POPLAR 2023, DAY 2 – IL MAGO DEL GELATO CAMBIANO IL RITMO AL DOSS
Mentre salgo le scale del Doss, oltre che ad accarezzare l’idea di una provvidenziale funivia centro-sottopalco, penso che le prime due serate del Poplar Festival sono due facce della stessa medaglia: “la musica?! Sofisticata elaborazione”. Scherzi a parte, si tratta di generi che negli ultimi anni si sono rinnovati, fino a cambiare completamente, e che riscoprire sembra quantomai necessario per uscire dal mainstream. Giunto a tale livello di sensibilità – inversamente proporzionale alla mia pressione arteriosa – e di fronte al palco assisto alla performance de “Il mago del gelato” e capisco che la seconda band della serata a tema musica elettronica in realtà lo è solo in ultima istanza, giusto per sintetizzare e non facendo giustizia.
Un po’ confuso ho intervistato tre membri della band – Elia Pozzi (alle percussioni), Pietro Gregori (alla batteria) e Giovanni Doneda (al basso) – per capire meglio l’origine del gruppo e dove nasce la commistione di sonorità che propongono.
Ciao ragazzi! Com’è andata?
“Molto bene! Non eravamo mai stati in Trentino e l’ultima esperienza in queste zone ci ha portati dalle parti di Belluno, in occasione del Reset Festival. Ma il pubblico di Trento ci è davvero piaciuto.”
Il Poplar Festival è il passo prima dell’autunno, voi e il gruppo come avete valutate questi mesi estivi?
“Molto positivamente. Seppure suoniamo da due anni, gli ultimi dodici mesi sono stati pieni di novità sia per quanto riguarda l’organizzazione del gruppo che da un punto di vista musicale. Tra le varie uscite discografiche abbiamo portato a termine vari progetti e altri sono ancora in preparazione: tra cui altri live e il nostro primo EP che uscirà il 20 ottobre.”
Mi piacerebbe fare un passo indietro. Già al primo ascolto è evidente che abbiate delle sonorità originali e sicuramente non convenzionali, quindi ero interessato a capire com’è nato questo progetto.
“Noi siamo un gruppo di sette musicisti e ci siamo incontrati all’interno della scena milanese, seppure provenienti da ambienti radicalmente diversi. Da vari incontri in contesti musicali o universitari, le nostre individualità di musicisti si sono unite in una dimensione collettiva. Ad esempio c’è chi ha studiato jazz o chi viene dal mondo della musica elettronica, altri di noi invece hanno assorbito maggiormente influenze reggae o funk. Quindi se volessimo pensare ad un filo comune della nostra attuale fase sicuramente penserei alla musica Afrobeat (senz’altro Fela Kuti e Tony Allen), gli autori delle colonne sonore italiane anni 70 e magari una componente Funk Fusion, con influenze del mondo orientale e mi riferisco ai Casiopea. Ma una fortuna di questo progetto è la numerosità dei componenti, che ci dà la possibilità di coniugare tante sonorità diverse: potremmo quasi dire che sia questo l’obiettivo della band. Creare un progetto corale e variegato senza porci dei limiti di genere”
“Un po’ come un gelato”
Esattamente! quindi il nome nasce dall’idea di questo connubio musicale?
“Diciamo che lo abbiamo tratto dalla zona in cui si trova il nostro studio, in via Padova a Milano. E’ una zona multietnica dove respiri le influenze di varie culture, diverse dal mainstream. In questo contesto, così simile alle influenze che segnano le nostre sonorità, c’è un bar abbastanza famoso che si chiama “Il mago del gelato”.
Come a Polignano a Mare!
“Infatti! Abbiamo un aneddoto su Polignano. Una sera ci trovavamo lì per suonare ed alla fine del concerto ci hanno scambiati per una band collegata al bar o comunque per polignanesi.”
In ultimo, tra gli artisti che questa sera hanno calcato il palco dopo di voi vi trovate in particolare sintonia artistica con qualcuno?
Ci ha colpito molto Colombre, sia lui (il cantautore Giovanni Imparato, ndr) che la band: crediamo che quello che fanno possa avere dei punti di contatto con ciò che proponiamo. Ovviamente anche con Venerus, che è un riferimento nella scena. In realtà ci ha fatto molto piacere partecipare sia come musicisti che come spettatori. Infatti, confrontandoci tra di noi, ci ha stupito tantissimo Mezerg: per ciò che facciamo noi, sarebbe una sfida trovare un piano comune sul quale collaborare ma ciò non toglie che la sua musica abbia un’identità unica. Infine ci tenevamo a ringraziare e complimentarci con l’organizzazione del Poplar Festival per la selezione artistica oltre che con i fonici.”
Un saluto e un grande in bocca al lupo ai ragazzi de Il mago del gelato e speriamo di rivedervi presto da queste parti!
Crediti foto: Lorenza Depeder, Edoardo Meneghini, Lukas Del Giudice, Emma Bonvecchio, Andrea Mastrangelo, Rosario Multari.