherato. Al contempo, questo “ambientalismo di facciata” ci illustra quanto le persone possono fare pressione su istituzioni private e pubbliche in virtù delle esigenze richieste dalle nuove generazioni, le quali influiscono anche nelle decisioni personali, come ad esempio la scelta del proprio lavoro.
La giornalista Gloria Riva, invece, ha parlato delle conseguenze dello scarso investimento (in termini di PIL) della classe politica italiana nei settori del servizio pubblico negli ultimi vent’anni e, in particolare, di come i politici, nella progettazione delle politiche sociali, decidono di versare più soldi nelle tasche degli italiani anziché nell’investimento dei servizi pubblici. Ha iniziato a parlare di questa questione introducendo il tema delle mancette elettorali, che non sono altro che promesse dei politici fatte durante il periodo delle elezioni di riformare il sistema. Queste garanzie di riforma prevedono una minore tassazione di beni posizionali o versamenti diretti di soldi autonomamente spendibili ai cittadini. Negli ultimi vent’anni, i governi italiani di qualsiasi formazione hanno investito in progetti di cash-back: il che significa, fondamentalmente, che il governo manda del denaro direttamente nei portafogli privati dei cittadini. I soldi dati agli italiani sono aumentati del 50% e quelli versati per i servizi del 30%. Questo aumento però non permette ai riceventi, specialmente a quelli in una situazione di povertà, un accesso sicuro ed immediato ai servizi pubblici di prima necessità. Questa tendenza al disincentivo verso l’investimento pubblico è causato dai fatti dell’inchiesta giudiziaria Mani Pulite del 1992 che ha portato una crescente disaffezione dei cittadini nei confronti dei beni pubblici.
Il professore di Economia e Management dell’Università di Trento e dell’Università della Svizzera Italiana, Massimiliano Vatiero, ha parlato dei beni posizionali, ovvero quei beni economici che acquisiscono maggiore prestigio se poche persone possono acquisirli. Si è focalizzato sulle dinamiche di concorrenza in questo campo: qui si crea un divario di scelta economica che influisce negativamente e positivamente sulla società attorno a noi. Le persone, per acquisire questi beni, spendono sempre più del loro tempo lavorando oppure andando ad indebitarsi e, di conseguenza, si espongono a maggiori rischi sociali. Questi beni possono essere regolamentati in tre modi: tassazione, regolamentazione indiretta dell’acquisizione o intervento diretto sul consumo. Tuttavia, questi beni permettono alle persone di distinguersi per i loro meriti e per il loro status sociale-economico. Queste differenziazioni spingono le persone a competere per poter emergere e per guadagnarsi posizioni di prestigio dove possono avere potere (su questa affermazione il professore prende come esempio la figura di Giulio Cesare e il personaggio dell’angelo Lucifero di John Milton).
La giornalista, scrittrice ed autrice di programmi televisivi Penelope Nunzia, invece, ha fatto un intervento sul gender pay gap e su come la donna sia la povera per eccellenza in qualunque ruolo ricopra. Comincia il suo intervento ponendo al pubblico la seguente domanda: “L’Italia è un paese ricco o povero?” e risponde che “L’Italia è un paese ricco ma abitato da poveri”, perché la ricchezza ineguale privata delle famiglie italiane è maggiore rispetto al debito pubblico italiana. Penelope mostra, attraverso varie dispositive, che è molto difficile definire quantitativamente un povero in termini di consumo medio. Inoltre, afferma che il povero per eccellenza è la donna in quanto è un soggetto trasversale; inoltre, illustra come nel nostro paese sia difficile parlare apertamente della questione del gender pay gap – ma anche generalmente di soldi – perché non è considerato socialmente accettabile domandare ad una persona pubblicamente quanto guadagna. Poi, ha mostrato l’emanazione delle leggi di parità salariale nei vari paesi del mondo e ha fatto notare come queste non sono ancora in grado a risolvere tale problema. Questa condizione economica sfavorevole conduce le donne ad ottenere in modo molto tardivo indipendenza economica o a dipendere dalle figure maschili di riferimento. Inoltre, Penelope illustra che per le donne intraprendere determinate scelte personali in Italia è estremamente svantaggioso, come la decisione di fare figli che, in termini probabilistici, comporta minori possibilità di avviare una carriera.
La conferenza è stata accompagnata da perfomances musicali eseguite dalla pianista Monica Maranelli e dal clarinettista John Diamanti Fox, che che hanno suonato le composizioni di Robert Schuman alla fine del secondo intervento e di Malco Mardow al termine della serata.
Insomma, un evento magnifico e piena di spunti interessanti. Se volete approfondire uno degli interventi descritti, vi consiglio caldamente di andare su Youtube, digitare TEDx Talks e cliccare sul quel canale per accedere ai vari contenuti.