JURIJ MICHAJLOVIC LOTMAN: L’EQUILIBRIO TRA ESPLOSIONE E GRADUALITÀ
Esiste, nel contesto storico e sociale entro il quale ognuno di noi agisce, un carattere di continuità e discontinuità che lo attraversa. La cultura nel suo complesso conosce infatti precari ma costanti equilibri determinati da un meccanismo di stabilizzazione in grado di determinare, con più o meno consapevolezza degli attori sociali, una forma di armonia.
Su questa via si è mosso lo studio di Jurij Michajlovic Lotman, storico della letteratura e semiotico russo, noto tra gli altri per il suo testo La cultura e l’esplosione edito nel 1993. Secondo il pensiero di Lotman esistono due differenti processi, in grado di contribuire al cambiamento dello scenario storico e ad un suo peculiare equilibrio. Da un lato è presente l’imprevedibilità dei processi esplosivi, quali le scoperte scientifiche o le produzioni artistiche. Dall’altro la prevedibilità dei processi graduali, quali la realizzazione tecnica. Tali processi, spesso posti tra loro in una falsa antitesi, reggono lo sviluppo sociale garantendo il controllo e la solidità della cultura umana. Il nuovo della tecnica è realizzazione di ciò che è atteso, mentre il nuovo della scienza e nell’arte è attuazione dell’inatteso.
La loro reciprocità è tuttavia visibile esclusivamente esternando, nella maniera di Nietzsche, il proprio sguardo, sospendendo temporaneamente la propria “umanità”. Dal punto di vista soggettivo tali processi appaiono infatti l’uno teso all’annientamento dell’altro, ma dal punto di vista oggettivo la loro complementarità e simbiosi è manifesta. Si veda questo schema a titolo esemplificativo:
- PUNTO DI VISTA SOGGETTIVO (E X G)
- PUNTO DI VISTA OGGETTIVO (E <-> G)[1]
La loro apparente aggressività, così procedendo, non soffoca, ma al contrario stimola la tendenza opposta. In un esempio riportato da Lotman: la marcia vittoriosa dell’antiromanticismo di Balzac-Flaubert si univa sincronicamente con la fioritura del romanticismo di Hugo. In tal modo il precario equilibrio storico-culturale viene mantenuto anche nella temporalità. I processi esplosivi si realizzano infatti come totale causalità e aumento radicale del valore informativo del sistema ad essa connesso, al contrario della ridondanza della gradualità.
Questo comporta, inevitabilmente, l’insuccesso di qualsiasi previsione univoca delle tortuose e inattese strade del futuro. Quella realizzazione dello spirito di cui ci parlava Hegel, sarebbe agli occhi di Lotman la strada verso un movimento privo di informatività, ma di cui il filosofo, possiamo ammettere, non sapeva in realtà alcunché. Dal punto di vista di Lotman, lo Sperimentatore Supremo, quale esso sia e qualsiasi forma assuma, sarebbe più vicino a un ricercatore contemporaneo che rivela le informazioni della propria esperienza, più che a un demagogo che fa sfoggio delle proprie conoscenze.
Questa curva di sviluppo ci pone di fronte a un sentiero complesso, imprevedibile e per noi privo di un vero schema di controllo. La stessa morte di un soldato, provocata da una scheggia di un proiettile, ci confida il semiotico russo, è in grado di spezzare una catena di avvenimenti possibili e forse infiniti. È tuttavia, io credo, proprio il momento dell’esplosione, quale essa sia, a garantire in un curioso paradosso, non solo il futuro prossimo ma l’intero equilibrio storico-sociale, come un enorme scoppio di spazio denso di armonia ed equilibrio, ma che cogliamo come da uno specchio. Un vero con cui non ci è ancora dato di confrontarci.
Le note nel testo che precedono sono state tratte da Lotman, J., M., Kultura i vzryv, Gnosis, Mosca, 1993, tr, it. di C. Valentino, La cultura e l’esplosione, Feltrinelli, Milano 1993, pp.13-27
[1] Nello schema E = processo Esplosivo; G = processo Graduale; X = conflitto; <-> = complementarietà