La Bussola del Pinguino – Granada, Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva
L’Universitario ci tiene ad avvisare che le persone intervistate esprimono innanzitutto la loro personale opinione sull’esperienza fatta. Considerazioni riguardo, ad esempio, una stessa città possono infatti divergere abbastanza da persona a persona. Pertanto, si invita a prendere tali interviste come suggerimenti e impressioni personali, piuttosto che come fedeli fotografie dell’esperienza.
- Corso di laurea a UniTN: Laurea Triennale in Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva (STPC)
- Università ospitante: Universidad de Granada, Granada (ES)
- Periodo accademico in cui si è svolta l’esperienza: Primo semestre del terzo anno
- Progetto a cui si ha aderito: Erasmus+
Hai trovato posto letto in uno studentato o in un appartamento privato? Se in un appartamento, quali sono stati i criteri con cui l’hai scelto?
Ho alloggiato in un appartamento privato e pagato 320 euro al mese per una camera singola (con spese incluse). Ho trovato l’appartamento perché un mio amico aveva fatto l’Erasmus a Granada l’anno prima e mi aveva dato il nome del proprietario, comunque mi ero già iscritta ad alcuni gruppi Facebook e avevo visto l’appartamento anche lì, quindi sarebbe stato possibile trovarlo anche tramite Facebook. So che ci sono alcuni servizi di studentato, ma io personalmente non mi sono minimamente informata, anche perché la mia facoltà era in un campus in collina e lontano dal centro (circa mezz’ora). Il mio appartamento, invece, era in centro e aveva un prezzo molto buono considerando la zona e che si trattava di un attico, molto illuminato e con una terrazza enorme. L’università mi aveva mandato un link come supporto per la ricerca della stanza, ma alla fine ho trovato per altre vie. I criteri principali che ho utilizzato sono stati la referenza del mio amico e la vicinanza al centro. Ad essere onesta all’inizio volevo spendere un po’ meno ma, dopo aver guardato altre case che erano o distanti o molto piccole, mi sono resa conto che questa era la soluzione migliore.
L’università è vicina al centro oppure no? Di solito come ti muovevi per andare a lezione o per la città?
Al ritorno tornavo sempre a piedi (la durata era circa 20-30 minuti), mentre all’andata prendevo l’autobus perché, visto che il mio campus (Campus Cartuja) era in collina, la strada era in salita. Anche in città mi muovevo principalmente a piedi perché Granada non è grandissima, ma è comunque ben organizzata sia con la metro che con gli autobus, che infatti passano ogni 10 minuti. Avevo fatto l’abbonamento per andare in università, ma comunque con il badge universitario si può caricare quanto si vuole per i bus; inoltre, con questa tessera per studenti si pagano 60 centesimi a corsa invece di 1,20 euro.
Quali esami hai dato durante quest’esperienza nell’università ospite e in sostituzione di quali di UniTN? In termini di cfu, quanto ti sono stati riconosciuti?
In totale mi sono stati riconosciuti 25 CFU (alcuni sono stati convalidati come tirocinio).
Corso UniTn | CFU | Corso Granada | ECTS |
Personalità e motivazione | 6 | Psicologia de la personalidad | 6 |
Psicologia del lavoro | 9 | Dirección y gestión de recuros humanos + Psicologia del trabajo y las organizaciones | 6 6 |
Test e valutazione cognitiva | 4 | Tratamiento psicologico: fundamentos y técnicas | 6 |
Ci sono esami particolarmente interessanti che vuoi segnalare?
Tutti gli esami sono gestiti abbastanza bene perché per ogni corso ci sono sia delle ore di teoria che di pratica. In particolare, consiglio il corso che ho utilizzato in sostituzione al tirocinio (Tratamiento psicologico: fundamentos y técnicas), in cui nella parte teorica vengono presentati un po’ tutti procedimenti per trattare i vari disturbi (per esempio d’ansia oppure ossessivo-compulsivo) e nella pratica viene fatta costruire, passo a passo e quindi di settimana in settimana, una terapia di rilassamento che io ho utilizzato con la mia coinquilina. Il corso quindi mette lo studente proprio nella posizione e nella prospettiva del terapeuta, ed è stato particolarmente interessante rispetto ad altri perché molto indicativo anche per quello che studio.
Qual è stato il tuo primo impatto della città? Come la descriveresti?
Molto accogliente, mi sono sentita molto accolta e rassicurata dalla città. Fino all’ultimo giorno, prendendo una strada minimamente diversa dal solito scoprivo qualcosa di nuovo. È piccola ma mi dava molto la sensazione di casa. All’inizio ero dubbiosa perché mi sembrava troppo caotica, ma dopo pochissimo mi sono resa conto che, a parte le strade principali, aveva molti posti carini e tranquilli, e me ne sono innamorata. Probabilmente a farmi cambiare idea è stato il fatto che, essendo una città che deriva dall’invasione marocchina, ha dei colori che non siamo abituati a vedere qui in Italia. Soprattutto al momento del tramonto, visto che si trova anche un po’ in altitudine, si può vedere benissimo il sole e si viene a creare un effetto aranciato sui palazzi molto particolare.
Quali luoghi, ludici e culturali, segnaleresti?
- Alhabra, vecchio palazzo del ‘re’ e museo;
- Albaicin, quartiere rimasto più a influenza marocchina;
- la Cattedrale;
- Calle Pedro Antonio, una via lunga laterale al centro con tutti i bar e posti per fare le tapas.
C’erano anche dei gruppi Erasmus che organizzavano serate e viaggi e che ti mettevano in contatto con altri studenti: una cosa davvero utile per ambientarti, soprattutto all’inizio.
Come valuti il costo della vita in quella città? L’ammontare della borsa di studio è stato sufficiente?
Sì era sufficiente, soprattutto perché avevo anche l’integrazione ISEE e in ogni caso il costo della vita a Granada non è particolarmente alto: ho sforato un po’ semplicemente perché ho fatto io cose in più. Per le spese basiche mi sarebbe bastato l’importo dato dall’università, anche perché Granada è molto più economica di Trento.
Vuoi aggiungere qualcos’altro o dare qualche consiglio riguardo la tua esperienza?
La lingua all’inizio mi ha creato difficoltà sebbene avessi un livello B2 perché lo spagnolo del sud è diverso da quello che si insegna a scuola, oltre al fatto che con mascherine era impossibile leggere il labiale. Tuttavia, penso che dipenda molto da come ci si pone, bisogna un po’ buttarsi. È stata una grande sfida per me, perché tendo a vergognarmi molto: all’inizio non ero convinta di fare l’esperienza Erasmus, l’ho fatta semplicemente perché avevo bisogno di cambiare aria, ma a posteriori mi rendo conto di averla sottovalutata e che è vero che fa crescere tanto e che in qualche modo ti cambia. A livello di amicizie ho frequentato tanta gente italiana – anche perché in casa su cinque inquilini eravamo tre italiane – ma in ogni caso parlavamo in inglese con gli altri. Ho vissuto una situazione particolare per cui mi sono trovata nello stesso appartamento con una mia compaesana che non conoscevo e con cui ho legato moltissimo: sono stata molto con lei e generalmente con altri italiani, anche se spesso siamo uscite anche con i nostri coinquilini tedeschi e i loro amici.
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