FUMETTO GENERE MINORE: “QUADERNI RUSSI. La guerra dimenticata nel Caucaso”
Oggi riprendiamo il viaggio di Igort nell’Europa Balcanica (anche questa graphich novel è stata rieditata nel 2021 con il seguente titolo: “Quaderni Russi. Sulle tracce di Anna Politkoskaja”). Questa seconda parte del viaggio è ambientata in Russia tra il 2008 e il 2010. L’autore ripercorre la storia della giornalista Anna Politkoskaja e si interroga circa l’effettiva trasformazione della Russia in una democrazia a seguito della caduta dell’URSS.
Tra le pagine di questa seconda sezione del report di Igort vengono illustrate le inchieste giornalistiche di Anna sul conflitto in Cecenia (1999-2009), portate avanti grazie agli interventi della sua amica, nonché responsabile della traduzione in francese dei suoi libri, Galina Ackerman, fino al giorno del suo omicidio il 7 ottobre del 2006, in cui descrive sia il fronte dei civili ceceni che quello dei reggimenti dell’esercito russo. In queste pagine possiamo osservare la situazione di Democratura in Russia, ovvero di una democrazia mascherata. Questa situazione è pericolosa per chiunque, indipendente dalla professione che svolge, perché tentare di criticare apertamente le politiche del Cremlino (questa storia si svolge in un periodo in cui Putin era primo ministro) significa non solo ricevere insulti e minacce, ma anche subire violenti pestaggi, anche da parte dei cittadini russi, fino a temere quotidianamente per la propria vita.
Nelle inchieste di Anna viene spiegato cosa sia una zachistrka, che significa rastrellamento in russo. Si tratta di una razzia e/o una spedizione punitiva quotidiana effettuata dall’esercito russo nei confronti dei civili ceceni. Queste generavano un giro proficuo di riscatti, più altri giri economici sommersi, nei confronti della popolazione civile. Di conseguenza, i civili erano costretti a pagare un’alta somma di denaro ai soldati russi presenti alla zachistrka del giorno per qualunque cosa: avere informazioni su dei possibili arresti arbitrari, avere liberi i propri parenti a seguito delle torture subite o avere la salma integra del proprio caro per una degna sepoltura.
Nei suoi report giornalistici, Anna fornisce anche una prospettiva sulla situazione all’interno dell’esercito russo. Qui, Igort punta maggiore attenzione sulla storia di due soldati di cui Anna ha documentato il vissuto.
La prima storia riguarda il tenente Budanov, il quale si è rifiutato si sparare agli abitanti di un villaggio per divertimento (diversamente da quanto fatto dai suoi superiori da ubriachi). Una volta diffusa questa notizia, Budanov viene sottoposto ad una serie di torture fisiche e psicologiche. In questa occasione, Anna ha scritto una lettera al Ministero della Difesa affinché egli ricevesse un’onorificenza militare per la sua azione. Il Ministero ha replicato che non sono previste alcune medaglie o riconoscimenti per chi disobbedisce agli ordini dei propri superiori, soprattutto se quest’ultimi violano la dignità della persona.
La seconda storia riguarda un anonimo veterano dell’esercito (arruolatosi volontariamente come soldato per combattere contro le milizie in Cecenia) che ha partecipato ad una delle fasi iniziali del conflitto ceceno. Le sue aspettative sulla figura del soldato e sull’esercito russo si sono però sgretolate quando, a novembre del 2002, viene trasferito a Chernokozovo, dove è obbligato, sotto le minacce dei soldati delle forze speciali russe, a sparare a dei prigionieri civili inermi senza sapere il loro stato di accusa. Egli non racconterà nulla di questa vicenda fino al suo congedo a casa, avvenuto quando l’esplosione di una mina antiuomo gli causa l’amputazione di entrambe le gambe.
Il punto originale di questa lettura è che presenta il viaggio dell’autrice per trovare risposte a due quesiti che rimangono irrisolti. Questo in primo luogo perché nella prima parte del report ci viene narrata solo una frazione della storia del rapporto tra Ucraina e Russia. Nella seconda parte, invece, rimangono molti più interrogativi sulla Russia in generale e sui motivi per cui non c’è mai stata una svolta verso la democrazia. Leggendo la graphic novel, possiamo osservare che da una parte il Cremlino, attraverso la propaganda, fa raccontare alla popolazione civile la loro versione dei fatti; dall’altra, però, nessun attore esterno al contesto russo ha insistito sull’instaurazione di un governo democratico, neanche nel momento in cui sono state documentate numerose violazioni nei confronti della dignità umana.