Le vere “red flags” in un rapporto
Su tutti i social a nostra disposizione sta spopolando il termine red flag in riferimento a ogni campanello d’allarme che, se individuato nel modo di fare del nostro partner, è da interpretare come prova schiacciante che quella persona va allontanata subito. Come capita spesso, però, questa espressione è stata abusata al punto che ogni minima imperfezione dell’altro è semplificata come presagio di relazione tossica: dato che questo favorisce quell’appiattimento della realtà di cui le nostre vetrine online sono responsabili, oggi cerchiamo, In punta di piedi, di definire in modo appropriato il concetto in una relazione romantica e presentare gli strumenti che abbiamo a disposizione in caso di dubbi.
Prima di cominciare, facciamo subito un’importante premessa partendo dal fatto che il nostro obiettivo non è smettere di scherzare sull’argomento: ciò che conta, infatti, è capire l’effettivo significato di questa espressione e non permettere che il trend del momento influisca sul nostro modo di gestire i rapporti interpersonali. Detto questo, possiamo partire con quelle che gli esperti evidenziano come le principali per poi arrivare ad altre che, seppur presenti in alcune liste, forse sono più “gialle” che “rosse”.
Le principali red flags con cui possiamo avere a che fare, stando ad un recente articolo su Forbes e ad uno su Insider, sono le tre che seguono.
- Estrema gelosia: quando si insinua in una relazione sentimentale, può trasformarsi in tattiche di controllo e abuso. Non solo non c’è niente di romantico in un partner geloso delle nostre amicizie, ma è anche un elemento che, in abbondanza, rende particolarmente difficile costruire un rapporto di fiducia.
- Disonestà, che può emergere tanto da una serie di bugie che abbiamo scoperto quanto da un passato di traditore/traditrice. Non è tanto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, quanto piuttosto una questione di maturità e rispetto che, per quanto possa verosimilmente migliorare nel tempo, non è detto rispecchi le nostre necessità nel presente.
- Atteggiamento di controllo e/o violento. Con un’evidente correlazione al primo punto, a questo appartengono chiamate e messaggi eccessivi per sapere dove siamo e con chi (nonché rabbia se non rispondiamo subito), violenza fisica e verbale e via dicendo. Molto rilevante in questa flag è che non è necessario arrivare ad episodi gravissimi per riconoscersi come vittime: nel momento in cui sentiamo di doverci limitare per non far arrabbiare l’altro, ci vengono messe le mani addosso (che sia “solo” uno schiaffo o che veniamo spinti), riceviamo insulti o minacce siamo già davanti ad una situazione inaccettabile.
Accanto a queste, che sono le più importanti e allarmanti, ve ne sono però altre spesso menzionate nella stessa lista verso le quali, però, possiamo permetterci un approccio un po’ più costruttivo.
- Love bombing, che è un’espressione che fa riferimento a un’etichetta posta troppo presto sul rapporto (ti amo amore mio dopo una settimana, per capirci), commenti esagerati che ci fanno sentire sopraffatti o a disagio, regali eccessivi o manipolativi (come un prestito in denaro usato come garanzia in seguito) e via dicendo: insomma, qualunque atteggiamento che, all’inizio della relazione, risulta davvero fuoriluogo.
- Il suo ultimo partner è pazzo. In questo caso è importante cercare di capire come sono andate le cose dal suo punto di vista: se la narrazione che ci viene propinata è solo un addossamento di ogni responsabilità su chi prima era al nostro posto, è meglio andarci con i piedi di piombo, giusto per evitare di essere trattati come il prossimo fuori di testa nella sua storia.
- Ti butta giù. Incapacità di gioire per noi, sminuimento di quello che proviamo e critiche costanti sono tutti caratteri che rientrano in questo punto e che indicano una relazione non sana perché, tra le altre cose, rischiano di causare ansia e insicurezze in chi li subisce.
Infine, altri siti (come Verywell Mind, ad esempio) menzionano ulteriori flags, tra cui l’assenza di amici e la non corrispondenza degli obiettivi a medio – lungo termine. Tuttavia, questi si prestano particolarmente al dialogo. Essere stati in grado di individuarli, infatti, non significa per forza dover scappare a gambe levate – a differenza dei casi di violenza, gelosia eccessiva o controllo. Quando ci troviamo in situazioni simili, quindi, intavolare una conversazione onesta può essere uno strumento utile per capire con chi abbiamo a che fare effettivamente. Può essere che l’altro non abbia amici per tante ragioni, così come che tema una storia seria per traumi passati o insicurezze, ma è difficile scegliere di andarsene e non tornare presto sui propri passi senza prima una valutazione concreta della realtà. Ricerche alla mano, uno studio del 2017 ha non a caso messo in luce proprio come una buona comunicazione sin dall’inizio possa avere un ruolo importante nella qualità della relazione futura.
Un secondo strumento che abbiamo – o su cui è bene lavorare – in queste situazioni è una generosa dose di amor proprio e consapevolezza. Innanzitutto, prima di avere a che fare con i sentimenti degli altri è importante sapere cosa vogliamo in termini di quello che è il meglio per noi. Il tutto non tanto come una lista di caratteristiche alla mano, quanto come una cognizione delle nostre priorità del momento e dei bisogni che abbiamo. In secondo luogo, è bene avere il coraggio di non abbassare i propri standard sugli aspetti che riteniamo fondamentali e rendersi conto che, anche solo in quanto esseri umani esistenti, meritiamo un amore che ci corrisponda a pieno, qualunque cosa questo significhi per noi. In terzo luogo, non si tratta solo di consapevolezza di sé, ma anche dello stato corrente dei fatti: vivere nel presente è, infatti, un grande alleato per chi tende a rimanere deluso dalle proprie aspettative – e per tutti in generale. Protrarre un rapporto per le potenzialità di qualcuno, invece che per ciò che è in grado di offrire, non solo ci allontana dal presente, ma ci fa proprio vivere una fantasia, per non parlare del fatto che voler continuamente cambiare l’altro è segno che qualcosa non va. Insomma: Cosa mi sta dando? Cosa mi dice? e non Se solo facesse questo sarebbe perfetto e Ma magari tra le righe intendeva che…
Ricapitolando, allora, possiamo dire che, in un periodo in cui ogni nostra debolezza può essere vista come una red flag da cui fuggire, avere una sana relazione romantica sembra ancora più difficile. Oltre al bianco e al nero, però, è bene osservare tutte le sfumature quando si fanno vedere: l’empatia può essere allenata se noi e l’altro accettiamo di metterci in discussione e pazienza e curiosità possono rivelarsi virtù incredibili per creare nuovi rapporti. Per essere tale, una relazione sana non deve essere perfetta e ascolto e pazienza, quando sono reciproci, possono aiutare a capirci e amarci l’un l’altro per quello che siamo davvero. Quando invece le cose non funzionano e ci sentiamo a disagio – se non addirittura in pericolo – è bene parlarne con qualcuno e non abbandonare mai la (giusta) convinzione che, là fuori, c’è qualcuno che vuole dare esattamente ciò che vorremmo ricevere e che, consapevolmente o meno, meritiamo.