Poplar 2023, Day 4 – Il rock trionfa nell’ultima serata di Poplar. Intervista agli Humus
TRENTO Domenica 17 settembre si è conclusa la settima edizione di Poplar Festival. In questo articolo potete trovare un resoconto della giornata e una breve intervista alla band Humus.
CULT Nell’area Cult di Piedicastello abbiamo conosciuto TurboPaolo, un comico e content creator divenuto famoso per i suoi brevi video e sketch comici su Instagram e TikTok che ironizzano diversi aspetti della vita quotidiana. Dopo di lui sono intervenute la musicista italo-palestinese Laila Al Habash e la giornalista e critica musicale Giulia Cavaliere, collaboratrice per Il Corriere della Sera e Rolling Stones Italia. La giornata nell’area Cult si è conclusa con gli interventi di Anna Castiglioni, dottoranda e ricercatrice presso l’Università di Trento, Lorenzo Tecleme, scrittore e giornalista, e Giuliano Franzoi, dipendente pubblico presso il Comune di Trento, per discutere di crisi climatica e come trattare questo tema all’interno dell’università. Quest’ultimo panel è stato moderato da Giovanni Mori, ingegnere ambientale, consulente sulla sostenibilità e attivista climatico. Spostandoci nell’area Relax di Poplar Cult, il giornalista freelance Alessandro Sahebi e il rappresentante livornese di Potere al Popolo Vittorio Cateni hanno affrontato il tema dello sfruttamento del lavoro in Italia. Successivamente il caporedattore del magazine The Passenger Marco Agosta e la traduttrice Elisabetta Bartuli hanno parlato della questione palestinese. Infine sono intervenuti Davide Trabucco, artista e CEO di Conformi, e Fabrizio Esposito, coordinatore della pagina Instagram Alvar Aaltissimo.
SUL DOSS Il concerto di domenica è iniziato alle 17:30. Trattandosi dell’ultima serata del festival, non si poteva non chiudere con il botto. Siamo partiti giocando “in casa” con la band trentina Humus, che ha alternato i singoli dell’ultimo album Non è giusto con quelli del primo album Cambia Voce. Un’altra band emergente ha calcato il parco del Poplar: i MilanoSport, una band post-punk che ci ha condotto nell’universo delle maschere e degli eccessi della vita notturna. In seguito, La pluripremiata cantante, musicista e strumentista sarda Daniela Pes ha deliziato il pubblico di Poplar con un assolo tra note di elettronica e dialetto sardo. Anche la Gran Bretagna ha fatto tappa a Trento con le band rock punk: gli Squid e gli Shame. La serata si è chiusa con la performance della indie e alternative rock band Verdena.
Condividiamo con voi questa breve intervista alla band Humus. Gli Humus sono una band rock grunge, punk e alternative rock formatasi nel 2012 e originariamente composta da Marco Palombi, Lorenzo Faes, Stefano Negri e Fabrizio Lettieri. Nel 2013 pubblicano il loro primo EP denominato Uno alla volta. Nel 2017 pubblicano il loro primo album Cambia Voce, mentre nel 2022 esce il secondo album Non è giusto. Nel corso della loro carriera musicale, gli Humus hanno aperto i concerti di altri celebri artisti italiani e internazionali, tra cui i Ministri e i Gazebo.
Abbiamo parlato brevemente con l’head vocalist e chitarrista della band Marco Palombi.
Puoi descriverci la formazione del vostro gruppo?
Marco: La formazione del nostro gruppo è la seguente: io ricopro il ruolo di cantante e chitarrista; anche Lorenzo Faes è alla chitarra e si occupa dei cori; Fabrizio Lettieri suona la batteria e aiuta Lorenzo con i cori; infine Stefano Negri ricopre il ruolo di bassista.
Ci potete spiegare le ragioni della scelta del nome “Humus”?
Marco: Il nome in realtà è una casualità, nel senso che avrebbe dovuto descrivere il momento che stavamo passando io e Lorenzo nel periodo di formazione del gruppo. Ci sembrava la parola giusta da dare alla nostra band.
Come vi sentite a suonare a Poplar Festival, uno degli eventi più seguiti a Trento?
Marco: Sicuramente per noi è un grandissimo onore perché abbiamo la possibilità di condividere un enorme palco all’aperto con degli artisti che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare durante la gioventù. È un grande privilegio.
Passiamo alla discografia del gruppo: ci potete descrivere le tematiche che trattate nel vostro nuovo album “Non è giusto”?
Marco: Non c’è una tematica principale. Non ci sono quasi mai tematiche in realtà, noi cerchiamo di suscitare attraverso la musica e le parole delle immagini in modo tale che ognuno abbia la possibilità di riconoscersi nei nostri testi.
Tendenzialmente che immagini tendete ad evocare nelle vostre canzoni?
Marco: Noi siamo amanti del paradosso. Tendenzialmente nelle nostre canzoni spingiamo l’ascoltare a capire quali sono i suoi limiti invece di farglieli accettare. Vogliamo essere autocritici nei confronti dei nostri limiti.
Crediti foto: Lorenza Depeder, Edoardo Meneghini, Lukas Del Giudice, Emma Bonvecchio, Andrea Mastrangelo, Rosario Multari.