Ferire senza accorgersene
Uno dei messaggi che ci arriva più di frequente è che chi ci allontana non ci merita, non sa cosa si perde e magari è anche egoista e che noi, dal canto nostro, non abbiamo niente di cui essere biasimati e dobbiamo solo voltare pagina. Questa narrazione consolatoria e in bianco e nero, però, invece di permetterci di comprendere cosa sia andato storto, crescere e maturare, mette un grande punto che spesso ci condanna alla superficialità.
Premesso che sono tante le occasioni in cui gli altri ci trattano oggettivamente male e messe da parte le volte in cui, proiettando i nostri bisogni su chi ci circonda, rincorriamo deliberatamente una delusione, talvolta sbagliamo effettivamente qualcosa e abbiamo delle responsabilità. In questo articolo vediamo allora tre atteggiamenti che, per quanto poco palesi, possono spingere gli altri ad allontanarsi da noi.
- Siamo troppo onesti
Per quanto l’onestà sia apprezzabile, parlare sempre senza peli sulla lingua ha poco a che fare con un buon amico o partner. In particolare, non è sicuramente positiva quando è motivata da frustrazione, gelosia e rabbia perché non è mossa da un desiderio di trasparenza, ma da cattiveria; inoltre, sono tanti i modi in cui possiamo esprimerci e calibrare il vocabolario in base al nostro interlocutore non solo è buona educazione, ma è anche una premura che rafforza i rapporti. Questo significa, ad esempio, essere delicati a seguito dei punti deboli dei nostri cari e cercare di esprimersi con gentilezza: non è l’arroganza che ci rende persone “decise e rispettabili”, bensì il rispetto per noi e verso il prossimo. Infine, per quanto sincera, sarebbe meglio non esprimere la nostra opinione su ogni piccola cosa, soprattutto quando non solo non è richiesta né ci riguarda, ma ha anche a che fare con un tema spinoso per il diretto interessato.
- Pecchiamo di egocentrismo
Talvolta capita che le confidenze di qualcuno scatenino in noi un flusso di emozioni e pensieri sui quali avremmo tanto da dire. Tuttavia, quando questi hanno a che fare solo con la nostra vita e diventano il centro della conversazione, priviamo l’altro dello spazio che merita. Insomma, se iniziamo sempre a rispondere partendo dalla nostra esperienza e finiamo per parlare solo di questa, chi ci sta intorno non si sentirà né ascoltato né importante e, a lungo termine, si allontanerà.
- Sminuiamo per consolare
Quest’ultimo punto riguarda tutte le volte in cui, carichi di buone intenzioni, rimpiccioliamo i problemi che amici o partner condividono con noi. C’è chi sta peggio, Guarda che sei molto fortunato, dovresti solo essere grato, Ma dai, così tante altre cose vanno bene nella tua vita!, Fidati che non è davvero un grande ostacolo, Ormai tutti hanno questo problema, è normale e via dicendo sono tutte frasi che nel 99% dei casi non aiutano. Per evitare di sbagliare, sono allora due le cose da fare: imparare ad ascoltare in silenzio – che è tutto ciò che si confida vuole in primo luogo – e a chiedere esplicitamente all’altro di cosa ha bisogno: vuole un consiglio o solo un abbraccio? Ha bisogno della nostra opinione?
Detto questo, resta da far luce su cosa ci muove ad agire così. Per quanto le spiegazioni possano essere complesse e varie, da meccanismi di autodifesa a stili di attaccamento non salutari o un grado di confidenza molto alto con chi stiamo frequentando, è vero anche che talvolta semplicemente non prestiamo attenzione.
Per questo motivo è importante mettersi in dubbio, che non si traduce in insicurezza e mancanza di fiducia in se stessi, bensì in un livello di maturità più elevato. Così come gli altri possono commettere errori e meritano (fatta eccezione per i casi più gravi) seconde possibilità, lo stesso vale per noi. Certo è, però, che se siamo sempre molto severi con chi sbaglia, nella nostra mente un qualunque naturale momento di distrazione viene etichettato come terribile e ingiustificabile e non riterremo mai di esserne capaci, cadendo così in un’interpretazione superficiale di ogni dissidio. Ferire gli altri di tanto in tanto è invece naturale, purtroppo. Peccare di egocentrismo, però, così come essere troppo sinceri e sminuire i problemi altrui non ci rende persone “cattive”, perché la bontà è anche nella capacità di ammettere i propri errori e nella volontà di migliorarsi.