Fumetto, un genere minore? – Banned Book Club
Per il numero di questo mese faremo due viaggi. Torniamo ad esplorare il continente asiatico, stavolta andremo in Sud Corea. Più precisamente, esploreremo la Sud Corea all’inizio degli anni Ottanta durante la Quinta repubblica – mi correggo: esploreremo la Sud Corea quando era sotto un regime militare.
Come avrete già intuito dal titolo dell’articolo, anche per il numero di questo mese tratteremo di censura letteraria e riprenderemo il tema della libertà accademica.
La storia comincia con il primo giorno all’università di Anjeon di Kim Hyun Sook (che è anche il nome dell’autrice del libro), una ragazza appena diciottenne introversa ed amante dei libri che lavora nel ristorante dei suoi genitori. La scelta di Kim di frequentare l’università non è molto apprezzata dalla madre, in quanto ella percepisce l’università come un investimento inutile e come un luogo pericoloso da frequentare a causa degli scontri violenti tra gli studenti e la polizia.
Dal primo giorno, Kim finisce all’interno di una protesta studentesca non autorizzata, che diventerà successivamente luogo di scontro tra le forze dell’ordine e gli studenti universitari che contestano il regime del presidente Chun, caratterizzato dall’estensione della legge marziale e dalla soppressione di movimenti sindacalisti o contro il regime. Sin dal primo giorno, Kim Hyun Sook comprende che all’università vige un forte clima di tensione e di sorveglianza da parte dell’amministrazione scolastica, composta da membri fedeli al regime del presidente Chun. Kim cerca in ogni modo di evitare di trattare e di parlare di politica all’università, cerca di prendere parte alle attività extra-curriculari partecipando al club di danza folklorica per evitare l’argomento, però ogni tentativo risulta inutile perché ogni evento – perfino le feste universitarie – diventa un’occasione per protestare. Alla fine di una festa universitaria organizzata dal club di danza folklorica, Hoon, uno studente di legge dell’università, invita Kim ad unirsi al club di lettura composto da altri studenti in un posto al di fuori dell’università. La sera stessa, Kim raggiunge l’indirizzo indicato da Hoon dove vi è la sede del club, che è uno scantinato, e dove conosce gli altri membri del club: Yuni, Gundo, Suji e Jihoo. Questo club tratta di libri banditi, libri che non possono essere acquistati o circolare tra i confini della Sud Corea. Questi club dei libri sono dei luoghi illegali per la legge: infatti, gli studenti e/o i professori che possiedono libri proibiti e/o che creano e/o fanno parte di club rischiano di finire in carcere. In un primo momento, appena saputa la natura del club letterario a cui è stata invitata, Kim decide di non prendere parte al club in quanto non vuole perdere la borsa di studio dell’università. Alla fine deciderà di prendere parte al club letterario per via della sua passione per la letteratura
Questa graphic novel illustra il ruolo della polizia segreta, la quale ricorre alla forza ingiustificata e a sanzioni che consistono dall’esclusione a prendere parte alle iniziative dell’università, allo smantellamento di club universitari studenteschi fino all’espulsione dall’università, che minacciano la continuità del percorso accademico e la possibilità di intraprendere un percorso di studi libero da pressioni da parte della amministrazione e delle istituzioni politiche. Possiamo osservare il ruolo della polizia segreta nelle scene degli interrogatori di Hoon e di Jihoo i quali vengono interrogati dagli agenti segreti ricorrendo alla violenza fisica con mazze da baseball, piedi di porco e barre di metallo. Hoon e Jihoo vengono interrogati dalla polizia in quanto sospettati di essere dei comunisti e di avere partecipato ad attività illegali, tra cui la circolazione di libri non autorizzati. La polizia – attraverso minacce e l’utilizzo di frasi persuasive – cerca di convincere le persone a fare i nomi di potenziali oppositori politici per ricevere un condono o l’annullamento della pena.
Nelle pagine della graphic novel possiamo notare le caratteristiche tipiche di una dittatura militare: controllo delle fonti di informazioni, costituzione di una forza manageriale e dirigenziale fedele al regime, potere illimitato della polizia sull’uso della forza, arresti arbitrari e violazione continua dei diritti umani.
Dalle note redatte dalle autrici sudcoreane della graphic novel, la storia e gli eventi narrati in questo romanzo grafico si ispirano a fatti veri, dunque si ispirano a storie di studenti che hanno preso parte alle proteste e hanno costituito questi club di libri clandestini. Questi studenti erano amici delle autrici. Per motivi di privacy e di sicurezza hanno modificato gli eventi descritti, i nomi dei personaggi e i luoghi della storia.
Le note di questa graphic novel ci illustrano le maggiori di difficoltà che anche la nostra redazione deve affrontare quando decidiamo di trattare argomenti attuali connessi alla questione della salvaguardia dei diritti umani e della democrazia, soprattutto quando decidiamo di preparare delle interviste: rispettare la privacy degli intervistati, garantire protezione nei confronti degli intervistati e descrivere correttamente la notizia (questo compito diventa particolarmente difficile nel momento in cui le fonti giornalistiche cartacee e digitali vengono oscurate e smantellate dalle istituzioni governative). Scrivere su questi argomenti è molto difficile sia dal punto di vista tecnico, per le ragioni spiegate precedentemente, sia dal punto di vista etico, perché significa assumersi delle responsabilità enormi. Infatti, dobbiamo garantire alle persone intervistate che non subiranno ulteriori ripercussioni sulla loro situazione, che può essere già precaria o rischiosa.
Concludiamo il numero di questo mese invitando i cari lettori della rubrica a leggere dei romanzi grafici banditi e contestati perché vi invitano a conoscere tematiche non tanto gradite alla classe dirigente e vedere universi che sono nascosti dall’opinione pubblica o dall’algoritmo dei nostri social.
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