2022, cosa mi lasci?
Siamo arrivati al 31 dicembre e, come al solito, un bilancio degli ultimi dodici mesi viene spontaneo. In questo processo è naturale chiedersi: cosa vorrei per il prossimo anno? In questo episodio di In punta di piedi, allora, proviamo a guardare al 2022 per capire cosa inseguire a partire da domani.
L’anno scorso ci siamo detti che essere onesti, ottimisti e gentili sono tre propositi generali e abbastanza validi per tutti. Come ripetiamo spesso in questa rubrica infatti, sebbene non ci siano formule magiche per raggiungere la felicità, il nostro atteggiamento verso l’esterno è ciò che spesso causa la maggior parte dei dolori e modificarlo può davvero alleggerirci. Per un buon 2023 proseguiamo sulla stessa lunghezza d’onda e cerchiamo di andare in profondità: cosa ci ha insegnato il 2022?
Un buon punto di partenza per capirlo può essere individuare i momenti in cui ci siamo sentiti più felici quest’anno. Che sia con un photo dump su Instagram, sfogliando le pagine del nostro diario o facendo mente locale, è utile collezionare questi ricordi e cercare di capire cos’hanno in comune: poco tempo passato al telefono? Tempo di qualità con la famiglia? Una gita con gli amici, un momento di piacevole solitudine, l’adrenalina prima di un viaggio? Un abbraccio, un bacio, uno sguardo? Un pianto sincero e liberatorio? Soddisfazioni accademiche o professionali?
L’errore peggiore che possiamo fare, infatti, è stilare una lista di obiettivi senza criterio, che potrebbe essere quella di chiunque: andare in palestra e dimagrire, prendere voti alti, uscire più spesso e mangiare solo cibi sani, meno Netflix e più libri o qualunque altro cliché. Ciò che abbiamo già detto circa il 2022, del resto, è ancora valido: nessuno di questi intenti, così posto, ha alte probabilità di essere realizzato, perché non tiene conto né della sfera psicologica né di quel piccolo dettaglio che è la nostra umana imperfezione.
Stando dunque così le cose vale la pena, piuttosto, inseguire una sensazione di benessere, qualunque forma questa abbia per noi. Se la sala pesi ci annoia, per dire, perché costringerci ad andarci quando, in alternativa, abbiamo escursioni con gli amici, sport di squadra o lunghe passeggiate? Insomma, solo perché ci fa perdere peso e/o diventare più tonici, la palestra non è necessariamente positiva: se non ci diverte e non ci fa stare bene mentalmente è in verità inutile, se non addirittura dannosa. Un buon obiettivo per il 2023 potrebbe anche essere quello di non associare più la nostra autostima alla fotogenia in costume, ma questa è una discussione a parte e parzialmente in pugno alla soggettività.
Ad ogni modo, un consiglio generalmente valido è cercare di ritagliare più tempo per ciò che, stando alla nostra esperienza, ci fa stare bene davvero. Le ore giornaliere su Instagram o TikTok, ad esempio, anche se sono difficili da ridurre drasticamente, con impegno e costanza possono essere sostituite da nuove abitudini (magari quelle classiche cose che diciamo ogni volta di voler fare, ma poi manca sempre il tempo) come leggere, uscire o anche solo ascoltare un po’ di musica senza fare altro. Non parliamo solo di “stare meno al telefono”: al di là della qualità dei contenuti, si tratta di una sovrastimolazione continua che ci porta ad essere ansiosi e a credere che ci manchi sempre qualcosa, ad avere FoMO continuamente e a comparare, consapevolmente o meno, le nostre imperfezioni con i migliori e/o finti pregi degli altri. Inoltre, tanto tempo al cellulare ci fa perdere il sorriso di uno sconosciuto sull’autobus, il cielo che cambia colore, un gesto d’amore in pubblico che ci può ispirare, uno sguardo che cerca il nostro e a volte anche il buonumore.
Allo stesso modo, ciò che quest’anno ci ha fatto soffrire può darci delle dritte per il prossimo. Che siano promesse non mantenute, voltafaccia inaspettati, delusioni accademiche o affetti venuti a mancare, tutto il dolore che abbiamo provato ci può insegnare qualcosa: capire di che si tratta – cosa possibile solo concedendoci di vivere ogni emozione – può darci nuovi strumenti per affrontare la vita e tutti i suoi imprevisti che, per quanto non siano mai nella lista dei desideri di Capodanno, sappiamo già che arriveranno.
Insomma, al posto della perfezione, se c’è qualcosa che vale la pena inseguire è la gratitudine. Il 2022, tra guerre (in Ucraina ma non solo) proteste, siccità e la rimessa in discussione di diritti quali l’aborto, giusto per limitarci a pochi esempi, ci può aiutare a mettere tante preoccupazioni sotto una luce nuova. Senza voler sminuire qualunque malessere ci insegua dato che, sia quel che sia, merita la nostra attenzione se ci fa soffrire, è tuttavia bene non dare sempre per scontata la fortuna che abbiamo. Nonostante tutto quello che è successo e continua a capitare, noi in questo momento siamo ancora vivi, in grado di dare e ricevere amore, essere gentili, correre, mangiare, abbracciare, vedere il mondo e cercare di capirlo, studiare, leggere, respirare aria fresca, viaggiare, farci domande e cercare risposte.
Per capire a cosa puntare quest’anno che viene, allora, la proposta (non originale, ma pur sempre valida) di questo episodio di In punta di piedi è fare una lista 10-10-10. In parole povere, si tratta di mettere per iscritto dieci dei nostri desideri più profondi, dieci cose per le quali siamo molto grati e altrettanti modi in cui amiamo impiegare il nostro tempo. Una volta finito, l’ideale sarebbe tenerla sott’occhio per i prossimi dodici mesi e non perdere mai di vista cos’è davvero importante per noi.