Il ritorno al futuro degli anni Ottanta
Nel 2016 sbarca su Netflix Stranger Things, serie televisiva che vede un gruppo di ragazzini di un’immaginaria città americana degli anni Ottanta alle prese con creature e fenomeni paranormali. Una riuscitissima “operazione nostalgia” che omaggia la cultura e il cinema di quel periodo. Non è l’unico caso del genere negli ultimi anni: sempre più frequentemente, infatti, sui nostri schermi compaiono remake o sequel di saghe storiche come Ghostbusters.
Come mai l’atmosfera degli anni Ottanta è rimasta così impressa nella mente di tutti? La realtà di quel periodo, per gli Stati Uniti, è quella della Guerra fredda, del post-Guerra del Vietnam, degli scioperi sindacali, ma anche delle grandi missioni spaziali. Si tratta di una realtà instabile, che confonde. Hollywood cerca così di trasporre sul grande schermo tutti i timori del decennio, interpretandoli in tantissimi modi. Il genere fantascientifico esplora la diffidenza nei confronti della scienza e la paura verso l’universo ignoto (pensiamo alle saghe di Star Wars e Alien, E.T. l’extra-terrestre, Terminator), mentre il confronto con i propri incubi e il proprio lato violento sfocia nell’horror (Nightmare, Venerdì 13, La mosca sono solo alcuni esempi). Un’ultima soluzione è quella di allontanarsi in tutto e per tutto dalla vita reale e rifugiarsi in mondi fantastici, come nel caso del film La storia infinita.
Il cinema americano aveva già affrontato questi temi nei decenni precedenti, ma in modo molto più impegnato. Negli anni Ottanta invece il pubblico è in cerca di distrazioni: di conseguenza, il cinema racconta tutte queste storie soltanto per intrattenere. A ciò va aggiunto l’aspetto più visivo ed estetico, legato al trascorrere del tempo: i mostri meccanici di gomma e gli altri effetti speciali, ormai superati, aggiungono quel tocco trash che aumenta la simpatia nei confronti di questi film (basti pensare a come sono realizzati i Gremlins!).
Inoltre, molte pellicole mostrano tutti gli accessori e le mode nate, esplose o esistite solo allora, con cui lo spettatore identifica gli anni Ottanta: walkman, jeans a vita alta, giochi di ruolo, musica synth-pop, etc. I più adulti li ricordano con nostalgia perché li ricollegano a un’età felice della loro vita, l’infanzia, e a un periodo caratterizzato da ritmi di vita più rilassati rispetto a quelli attuali. I più giovani invece rimangono incuriositi da un mondo così diverso dal loro. Combinati insieme, tutti questi elementi cinematografici sono riusciti a rendere mainstream l’estetica di un’intera decade e a trasmetterla, immortale, alle generazioni successive.