Chi sono io?

Quando ci sentiamo persi è utile ricordare di poter fare affidamento su di sé: questo abbiamo ripetuto più volte In punta di piedi. Nell’episodio di oggi, invece, proviamo a fare un passo indietro e capire a cosa ci riferiamo quando parliamo di noi stessi: il tentativo sarà quello di provare a discutere le risposte più comuni alla grande domanda circa la nostra effettiva identità. 

Non è da te, non sei più tu: quante volte ci siamo sentiti dire queste frasi da genitori o altri familiari stretti, amici storici di quella che sembra una vita fa tant’è la distanza tra chi eravamo e chi ci sentiamo ora? Questa situazione in cui è tanto facile rispecchiarsi può essere un buon punto di partenza per la nostra riflessione: cosa dovremmo cogliere da questi commenti? Non che vi siano risposte giuste o sbagliate, ma di certo possiamo sbilanciarci con le seguenti conclusioni. 

Innanzitutto, quello che gli altri vedono di noi è l’insieme di caratteristiche che gli abbiamo mostrato in un dato periodo di tempo, in determinate circostanze e rielaborato secondo il loro vissuto, quindi non siamo esattamente noi. Probabilmente abbiamo, infatti, anche un ruolo nella loro storia – del resto ognuno è protagonista della propria e, consapevolmente o meno, individua via via aiutanti e antagonisti nella corsa al lieto fine – modellato ad hoc su chi sono e le loro necessità. Dunque, per quanto questo modo di fare tanto comune non sia degno di biasimo, non può neanche essere il nostro specchio. C’è anche il caso in cui, poi, quelle parole vengano da qualcuno che vuole ancorarci ad una versione peggiore di noi, magari perché sente che su quella ha più controllo: insomma, niente per cui valga la pena mettersi tanto in discussione. Ma se chi siamo non risiede nel modo in cui veniamo percepiti – e quindi l’interattività della nostra esistenza è tanto fondamentale quanto intercambiabile – dobbiamo provare a tuffarci in altro per cercare una risposta. 

Il passo più scontato è probabilmente quello rivolto verso il corpo, istintivamente spesso identificato come la nostra casa. Eppure, sebbene questa equazione sia sostenuta da assunti ragionevoli, rischia di essere una prospettiva limitante. Prendiamo il paradosso della nave di Teseo presentato dall’antico storico Plutarco (48-127 d.C.), che parte dal viaggio via mare del mitico fondatore di Atene dopo aver ucciso il Minotauro: la famigerata imbarcazione è stata conservata a lungo, vedendosi sostituire via via pezzo per pezzo per preservarne l’esistenza. Ma una volta che tutti i suoi pezzi sono stati cambiati, è ancora la stessa

Come la nave di Teseo, noi siamo una collezione di parti che cambiano continuamente: corpo, mente, emozioni, circostanze e perfino le piccole stranezze variano nel tempo, ma noi ci sentiamo comunque noi. Identifichiamo, ad esempio, il neonato che vediamo nei nostri vecchi album fotografici con la stessa entità che siamo ora, eppure altezza e peso sono aumentati ed emozioni e reazioni sono più consapevoli. 

Un mare apparentemente più calmo in cui fare un altro tentativo può essere quello delle definizioni. Uno degli approcci più autorevoli nella scienza della personalità è quello che Brian Little, accreditato psicologo in questo campo, ha spiegato in un intervento per TED Talk nel 2016: si tratta della teoria dei tratti, secondo cui esistono cinque caratteristiche e distintive dimensioni di noi. Partendo dal fatto che un “tratto” è spiegabile come risposta comportamentale che, a prescindere dallo stimolo che la provoca, si ripete con una certa costanza nel tempo, quelli che qui prendiamo in considerazione sono i livelli di: apertura alle novità, coscienziosità, cordialità, stabilità mentale e estroversione. Ora, seguendo il discorso di Little, possiamo prendere l’ultima in esempio e comparare gli introversi con il loro opposto: osserveremo modalità relazionali differenti – dal contatto visivo e fisico ricercato al modo di parlare agli altri – e un linguaggio distinto. 

Ci sono infatti, a sua definizione, tre “nature umane”, ovvero la biologica, la socio-genetica e l’idiosincratica, ed è in quest’ultima che tendiamo a qualificare noi. Dall’unione di ídios (proprio) e sýnkrasis (mescolanza), con questo termine etimologicamente si intende, già dalla medicina ippocratica, quell’insieme di umori e reazioni che determinano il carattere di una persona. Tuttavia, le nostre preferenze possono cambiare nel tempo e rischiamo nuovamente un paradosso. 

C’è dunque evidentemente qualcosa in più oltre a questo mucchio di caratteristiche, prosegue lo psicologo avviandosi alla sua conclusione, qualcosa che, ad esempio, ci permette di amare il prossimo e proprio lui. Dal suo punto di vista, a renderci diversi è il comportamento che abbiamo nella nostra vita personale, spiega, sono i nostri progetti; talvolta possiamo, ad esempio, assumere certi atteggiamenti nell’ottica di precisi obiettivi, dall’aiutare una persona cara a scopi più egoisti. Il suggerimento è allora questo: piuttosto che cercare un’etichetta per noi e chi ci circonda (estroverso o meno, sconsiderato o riflessivo e via dicendo), possiamo concentrarci su quali siano i progetti prioritari. 

Infine, un’altra risposta che – per quanto contraddittoria – sembra soddisfacente, è quella di identificarci con il nostro famoso “cassetto della memoria”: del resto, se perdessimo tutti i nostri ricordi, forse non saremmo più gli stessi agli occhi degli altri, ma, se non ci fossero loro a farcelo notare, noi proseguiremmo in chissà quale inaspettata direzione. Il nostro essere tanto mutevoli a seconda degli stimoli che ci circondano può essere quindi visto, invece che come una spaventosa minaccia alla nostra presunta rigida identità, come un’occasione speciale, uno stimolo alla vita che, in qualche modo, può sempre sorprenderci.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi