Intervista 21 marzo: Presidio LiberaUNITN “Celestino Fava”

Il 21 marzo è la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In questo articolo intervisteremo due volontarie del Presidio Universitario “Celestino Fava” di Libera Trento: Francesca ed Eleonora. Abbiamo posto loro alcune domande riguardo la situazione delle infiltrazioni mafiose in Trentino, venute alla luce con l’operazione e il processo Perfido, e gli eventi che quest’associazione ha organizzato ed organizzerà. 

Il giornale ha illustrato ai nostri lettori la giornata del 21 gennaio, dove c’è stata la prima
udienza pubblica del processo Perfido. Ci potete dire gli esiti delle udienze successive a quella data?

Francesca: In realtà, il processo Perfido è iniziato il 15 dicembre, ma il 21 gennaio c’è stata la prima udienza aperta al pubblico. Quel giorno si è svolta l’ammissione delle costituzioni di parti civili che sono state, oltre a quella di Libera, anche quella di alcuni lavoratori delle cave di porfido, di ALTROTRENTINO soc. coop. (società editrice del giornale d’inchiesta “Questotrentino”), nonché dei sindacati FILLEA CGIL Trentino e FILCA CISL Trentino. Infine si sono costituiti il Comune di Lona Lases e la Provincia Autonoma di Trento
Il processo Perfido si divide in più filoni: un primo filone è quello del giudizio immediato, che si riferisce al 21 gennaio e che è ancora in corso. Il secondo filone è quello del rito abbreviato, di cui abbiamo visto la conclusione con l’emissione del dispositivo di primo grado l’11 febbraio: sono state condannate tre persone, di cui due su patteggiamento, mentre la quarta è stata assolta per non aver commesso il fatto. Tornando al giudizio immediato, c’è stata il 18 febbraio l’apertura del dibattimento. Successivamente, il 2 marzo c’è stata l’ammissione delle prove, mentre il 10 marzo sono stati nominati i periti che trascriveranno e tradurranno, ove necessario, da dialetto calabrese a italiano, le intercettazioni ambientali e telefoniche. Il processo riprenderà quindi a luglio. 

Eleonora: Se siete interessatə a capire le dinamiche dell’operazione Perfido, e quindi gli sviluppi processuali, potete ascoltare il nostro podcast “Caveat! Trento non è libera?” su Spotify e YouTube, nonché seguire i nostri aggiornamenti sui nostri profili social.

Grazie mille ragazze, continuate ad aggiornarci e informarci sui progressi degli esiti di
questo processo sui vostri profili. Passiamo con la seconda domanda. Vi chiedo di illustrare i
progetti che avete organizzato e che organizzerete in questi mesi sia all’interno che all’esterno del contesto universitario
.

Francesca: Innanzitutto, come a livello nazionale, oggi lunedì 21 marzo alle ore 10:15 abbiamo
organizzato un presidio in piazza Duomo, dove verranno letti i nomi di tutte le Vittime Innocenti di mafia riconosciute fino ad ora. Inoltre, abbiamo organizzato come presidio un progetto denominato il “Lunedì della memoria”, il cui scopo è quello di replicare ogni settimana, nel nostro piccolo, questo giorno, raccontando alcune storie di vittime innocenti
Per il 23 marzo LUMEN Slow Journal ha organizzato a Rovereto “CHESTORIA la mafia al Nord!”, un incontro che avrà l’obiettivo di raccontare e di discutere in generale l’andamento del fenomeno mafioso in Trentino. Infine, a livello nazionale sono stati appena attivati “ExtraLibera”, le Giornate di formazione Contromafiecorruzione” e i campi estivi di Libera con “E!State Liberi!”.

Eleonora: La scorsa estate abbiamo anche rinnovato con l’Università di Trento un Protocollo
d’Intesa
che permette a tutte le persone che partecipano al nostro presidio di realizzare il proprio desiderio di formazione anche nelle aule universitarie. In Università abbiamo organizzato un seminario di credito, dal 22 febbraio al 17 marzo, sulla questione dei beni confiscati ed il loro riutilizzo sociale nel territorio italiano e a livello internazionale (dove Libera opera attraverso reti monitoranti della società civile, in particolare in Europa, Centro e Sud America e Africa). 
Inoltre, a partire dalla fine di marzo assieme all’Universitario abbiamo organizzato una serie di
conferenze sulle mafie internazionali e il loro contrasto, ogni conferenza sarà incentrata su uno specifico Stato
: il 29/03 inizieremo con l’Argentina, il 05/04 sarà la volta dell’Olanda e, infine, il 12/04 parleremo dell’Australia.

Grazie mille, ultima domanda. Considerando che il 21 marzo è un lunedì e che questo è il
giorno della vostra rubrica “Il lunedì della Memoria”, vi chiedo di descrivere la persona a cui
avete dedicato il vostro presidio: Celestino Fava. 

Francesca: La scelta di Celestino ha avuto come primo motivo la vicinanza di età, in quanto
Celestino fu ucciso il 29 novembre del 1996, all’età di 22 anni. Era un ragazzo giovane che aveva molti sogni e obiettivi, tra cui quello di trasferirsi al Nord per iniziare una vita diversa. Quindi la scelta è stata fatta per cercare di dare giustizia a quel nome. Celestino è nato a Palizzi, in Calabria. Aveva un fratello gemello, Antonino, che era molto legato a lui nonostante la loro differenza di carattere. Aveva deciso, dopo la leva militare, di trasferirsi al Nord, scelta che non è stata possibile: il 29 novembre del ’96 andò in campagna per aiutare un amico a spaccare la legna. Fu ucciso, testimone scomodo di un omicidio di mafia. Venne trovato morto a colpi di lupara. Purtroppo della sua morte non si sa ancora nulla, in quanto il caso fu archiviato per mancanza di prove. Ennesima vittima innocente a cui è stato strappato il futuro, per Celestino non esiste ancora alcuna verità giudiziale ma solo la memoria e la consapevolezza di un’immensa ingiustizia. Nel racconto dei suoi cari c’è ancora tutto lo strazio e la sofferenza per una morte inaccettabile, per questa vita innocente strappata troppo presto. Scegliere di intitolare il presidio a Celestino significa avere la possibilità di raccontare una storia sconosciuta ai più, ma non solo. Rappresenta anche l’occasione di stare accanto ad una famiglia, dandole nuova speranza e nuova voce. Attraverso le nostre attività vogliamo mantenere vivo il ricordo di un ragazzo come noi.

Grazie mille ragazze per la disponibilità a rispondere alle mie domande, spero che in futuro sarà possibile continuare la collaborazione con il giornale. Spero anche che questa intervista possa aumentare la partecipazione studentesca alle vostre iniziative.

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