Conferenza Festival Co.Scienza: “Immaginando le forme del futuro: l’impatto del cambiamento climatico”
Durante la settimana dal 20 al 24 aprile si è tenuta la quarta edizione del Festival Coscienza organizzato dalle associazioni studentesche UNITN e OPENWET. Il Festival Coscienza nasce dall’idea di congiungere cittadinanza e divulgazione accademica scientifica, spesso percepita dall’opinione pubblica come un qualcosa di distanze dalla vita quotidiana.
Venerdì 22 aprile alle ore 21: 30 al palazzo Geremia si è tenuta una conferenza diretta da Giacomo Moro, studente di Biologia evoluzionista all’Università degli studi di Padova e ideatore di “Entropy for Life” (profilo social di divulgazione scientifica sulle questioni ambientali e climatiche), il quale ha illustrato gli impatti del cambiamento climatico su flora e fauna attraverso il riferimento ai report sulle ultime ricerche biologiche e zoologiche
Moro ha spiegato che il cambiamento climatico, di per sé, è una conseguenza dell’effetto serra, processo naturale che determina la temperatura attorno al globo; tuttavia il fenomeno problematico è l’effetto serra antropico dove la presenza dei gas introdotti dall’uomo come l’biossido di carbonio alterano e interferiscono sull’equilibrio della distribuzione dell’energia assorbita e quella riflessa. Questa interferenza conduce a tre enormi conseguenze poco trattate nel discorso mainstream: l’acidificazione degli oceani, allo scioglimento dei ghiacciai e il disequilibrio dell’attivazione dei meccanismi biologici a feedback positivo.
Di qui si è passati ad analizzare gli effetti della distorsione del ciclo naturale, nello specifico: Quali sono le conseguenze dell’aumento delle temperature sugli ecosistemi? Come si manifestano? Quali sono i possibili effetti, nelle fasi di interazioni all’interno di un ecosistema tra piante e animali oppure tra animali nei diversi momenti del ciclo di vita?
Un primo esempio relativo a questi quesiti riguarda il periodo della fioritura dei ciliegi in Giappone, presente da almeno 2000 anni. Negli ultimi cinquanta anni, si è registrato il seguente trend: a partire dal 1945 ogni anno il periodo della fioritura dei fiori di ciliegio che tradizionalmente avveniva tra i primi dieci giorni di Aprile (nonostante piccole variazioni da una regione all’altra), oggi si manifesta con un anticipo crescente. Infatti, la fioritura dei ciliegi registrata nel 2021 nella città di Kyoto è avvenuta alla fine di marzo. Questo avrà degli effetti devastanti a lungo periodo sull’intero ecosistema, infatti sono registrati dei vari mismatch tra le piante e le specie animali oppure tra le varie specie animali correlati al cambiamento climatico. Sugli effetti del cambiamento climatico tra le varie specie animali, il relatore ha spiegato e citato differenti studi zoologici sugli uccelli. Ha citato uno studio in cui si è registrato un mismatch tra il ciclo di vita di un uccello il quale si è focalizzato sul periodo di migrazione, di cova e di nascita dei piccoli, e la nascita delle pupe cioè i vermi e le larve degli insetti. E’ stato accertato che il periodo di nascita delle pupe sta man mano allungando in vista all’aumento recente delle temperature del suolo rispetto ai tempi dei cicli di vita degli uccelli nelle fasi citate. Significa l’interferenza del cambiamento climatico ha stravolto in modo differenti le abitudini comportamentali di queste due specie. Il relatore ha ribadito che uno dei modi per ridurre o addirittura azzerare gli effetti di questo mismatch è che una delle due specie si adatti in termini di cambiamento dei comportamenti e di evoluzione delle caratteristiche morfologiche. Successivamente, ha citato un altro studio in tema ornitologico, effettuato nella foresta Equatoriale brasiliana, dove negli ultimi quarant’anni gli uccelli che vivono in quell’area hanno registrato delle mutazioni morfologiche in particolar modo statura, peso e ampiezza alare per poter adattarsi all’aumento dell’umidità e alla riduzione delle precipitazioni. Questo significa che ogni azione dell’uomo influenza anche indirettamente vari ecosistemi anche quelli più distanti da noi. Però, come lo stesso Moro ha ribadito, al momento nessuno studio è riuscito a documentare, in maniera completa, quali fossero gli effettivi cambiamenti dei comportamenti delle varie specie animali in correlazione al cambiamento climatico: sarebbe necessario tenere sotto controllo costante un’ampia area geografica i fattori legati al clima dell’area e alla fauna locale.
Il relatore ha citato uno studio dell’impatto sull’aumento della temperatura sulla determinazione del sesso degli animali che è uno dei caratteri morfologici più influenzati dal cambiamento climatico. Infatti, la determinazione del sesso per alcune specie di rettili o anfibi viene determinata in base alla temperatura delle uova durante il periodo di cova. Però, ogni specie hanno differenti criteri di temperatura della cova delle uova per determinare il sesso. L’influenza del riscaldamento globale su questo carattere è potenzialmente pericolosa in termini dell’equilibrio della composizione della popolazione, significa semplicemente una specie potrebbe rischiare l’estinzione perché non ci sono abbastanza individui maschi o femmine che permettano la riproduzione.
Giacomo Moro ricorda che le minacce principali per l’equilibrio di qualsiasi ecosistema sono tre: la deforestazione, la sovra pesca e caccia e l’introduzione di specie aliena nell’habitat originario. In queste circostanze, il cambiamento climatico può rappresentare un incentivo nell’impatto a medio-lungo periodo di fenomeni.
Per concludere il resoconto di questa conferenza: il riscaldamento climatico rappresenta (al momento) una minaccia radicale, nonostante le specie animali e vegetali non siano colpite al medesimo modo dall’aumento delle temperature. Ad oggi, risultano particolarmente a rischio specie rare e che vivono in ambienti con hanno un’elevata biodiversità. L’impatto dell’uomo su vari ecosistemi può essere diretto o indiretto. Giacomo Moro ha consigliato che se si vuole ridurre gli effetti a breve periodo dell’effetto serra è necessario fare degli interventi spot. Un esempio di questi interventi è di coprire parte dei ghiacciai ancora intatti in determinati parti dell’anno con un telo geotermico.